La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma del governo Draghi che limitava il diritto del consumatore a ricevere un rimborso maggiore in caso di estinzione anticipata dei prestiti. Movimento Consumaotri: “Ora banche e finanziarie restituiscano ogni costo anticipato”
In caso di estinzione anticipata del prestito – sia esso credito al consumo, cessione del quinto e finanziamento finalizzato – il consumatore ha diritto alla riduzione dei costi sostenuti in sede di stipula e quindi al rimborso di una quota parte delle commissioni pagate per l’intera durata del prestito. Tale diritto del consumatore, “non può essere limitato a talune tipologie di costi“.
Un diritto che è stato ribadito dalla recente sentenza (263/2022) della La Corte costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità dell’articolo 11-octies del decreto Sostegni bis approvato dal governo Draghi nella parte in cui limitava ad alcune tipologie di costi il diritto alla riduzione spettante al consumatore.
Esprime viva soddisfazione il Movimento Consumatori che in questi anni, dopo la sentenza della Corte di giustizian europea “Lexitor” del 2010, ha sempre preteso che banche e società finanziarie in caso di estinzione anticipata del prestito non facessero distinzione tra i costi anticipatati dal consumatore e che quindi si procedesse a una restituzione sia di quelli connessi alla durata del contratto (costi recurring, quali gli interessi e i costi assicurativi), e costi che non dipendono dalla durata del finanziamento in quanto, ad esempio, collegati alla sua erogazione (“up front”: spese di istruttoria, commissioni per intermediari e ogni altra spesa sostenuta al momento della conclusione del finanziamento).
Paolo Fiorio, coordinatore del servizio legale nazionale del Movimento Consumatori: “Questa sentenza rafforza i diritti dei consumatori ed elimina ogni ostacolo al rimborso dei cittadini in un settore nel quale le commissioni applicabili hanno determinato un costo complessivo del credito inaccettabile”.
“Questa decisione – dichiara Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – pone finalmente rimedio al grossolano scivolone della norma del DL Sostegni bis, approvata dal governo Draghi, che era contraria ai capisaldi del rispetto delle regole e delle istituzioni Ue. Ora banche e finanziarie restituiscano ogni costo anticipato (up front) per il periodo residuo del prestito”.
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Abolendo la norma approvata durante il governo Draghi si torna alla situazione del giugno 2021. Quali sono i costi rimborsabili? “Tutti quelli up front – spiega l’avvocato Fiorio – come le spese di istruttoria – tra i 250 alle 300 euro in base al tipo di contratto – e le commissioni di intermediazione. Dal 2010 ad oggi se le banche e le finanziarie dovessero restituire i costi anticipati dai consumatori dovrebbero versare circa 5 miliardi”.
Come far valere questo diritto? C’è automatismo? “Assolutamente no, bisogna far valere il diritto: Movimento Consumatori sta assistendo decine di consumatori proprio per questo”. E allora come muoversi? “Prima di tutto – prosegue l’esperto – bisogna farne richiesta alla propria banca la quale deve presentare il calcolo estintivo e in linea di diritto dovrebbe recepire già il principio sancito dalle sentenze: restituire la quota parte anche dei costi up front. Se non lo fa commette un illecito contrattuale e si può avviare un’azione giudiziaria. In alcuni casi – conclude l’avvocato Fiorio – abbiamo trovato un accordo in sede conciliativa con le banche in altri casi siamo andati in giudizio e abbiamo ottenuto per i consumatori il rimborso dei costi anticipati”.
Per info e assistenza, i consumatori possono rivolgersi allo Sportello del Consumatore Movimento Consumatori chiamando il numero unico nazionale 06-94807041 o compilando il modulo di contatto dello sportello on line.