Il purificatore d’aria è un elettrodomestico che si è diffuso da poco, complice la pandemia. Per scegliere quello che fa al caso nostro bisogna considerare diverse variabili, non ultimo il tipo di filtro
La qualità dell’aria che respiriamo incide inevitabilmente sulla nostra salute e sul benessere quotidiano. A tal proposito assicurarsi che all’interno della propria casa ci sia un livello ottimale di purificazione dell’aria rappresenta un passaggio di certo non trascurabile. Cattivi odori, esalazione di detersivi e prodotti chimici, fumo e polveri sottili che filtrano dall’esterno sono tra i principali inquinanti dell’aria negli ambienti chiusi, come può essere un appartamento. Ecco dunque che l’acquisto di un purificatore d’aria può rappresentare una soluzione ottimale a tale problematica, visto che la semplice operazione di aprire la finestra non risulta efficace al 100% e, in più, c’è il rischio di far entrare ulteriori sostanze nocive e polveri sottili oltre che favorire la dispersione di calore. I purificatori d’aria sono dispositivi elettronici che solo da qualche anno a questa parte hanno iniziato ad essere utilizzati con evidenti benefici anche negli ambienti domestici. Il loro principale scopo è quello di migliorare la qualità dell’aria nell’ambiente chiuso dove sono disposti.
Come funziona un purificatore d’aria
I purificatori d’aria possono essere di varie dimensioni e modelli, molto spesso sono facilmente trasportabili e adattabili a diversi contesti grazie a ruote e manici. Un elettrodomestico che può dunque essere funzionale a tutte le diverse esigenze, ma che nel suo funzionamento generale rimane pressappoco costante. Un purificatore d’aria agisce infatti sempre aspirando l’aria dell’ambiente che lo circonda per poi purificarla. L’aria viene catturata con un sistema di ventilazione interno e poi fatta passare attraverso dei filtri che trattengono polveri, pollini e sostanze nocive. Una volta depurata, l’aria viene ridistribuita nell’ambiente utilizzando lo stesso sistema di ventilazione che l’aveva catturata. In linea di massima per poter far funzionare un purificatore d’aria è necessario collegare il dispositivo ad una presa elettrica ed avviarlo. Il risultato, viene da sé, sarà tanto migliore e immediato quanto più sarà potente e grande il purificatore utilizzato.
Detto del funzionamento, nel caso dei purificatori d’aria grande importanza è assunta anche dalla manutenzione che si presta al dispositivo. L’aspetto più delicato è rappresentato in tal senso dai filtri utilizzati che, per funzionare al meglio e garantire risultati altamente performanti, dovrebbero essere cambiati in media ogni 6 mesi.
Quale purificatore d’aria scegliere
Per scegliere il depuratore che fa al caso nostro, bisogna considerare diversi aspetti.
Il primo elemento da tenere in considerazione è legato alle dimensioni, da intendersi sia in riferimento all’ambiente all’interno del quale il purificatore andrà ad operare che al dispositivo stesso. Una macchina troppo grande in un ambiente piccolo rappresenterebbe infatti uno spreco, così come, al contrario, inserire dispositivi poco potenti in una stanza grande sarebbe poco utile e inutilmente dispendioso. Andrà inoltre valutato dove andrà collocato il purificatore d’aria, se in una o in più stanze e, dunque, andranno individuate sia le aree di stazionamento che quelle dove si trascorre il maggior numero di ore nel corso della giornata.
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Altro aspetto da tenere in considerazione in sede di acquisto di un purificatore d’aria è la tecnologia utilizzata dallo stesso. Questa, infatti, incide anche sulla potenza necessaria per determinati ambienti e, quindi, si ripercuote anche sul precedente elemento relativo alle dimensioni del dispositivo. A tal proposito si ricorda che le tecnologie utilizzate dai purificatori d’aria variano soprattutto in base al tipo di filtri che vengono utilizzati. Ci sono infatti purificatori d’aria:
- a filtraggio meccanico, ovvero quelli dotati della tecnologia più comune e che prevedono un funzionamento molto elementare. Più nello specifico il dispositivo è dotato di ventole che aspirano l’aria circostante e la fanno passare attraverso un filtro a maglie strette che cattura le sostanze inquinanti;
- con filtro Hepa, dall’inglese High efficiency particulate air filter, in grado di garantire un elevato livello di trattenuta delle sostanze inquinanti pari al 99,995%;
- con filtro a carboni attivi, anch’esso molto affidabile per quanto riguarda la trattenuta delle sostanze nocive e fortemente consigliato per gli ambienti contraddistinti da fumo e odori sgradevoli.
Qualunque sia la tipologia di purificatore d’aria scelto è necessario assicurarsi in sede d’acquisto che la qualità del sistema di filtraggio sia stata certificata dagli organi competenti. Inoltre molto spesso i filtri a carboni attivi e quelli Hepa sono utilizzati in combinazione tra di loro per garantire una resa altamente efficace del dispositivo di depurazione.
Purificatore d’aria molecolare
Particolare menzione merita una specifica tipologia di purificatore d’aria che, per caratteristiche e modernità, rappresenta una delle scelte più affidabili in questa fase. Si tratta dei purificatori d’aria molecolari ad azione fotocatalitica, ovvero di apparecchiature che rispetto ai dispositivi tradizionali presentano dei filtri al perossido di idrogeno. Quest’ultimi sono in grado di rendere inerti i virus che circolano nell’aria e di eliminare i cattivi odori, con una resa garantita per l’intera giornata 365 giorni all’anno.
Il principale vantaggio garantito dai purificatori d’aria molecolari ad azione fotocatalitica è da ricercarsi nell’accentuata riduzione del disturbo olfattivo di cattivi odori, oltre che la completa eliminazione di quelli persistenti. Spesso per attività di questo tipo si è soliti utilizzare l’ozono che, però, prevede che nell’area trattata non possano essere presenti persone se non con opportuni dispositivi di sicurezza personale. Inalare ozono, infatti, può essere molto nocivo per la salute umana e, in aggiunta, con il suo utilizzo non si risolve il problema dei cattivi odori in via definitiva visto e considerato che dopo poco tempo i batteri ricompaiono.
Naturalmente i purificatori d’aria molecolari hanno dei costi più alti rispetto a quelli tradizionali, ma un investimento maggiore può portare alla concreta risoluzione del problema. Pensiamo, ad esempio, agli effettivi vantaggi dell’eliminazione dei cattivi odori e del miglioramento della qualità dell’aria che potrebbero esserci in ambienti come il bagno o la cucina, ma anche all’interno delle industrie, negli hotel, nelle palestre e in tutti i luoghi frequentati da tante persone.
L’utilizzo dei purificatori d’aria
Dallo scoppio della pandemia da covid-19, l’attenzione nei confronti dei purificatori d’aria è notevolmente aumentata e, da più parti, arrivano appelli affinché vengano presto installati in tutti i luoghi pubblici, dagli uffici agli ospedali, passando per cinema e teatri. Il processo è, tuttavia, ancora molto lungo, ma per fortuna alcune aziende hanno cominciato ad installare dei purificatori d’aria nelle loro strutture. È il caso, ad esempio, di Italo che sui propri treni a lunga percorrenza ha predisposto dei purificatori con filtri Hepa. Trenitalia, invece, ha scelto quelli al grafene per i propri vagoni dei Frecciarossa. E ancora, la compagnia aerea Ita ha installato di recente dei sistemi di filtraggio Hepa.
Come evidente qualcosa si è mossa, ma ancora troppo poco è stato fatto, soprattutto considerando gli evidenti vantaggi che potrebbero derivare dal respirare aria più pulita in luoghi chiusi come le scuole, i ristoranti o cinema e teatri. In un nostro vecchio articolo, oltre a fare un test comparativo di 7 purificatori domestici anti virus e batteri, avevamo riportato il parere dell’ingegner Marco Torre dell’Istituto sull’Inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche. Quest’ultimo aveva sottolineato come l’inquinamento dell’aria in casa si crei a causa degli ambienti chiusi dove “non c’è diluizione atmosferica e ci sono varie sorgenti di emissione”. “Se pensiamo agli ambienti domestici – aveva detto Torre – abbiamo i detergenti per la pulizia, i fornelli domestici, i materiali presenti come il mobilio, le vernici, il parquet. Tutti emettono sostanze”. Ma non solo, anche gli elettrodomestici come computer e televisore incidono in negativo sull’aria che respiriamo: “La maggior parte hanno dei ritardanti di fiamma, dispersi nei polimeri. Subiscono variazioni di temperatura perché gli elettrodomestici si scaldano e producono emissioni di ftalati e di altri composti che vanno a disturbare il sistema endocrino”. Così come sostenuto dall’ingegnere dell’Istituto sull’Inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche, gli inquinanti si diffondo nelle abitazione con i particolati, ovvero con le polveri, motivo per il quale dotarsi di un purificatore d’aria potrebbe rappresentare una soluzione molto affidabile.
I purificatori d’aria funzionano contro il covid?
Visto il ruolo che alcuni purificatori d’aria possono giocare contro batteri e virus è fondamentale in questa fase chiedersi se il loro lavoro funzioni anche contro il covid-19. A giudicare dall’andamento dei mercati verrebbe da dire di sì visto che, nei soli Stati Uniti d’America, nel 2020 si è registrato un +57% nelle vendite di questi elettrodomestici. Certo l’andamento delle vendite di un dato genere di prodotto non basta a garantire l’efficienza dello stesso a proteggere dal contagio da covid. Per questo ci si rifà ai dati forniti da “Consumer Reports”, rivista dei consumatori nordamericani che ha condotto una ricerca indipendente da ogni tipo di produttore. Il test ha riguardato nello specifico i filtri Hepa, con risultati che sono stati molto positivi. In base a quanto riportato, i purificatori si sono dimostrati “in grado di catturare molte delle particelle nocive, tra cui polline, peli di animali domestici, polvere e persino fumo di incendi e, sì, il coronavirus se qualcuno a casa tua è malato di Covid-19″.
In particolare lo studio ha evidenziato che l’intricata rete di fibre dei filtri Hepa riesce a rimuovere le particelle più problematiche, dalla polvere, al fumo ai peli, anche quando queste sono molto piccole. In particolare i purificatori d’aria sono stati analizzati sulla loro impostazione più alta e più bassa per la rimozione di particelle fino a 0,1 micron e fino a 1 micron. Le goccioline di coronavirus nell’aria hanno una grandezza compresa tra 0,06 e 0,14 micron, dimensione dunque che i filtri Hepa riescono a catturare. C’è poi da considerare il cosiddetto effetto aerosol, ovvero quello che vede le particelle viaggiare all’interno del sistema di ventilazione tutte unite, aumentando dunque la propria dimensione così come la possibilità di essere bloccate dal filtro. È opportuno sottolineare che, malgrado i purificatori con filtri Hepa garantiscano una maggiore pulizia dell’aria, aiutando ad esempio in caso della presenza di un positivo in casa, non costituiscono uno strumento che tutela completamente dalla possibilità di essere contagiati dal virus.
I purificatori d’aria nelle scuole
Visti gli studi scientifici e gli evidenti vantaggi dimostrati dal respirare un’aria più pulita anche all’interno degli ambienti chiusi, viene da chiedersi come mai i purificatori d’aria non vengano installati in tutte le scuole d’Italia. All’interno delle aule, infatti, circolano spesso molti batteri e virus, con il fenomeno delle influenze stagionali e della diffusione del covid che passa anche da questi ambienti. Il dibattito sul tema è stato molto acceso soprattutto nei mesi più complicati della pandemia, quelli in cui gli studenti erano costretti alla didattica a distanza e in molti vedevano nei purificatori d’aria una soluzione per permettere agli studenti di tornare in classe.
Di purificatori d’aria nelle scuole ne abbiamo parlato con Stefania Sambataro, vicepresidente di Idea Scuola, comitato di genitori e insegnanti nato proprio durante il primo anno di pandemia e che fin da subito ha compreso l’importanza dell’installare i depuratori d’aria nelle scuole. “Nel rapporto dell’Istituto superiore della Sanità di maggio 2021 – ha detto Sambataro – erano già indicate le possibili linee guida in termini di ventilazione per la scuola. Prevedevano un tot di ricambi d’aria all’ora e l’uso di Hepa. Solo che, nel protocollo di sicurezza del Cts, queste raccomandazioni non sono state inserite. C’era solo un invito molto generico ad aprire le finestre e ventilare l’ambiente”.
Aprire le finestre dunque, ma no ancora ai purificatori d’aria. Sul tema si è espresso attraverso il Salvagente anche Massimiliano Lo Iacono, insegnante e ingegnere esperto di qualità dell’aria indoor: “Il problema è la ventilazione. L’ideale – ha detto – sarebbe farla in automatico, e non con le finestre, con cui non riesci mai a ottenere il ricambio necessario. In genere in un’ora si può ricambiare l’aria di una stanza solo una volta. Invece, in base alle norme Uni, che esistono dal 1975, nelle scuole italiane per legge ci dovrebbero essere dai 3 ai 5 ricambi d’aria all’ora a secondo del tipo di scuola. Si tratta di una normativa non rispettata da 40 anni”.
L’installazione dei purificatori d’aria nelle scuole appare dunque ancora un obiettivo molto lontano e con diversi passi ancora da percorrere.