Sindrome feto alcolica: i rischi di bere alcol in gravidanza

sindrome feto alcolica

Sempre meno donne bevono alcolici durante la gravidanza. Ma è ancora lontano l’obiettivo “zero alcol” fondamentale per evitare la sindrome feto alcolica o altri rischi. L’alcol, anche in piccole quantità, può essere una condanna per il futuro del bambino in grembo.

 

La sindrome feto alcolica (FAS, acronimo dell’inglese Fetal Alcohol Syndrome) è la più grave disabilità permanente che si manifesta nel feto esposto ad alcol durante la vita intrauterina. Questa disabilità è proprio causata dall’alcol consumato dalla madre durante la gravidanza.

Sembra scontato che durante la gravidanza non si debba consumare alcol, ma purtroppo non è così e a dirlo sono i dati dell’Istituto superiore di Sanità: secondo l’Iss, in Italia solo lo 0,1% delle donne incinte beve in modo sensibile. Eppure, vi è un 8,2% di donne in gravidanza che, seppur in quantità modeste, consuma bevande alcoliche, mettendo così a rischio la salute e il normale sviluppo del bambino che verrà al mondo.

Le stime di donne incinte che bevono alcol sono comunque alte, anche se questo studio dell’Iss rivela una tendenza in positivo: sono sempre meno le donne che consumano alcolici durante i 9 mesi di gravidanza.

Poi ci sono le donne che soffrono di dipendenza da alcol e droghe, ma questa è un’altra problematica.

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Il problema comune, invece, sembra rappresentato da quel desiderio di voler sfidare il rischio, cercando un inutile e dannoso confine sottile tra esagerazione e moderatezza, che espone a enormi rischi, tanto che i medici consigliano proprio di astenersi dal bere.

Cosa succede se si beve incinta?

Questo è un interrogativo piuttosto inquietante diffuso sui motori di ricerca. Da un lato indica che il consumo abituale di alcol è diffuso (come dimostrano i dati statistici). D’altro canto il solo domandarselo potrebbe significare che la tentazione di bere alcolici durante la gravidanza comunque persiste. E i dati raccolti attraverso lo studio dell’Iss in parte lo dimostrano.

Il consumo di alcol in gravidanza scientificamente è associato a una vasta gamma di danni al feto e al bambino quali:

  • Aborto spontaneo
  • Natimortalità
  • Sindrome della morte improvvisa in culla
  • Parto pretermine
  • Alcune malformazioni congenite
  • Basso peso alla nascita
  • Ritardo di sviluppo intrauterino
  • In generale una serie di problematiche racchiuse nel termine “Spettro dei disordini feto-alcolici – Fetal Alcohol Spectrum Disorders (FASD)” a partire dalla manifestazione più grave, la Sindrome Feto-Alcolica.

Cos’è la sindrome feto alcolica

Si tratta di una serie di anomalie strutturali e di sviluppo neurologico che comportano gravi disabilità comportamentali e neuro-cognitive nel bambino in grembo. Problematiche che si manifestano durante lo sviluppo del bambino.

Cosa rischia il bambino se la mamma beve alcol?

L’esposizione prenatale all’alcol interferisce con il normale sviluppo del feto causando un danno a carico del sistema nervoso centrale. Oltre ai rischi sopra elencati, la sindrome feto alcolica risulta il più grave tra i danni alla base di tutte le diagnosi nell’ambito dello spettro dei disordini feto-alcolici.

I danni della sindrome feto alcolica si manifestano nel bambino ormai nato attraverso segni e sintomi di disabilità e includono disturbi comportamentali, di attenzione, cognitivi, delle funzioni esecutive e di memoria.

Le persone con disturbi della FASD mostrano deficit di pensiero astratto, di organizzazione, di pianificazione, di apprendimento, nel ricordare sequenze di eventi, nel collegare relazioni di causa-effetto, deficit di linguaggio espressivo e ricettivo, nelle abilità sociali e di consapevolezza e regolazione dei comportamenti e delle emozioni.

Per chiarezza, l’alcol in gravidanza può provocare al nascituro una varietà di anomalie strutturali, danni da sindrome feto alcolica, come:

  • Anomalie cranio facciali (come malformazioni al viso)
  • Rallentamento della crescita
  • Disturbi dello sviluppo neurologico che comportano disabilità comportamentali e neuro-cognitive (ritardo mentale)

Tuttavia, l’elenco attuale di tutti i disordini feto alcolici comprende più di 400 condizioni associate e che comportano disabilità più o meno gravi che accompagnano i pazienti per tutta la vita. Qui un approfondimento del ministero della Salute:

 Quanto può bere una donna incinta?

L’Iss fa luce su questo interrogativo. È vero che la maggior parte dei casi gravi è associata a un consumo eccessivo di alcol durante la gravidanza. Il punto però è che anche una quantità minima di alcol può causare danni al feto e pregiudicarne la salute in maniera grave e irreversibile.

Quindi, non esistono quantità di alcol da poter consumare in gravidanza che possano considerarsi sicure.

Inoltre, tutte le fasi dello sviluppo embrionale sono vulnerabili agli effetti teratogeni dell’alcol, per questo motivo secondo le linee guida cliniche della maggioranza dei paesi del mondo il consumo di alcol in gravidanza è controindicato e il messaggio di salute pubblica è “non bere in gravidanza (zero alcol) e non bere quando si decide di avere un figlio”.

Il feto non può metabolizzare l’alcol perché è privo degli enzimi adatti a questo compito. Di conseguenza l’alcol e i suoi metaboliti (acetaldeide) si accumulano nel sistema nervoso del feto e in altri organi, danneggiandoli.

10 punti per conoscere il rischio

L’Osservatorio Nazionale Alcol del Cnesps (Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute) identifica 10 punti che possono contribuire a incrementare la consapevolezza sulla dannosità e la nocività del consumo di bevande alcoliche in gravidanza:

  • Consumare bevande alcoliche in gravidanza aumenta il rischio di danni alla salute del bambino
  • Durante la gravidanza non esistono quantità di alcol che possano essere considerate sicure o prive di rischio per il feto
  • Il consumo di qualunque bevanda alcolica in gravidanza nuoce al feto senza differenze di tipo o gradazione
  • L’alcol è una sostanza tossica in grado di passare la placenta e raggiungere il feto alle stesse concentrazioni di quelle della madre
  • Il feto non ha la capacità di metabolizzare l’alcol che quindi nuoce direttamente alle cellule cerebrali e ai tessuti degli organi in formazione
  • L’alcol nuoce al feto soprattutto durante le prime settimane e nell’ultimo trimestre di gravidanza (Questo non significa che negli altri intervalli dei 9 mesi di gestazione si possa bere!)
  • Se si pianifica una gravidanza è opportuno non bere alcolici e si è già in gravidanza è opportuno interromperne l’assunzione sino alla nascita
  • È opportuno non consumare bevande alcoliche durante l’allattamento
  • I danni causati dall’esposizione prenatale all’alcol, e conseguentemente manifestati nel bambino, sono irreversibili e non curabili
  • Si possono prevenire i danni e i difetti al bambino causati dal consumo di alcol in gravidanza evitando di consumare bevande alcoliche

 

Che succede se bevo e non so di essere incinta?

Un articolo della rivista specializzata tedesca Eltern.de ha risposto a questa domanda scomodando una legge della natura nota come legge del tutto o nulla. Significa che in una fase iniziale, in questo caso nelle prime settimane del concepimento, quando è possibile che non ci si accorga di essere incinte, qualsiasi agente teratogeno ha un effetto “tutto o nulla”, cioè determina un aborto spontaneo precoce oppure non causa alcun danno.

Si definisce agente teratogeno un composto, una sostanza o una condizione in grado di indurre alterazioni del normale sviluppo del feto durante la gravidanza e di provocare aborto spontaneo oppure malformazioni congenite, o dopo la nascita, che determinano un danno permanente alla salute. Anche l’alcol è un agente teratogeno.

Tuttavia, quando si scopre di essere in dolce attesa, con la consapevolezza di aver bevuto durante le prime settimane di gravidanza, bisognerebbe sottoporsi ad analisi (Qui per capire come comportarsi e quali analisi fare dal periodo preconcezionale e nei primi 1000 giorni del bambino.

Qui le conseguenze del fumo durante la gravidanza.

Una donna alcolista può avere una gravidanza?

La dipendenza da alcol, oppiacei, farmaci, droghe e tabacco comunque già compromette la fertilità. L’alcol interferisce con il funzionamento delle ghiandole che regolano la produzione degli ormoni sessuali e questo causa una riduzione della fertilità sia nell’uomo che nella donna.

Smettere di bere (o assumere sostanze) per pianificare una gravidanza è necessario. L’interruzione di assunzione di alcolici e sostanze durante la gravidanza è importante. L’alcol che è stato assunto prima della gravidanza non costituisce un problema per il feto, poiché queste sostanze si smaltiscono abbastanza velocemente.

Il vero problema è la dipendenza. Affrontare una gravidanza, con possibili crisi di astinenza e ricadute, è rischioso sia per la madre che per il feto.

Una dipendenza da alcol, e qualsiasi altra dipendenza, andrebbero affrontati in un centro specializzato o nei Sert gratuitamente accessibili e offerti dal Sistema sanitario nazionale.

Il Telefono Verde Alcol 800 632000 fa parte dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OssFAD) dell’Istituto superiore di sanità. È un servizio nazionale, anonimo e gratuito, di counselling telefonico sull’alcol, un collegamento diretto tra le istituzioni e il cittadino, un punto di ascolto e di monitoraggio dei bisogni della popolazione. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 16.00.

Il personale che risponderà al Telefono Verde Alcol può fornire i contatti delle strutture territoriali pubbliche dove affrontare la dipendenza.

 Un gesto di amore per il futuro bambino

Il decalogo dell’Osservatorio si conclude con una consapevolezza, ossia che interrompere il consumo di alcol è un gesto di responsabilità e di amore verso il nascituro.

“Tutto l’alcol consumato dalla mamma in gravidanza finisce nel futuro del bambino” rileva Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol, ambasciatore da anni per l’Iss della campagna internazionale di prevenzione “Too Young To Drink”, “ed è singolare che le future mamme si preoccupino di non consumare farmaci o cibi particolari che possano interferire con una gravidanza normale e il regolare sviluppo del proprio bambino e (spesso) non considerino la tossicità diretta dell’alcol sul feto”.

Zero alcol”, osserva Scafato, rappresenta il gesto più amorevole che una mamma possa compiere per il suo bambino o la sua bambina. E, aggiungiamo, anche verso se stessa.