Sapere in che modo smaltire gli elettrodomestici è importante per almeno due ragioni: ridurre l’impatto ambientale ed evitare di incorrere in sanzioni. Ecco una guida esaustiva al corretto smaltimento degli elettrodomestici.
Esistono di certo delle soluzioni sicuramente più green del buttare elettrodomestici rotti o non più funzionanti nell’indifferenziata: smaltirli nel modo giusto permette, in effetti, di evitare lo spreco di materiali ancora utilizzabili. Per uno smaltimento corretto è necessario rivolgersi alle isole ecologiche comunali o ai negozi deputati alla vendita di questi articoli. Si stima che il riciclo degli elettrodomestici inutilizzati possa portare a risparmi assolutamente non trascurabili, che si aggirano intorno al miliardo di euro in meno per l’acquisto di materie prime. Per non parlare, poi, del vantaggio in termini di emissioni ambientali. Purtroppo, secondo i dati di Global E-waste-Monitor 2020, soltanto il 17% degli apparecchi elettronici viene riciclato.
Dove buttare gli elettrodomestici
Come accennato, esistono speciali centri di raccolta rifiuti – le “isole ecologiche” – presenti oramai nella maggior parte dei comuni italiani. I centri di raccolta, solitamente, permettono lo smaltimento degli elettrodomestici entro certi limiti, e soltanto ai residenti del comune. Le regole, comunque, variano in relazione al comune di riferimento. Il consiglio è quindi quello di mettersi in contatto telefonicamente con i punti di raccolta, prima di recarsi sul luogo. Spesso i centri di raccolta, specie per grandi elettrodomestici, offrono anche un servizio di ritiro a domicilio, molte volte anche gratuito.
Quali sono quelli da smaltire
Il ministero dell’Ambiente indica gli elettrodomestici con la sigla Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche). In inglese anche noti come “e-waste“, si tratta di apparecchiature che acquisiscono lo status di “rifiuto” quando abbiano soddisfatto la defizione del decreto legislativo 152/2006. Questo chiarisce che verranno smaltiti con un procedimento preciso non soltanto grandi elettrodomestici, come lavatrici o lavastoviglie, ma tutte quelle apparecchiature per uso domestico che funzionano a corrente o con batterie. Le procedure sono indispensabili per ridurre il concreto rischio di inquinamento ambientale. Si stima che ogni italiano produca 13 kg di Raee, la maggior parte delle quali non viene smaltita come dovrebbe. In linea di massima, i Raee possono essere classificati in “domestici” e “professionali”, a seconda che siano apparecchiature ad uso domestico o commerciale, professionale, istituzionale etc. Ciò che è sempre bene tener presente è che la gestione dei Raee, siano essi domestici o professionali, è volta a privilegiare il loro riutilizzo o il riutilizzo delle componenti.
Come smaltire i piccoli
Per “piccoli elettrodomestici” si intendono tutti quelli con misura non superiore ai 25 cm. Inoltre, è importante che siano alimentati da correnti elettriche non superiori a 1000 volt nel caso di corrente alternata, e di 1500 volt nel caso di corrente continua. Tanto per capirci con alcuni esempi si tratta di caricabatterie, macchine fotografiche, smartphone e lampadine. Oggetti, quindi, di uso quotidiano, che il più delle volte finiscono nel cassonetto dell’indifferenziata. Smaltire i piccoli elettrodomestici, in realtà, è più semplice di quanto si creda. Basta recarsi al negozio di elettronica più vicino e consegnare gratuitamente l’oggetto (ma solamente se le dimensioni del punto vendita superano i 400 metri quadrati). Il punto vendita, per legge, sarà obbligato a prendere l’oggetto da smaltire e ad occuparsi dello smaltimento. Non c’è alcuna ragione di rivolgersi al negozio in cui l’elettrodomestico è stato acquistato, né è necessario acquistare altri prodotti per avere diritto allo smaltimento gratuito. La formula è nota come “Uno contro Zero”: il commerciante ha l’obbligo di ritirare i piccoli elettrodomestici in modo totalmente gratuito, anche se non vi è l’acquisto di un elettrodomestico nuovo. L’unica situazione in cui il punto vendita ha il diritto di rifiutare la presa in carico del Raee, è quando l’elettrodomestico sia privo delle sue componenti essenziali e/o rappresenti un pericolo concreto per la salute e la sicurezza del personale.
Come smaltire i grandi
La situazione è leggermente più complicata quando si parla dei “grandi elettrodomestici”, ovvero quelli che hanno una misura esterna superiore ai 25 cm. Rientrano in questra categoria non soltanto frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie, ma anche frullatori, macchine del caffè, aspirapolvere e tostapane. Come detto, in questi casi è necessario rivolgersi alle isole ecologiche o ad altri centri convenzionati dal comune, premurandosi sempre di telefonare prima. Si potrà chiamare direttamente l’isola ecologica, la ditta di smaltimento del proprio comune o l’ente che gestisce la raccolta per avere informazioni aggiuntive, eventualmente richiedendo il ritiro al proprio domicilio. Per poter consultare l’elenco pubblico delle isole ecologiche autoritazzate basta entrare sul sito del Centro di Coordinamento Raee. Dai centri di raccolta, i Raee vengono inviati ad impianti di trattamento che evitano la dispersione di sostanze inquinanti, permettendo in aggiunta il riciclo delle materie prime.
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Potrebbe essere interessante sapere che quando si acquista un nuovo elettrodomestico si ha diritto allo smaltimento gratuito di quello da buttare, anche se il ritiro non è di competenza del punto vendita (a meno che, durante l’acquisto, l’acquirente abbia pagato una somma extra per la consegna a domicilio del prodotto). In quest’ultimo caso, infatti, chi effettua la consegna dell’elettrodomestico dovrà anche ritirare quello da smaltire. La legge che regola questa situazione è il decreto ministeriale 65/2010, “Uno contro Uno”, secondo cui, appunto, il negoziante ha l’obbligo di ritirare gratuitamente l’usato al momento dell’acquisto di un nuovo elettrodomestico.
La soluzione dell’Amsa
L’Amsa (Azienda milanese servizi ambientali) ha dedicato molte energie all’implementazione della corretta gestione dei Raee. Al sito è possibile infatti prenotare il ritiro di diversi rifiuti ingombranti da apparecchi elettrici ed elettronici, quali frigoriferi, congelatori, condizionatori, lavatrici, lavastoviglie, scaldabagni, televisori e monitor. Il servizio è gratuito e per accedere è necessario rispettare le modalità ed i limiti di accettabilità definiti nell’ordinanza sindacale. Sul sito è possibile consultare questi limiti, impostati secondi i parametri di quantità, frequenza e dimensione. Rispetto alle quantità, è stabilito che tali oggetti devono essere conferiti in quantità non superiore ad 1 pezzo per ogni tipologia. Le dimensioni, al pezzo, non devono essere superiori ai 2,5 m ed è possibile effettuare una prenotazione ogni 30 giorni. Prenotare il ritiro degli ingombranti è semplice: basta collegarsi al portale dedicato o telefonare al numero verde 800 332299; in seguito, nel giorno e orario concordato sarà sufficiente esporre il materiale sul marciapiede davanti al numero civico indicato durante la prenotazione, ricordando di smontare i mobili e/o elettrodomestici e di posizionarli in modo che non intralcino il passaggio.
Le multe per chi sbaglia
A regolare lo smaltimento degli elettrodomestici è l’apposito decreto ministeriale 121/2016 del ministero dell’Ambiente, che spiega nello specifico come smaltire correttamente un elettrodomestico e quali siano le sanzioni e le multe previste per chi non rispetti le direttive. In particolare, per chi non smaltisce correttamente i Raee, è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria variabile dai 300 ai 3000 euro. Se si tratta di rifiuti pericolosi, la sanzione è aumentata del doppio.
I danni del cattivo smaltimento
Diversamente da quanto si crede, il mancato o errato smaltimento di rifiuti elettronici non è dannoso soltanto per l’ambiente ma anche, e soprattutto, per la salute dell’uomo. Lo rivela uno studio condotto in Cina dal ricercatore Fangzing Yang dell’università di Zehjiang, che ha deciso di valutare se e quanto l’aria intorno uno degli impianti di smaltimento più grossi del paese sia dannosa per la salute. Ciò che è emerso è che durante i processi di smaltimento vengono rilasciati composti organici e metalli pesanti che, a contatto con cellule umane polmonari, si riflettono in una formazione di danni ossidativi alle cellule, nella produzione di interleuchina-8 (un mediatore dell’infiammazione) e nell’incremento dei livelli del gene p53, coinvolto nello sviluppo di tumori. I risultati sono chiari: a causa degli inquinanti presenti intorno alla centrale di Taizhou, aumentano i livelli di p53, di infiammazione e stress ossidativo. Tutti fattori, questi, che possono provocare danni al DNA, mutazioni, tumori e malattie cardiovascolari. Assolutamente vietato, come ha spiegato Yang, è lo smaltimento all’aperto di tali rifiuti, e un’inadeguata protezione dei lavoratori degli impianti di trattamento ed eliminazione degli stessi. In ragione di quanto detto, ecco alcuni errori da non fare in tema di smaltimento di rifiuti elettronici:
- evitare di buttarli nella raccolta indifferenziata;
- evitare di ammassare i rifiuti tecnologici in cantina, o dimenticarli nei cassetti;
- evitare di mischiarli con altri rifiuti.
Qual è la situazione in Italia
I dati sullo smaltimento dei Raee hanno subito un incremento del 5.3% nel 2021, durante il lockdown, notizia che certamente fa ben sperare. Specie se si pensa che, nonostante l’incremento, ogni italiano smaltisce poco più di 6 kg, un terzo di quelli che elimina. Per non parlare, poi, dei dati estremamente preoccupanti provenienti da Ecodom (Consorzio per il recupero e il riciclaggio degli elettrodomestici), secondo il quale in Italia scomparirebbe quasi il 40% dei grandi elettrodomestici, oltre 40mila tonnellate all’anno di frigoriferi, lavastoviglie, asciugatrici ed elettrodomestici di ogni tipo che finiscono in discariche abusive. Come al solito, ci si trova di fronte un autentico paradosso: se infatti, l’Italia, è uno tra i primi paesi in Europa a rimettere in circolo materiali di recupero e a predisporre tutto per una corretta gestione del problema, è invece l’ultimo per lo smaltimento dei Raee, con una media del 34,4% a fronte del 42% circa in Europa. Ma fermandosi a riflettere un attimo, ci sarebbero innumerevoli vantaggi derivanti da un corretto smaltimento dei rifiuti.
Eccone alcuni:
- una riduzione di gas serra e inquinamento, dal momento che i Raee sarebbero smaltiti in modo sicuro;
- recupero materie prime (come alluminio, vetro,rame e plastica, che possono essere riciclati per ben il 90% del loro peso);
- contrasto al traffico illegale di apparecchi elettronici verso i paesi in via di sviluppo;
- aumento del mercato dei prodotti rigenerati (con notevoli conseguenze su economia e ambiente).
Il Bonus Rottamazione TV
Un ulteriore traguardo per la situazione italiana è arrivato certamente con il Bonus Rottamazione TV, introdotto con un decreto firmato dal ministro Giorgetti il 5 luglio 2021, ed operativo dal 23 agosto dello stesso anno. Il corretto riciclo di una TV è molto importante, se si pensa che da un solo televisore si può recuperare fino all’89% di materiali che potranno dar vita a nuove materie prime/seconde, da riutilizzare nei cicli produttivi. Si tratta di un’agevolazione di cui può beneficiare chi rottama un televisore acquistato prima del 22 dicembre 2018, e che favorisce l’acquisto di apparati televisivi compatibili con il nuovo standard di trasmissione del digitale terreste DVB-T2/HEVC MAIN 10. Ma come si può usufruire del contributo?
I requisiti sono semplici:
- essere residenti in Italia;
- rottamare correttamente un televisore acquistato prima del 22 dicembre 2018; in particolare, ciò che è importante è consegnare la vecchia TV presso un’isola ecologica. A questo punto, l’addetto al centro di raccolta Raee firmerà il modulo di autodichiarazione, compilato dal cittadino, che certifica l’avvenuta consegna dell’apparecchio;
- essere in regola con il pagamento del canone al servizio di radiodiffusione.
Il bonus consiste in uno sconto del 20% sul prezzo dell’acquisto, fino ad un importo massimo di 100 euro. L’incentivo sarà disponibile fino al 31 dicembre 2022 o all’esaurimento delle risorse stanziate.
I più grandi produttori di Raee al mondo
Dati, questi, che non sorprenderanno: i più grandi produttori di Raee al mondo sono i paesi ricchi, industrializzati, quali gli Stati Uniti, la Cina e i paesi dell’UE. Complessivamente, nel mondo vengono prodotte ogni anno oltre 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, e di questi soltanto il 20% viene smaltito secondo la legge e in modo efficiente. Il restante 80% inquina e alimenta traffici illegali di materie prime ricavate dai rifiuti elettronici.