Avete mai assaggiato la zucchina spinosa?

ZUCCHINA SPINOSA

Anche chiamata sechio o chayote, la zucchina spinosa è di origine americana ma oramai è diffusa nei nostri mercati. Tanto brutta quanto utile sotto il profilo nutrizionale e salutistico. E interessante per la sua dolcezza

Associare l’aggettivo spinosa è da sempre un valore negativo: non a caso si dice che non c’è rosa senza spine, una corona di spine, essere sulle spine etc. In questo caso parleremo di una zucchina chiamata dai pochi che la conoscono come “zucchina spinosa” ma che nei paesi d’oltreoceano è meglio nota come Chayote. Un ortaggio che a prima vista sembrerebbe da evitare per il suo aspetto, ma che sotto le spine nasconde molte virtù salutistiche e tante storie . Un esempio di come a volte la prima impressione possa non raccontare la verità. Proviamo a capire in questa puntata dei Miti Alimentari quanto c’è di buono sotto le spine dal punto di vista gastronomico e, soprattutto, da quello salutistico.

La zucchina spinosa è un prodotto nostro come origine e tradizione

FALSO La zucchina spinosa è un ortaggio molto simile alle patate nella forma e nel sapore, parafrasando Piero Pelù, anche se più dolce delle nostre classiche zucchine. Il suo nome scientifico è “Sechium edule”, da cui il nome deriva il nome sechio; la sua stagione di raccolta è oramai alle porte visto che viene seminata in primavera per poi maturare in autunno. In Italia la sua coltivazione è diffusa nel Lazio e abbastanza sia in Calabria che in Sicilia. Botanicamente è una tipica cucurbitacea di colore verde-giallo, dipende dal grado di maturazione, e proviene dal Messico e dal Centro America; infatti, il Costa Rica ne è il produttore maggiore nel mondo. Come sempre è arrivata sulle nostre tavole grazie agli Spagnoli solo qualche secolo fa, ma non ha “sfondato” il mercato come patate o pomodoro. La sua caratteristica principale è quella di farci porre il problema di come manipolarla considerando le spine e le protuberanze che la rendono poco apprezzata da chi non la conosce se non usando dei guanti protettivi per poterla pulire. Se la si vuole cercare in qualche mercato del fresco spesso la troverete come zucca centenaria o  zucca messicana; altri ancora la conoscono come melenzana spinosa o patata spinosa, tanti nomi per lo stesso ortaggio. Il termine spagnolo che la identifica è invece chayote originato dall’azteco chayutli a dimostrare le sue chiare origini geografiche ricordando la sua importanza medicamentosa per quelle popolazioni. Di questa zucchina così speciale si mangiano anche le radici di tipo tuberose spesso conservate come asparagi oppure le foglie primaverili che sono piuttosto tenere e gustose.

La sechio è nutrizionalmente molto interessante per chi la mangia

VERO Come sempre se consideriamo i valori rispetto ad un consumo di 100 g di sechio possiamo essere soddisfatti di avere solo 19 calorie per etto che sono dovute ai 4,5 g di carboidrati presenti, circa due volte e mezzo in più rispetto alle nostre zucchine, ma con il 40% in più di fibre grazie agli 1,7 g per etto. La zucchina spinosa contiene circa 2 mg di sodio e circa 350 mg di potassio per etto rispetto ai 290 mg delle zucchine a cui siamo abituati. Nel complesso la zucca centenaria è da sempre interessante e non a caso è utilizzata nella medicina tradizionale centro americana per la presenza di Vitamina C (7,7 mg per etto),  vitamina K (4,1 ug per etto) e delle Vitamine del gruppo B. È la Vitamina B9 o acido folico, con quasi 100 ug per etto, quanto broccoli, fave e bietole, pari al doppio rispetto al frumento o ai pomodorini e addirittura al triplo del farro, ad essere un valore interessante. L’integrazione con acido folico è particolarmente consigliata per le donne in dolce attesa al fine di evitare problemi di sviluppo dell’embrione. Il sechio è un ortaggio che integra la dieta con questo importante fattore. Fra le altre Vitamine troviamo anche la B6 (piridossina) e la B5 (acido pantotenico) altrettanto necessarie per una serie di metabolismi del nostro organismo. È inoltre ricca di amminoacidi come glicina, leucina, serina e acidi aspartici e glutammici.

Mangiare questa zucchina centenaria non comporta vantaggi salutistici

FALSO Questo ortaggio è ricco di numerosi composti utili quali i flavonoidi che si accumulano specie nei germogli che proteggono dall’aterosclerosi e contrastano il fegato grasso che può condurre alla cirrosi. Risulta utile anche per controllare il livello di colesterolo e l’ipertensione. Se prendiamo in esame il contenuto dei tanti fenoli presenti, questa zucchina può controllare il livello di glicemia. Dal punto di vista più nutrizionale il tubero del sechio è una preziosa fonte di amido che è molto simile alla tradizionale fecola di patate per cui è un buon sostituto delle farine di frumento tanto da potere essere utilizzato da persone celiache oltre a dare consistenza a pappe, succhi, salse e primi piatti. Per la sua dolcezza  si utilizza anche per produrre marmellate, dolci e sottaceti e salse ed essendo simile alle mele è un ottimo sostituto delle stesse per crostate e torte. In generale, lo chayote o sechio è stato usato nella medicina tradizionale per le sue proprietà diuretiche, antinfiammatorie, ipotensive e da poterla definire addirittura un integratore ante litteram di acido folico da assumere in gravidanza.

Conclusioni

Questa zucchina spinosa è poco nota, è scomoda da preparare, esteticamente non è certo inappuntabile; in altre parole, ha tutte le caratteristiche per essere un ortaggio perso nella memoria dell’uomo e nel tempo. Per giunta è una pianta che nasce interrando l’intero frutto nel terreno perché il seme germina solo se è ancora nel frutto, ma è una pianta tenace, coraggiosa e lo dimostra con la sua longevità perché supera stagioni brutte e stagioni favorevoli facendosi trovare pronta l’anno dopo pronta a fruttificare. Il sechio è stato per Maya e Aztechi un ortaggio utile per essere in salute e grazie all’acido folico che contiene di proteggere le generazioni. È la dimostrazione che l’apparenza esteriore a volte inganna, ma soprattutto cadere nell’oblio non è il giusto “The end” per un ortaggio che ha avuto un ruolo importante nel passato dal punto di vista nutrizionale e medicamentoso.

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