Cinture di sicurezza, multe salate per chi non le indossa

CINTURE DI SICUREZZA

Cosa prevede la legge sulle cinture di sicurezza, a quanto ammontano le sanzioni (e le pene accessorie) e chi è esonerato dall’obbligo

Qual è il quadro di riferimento e quali sono le normative che hanno portato al delinearsi di oneri e sanzioni nel caso di mancato rispetto dell’obbligo di indossare le cinture di sicurezza?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo tornare indietro di oltre quarant’anni, più precisamente fino al 1989 quando è stato introdotto il primo obbligo, in Italia, di indossare le cinture di sicurezza, ma solo ed esclusivamente per quanto riguardava i sedili anteriori e le sole auto.

Solo qualche anno dopo l’obbligo di indossare le cinture di sicurezza è stato esteso agli altri passeggeri, fino ai sedili posteriori, ma soprattutto, fino ai diversi veicoli circolanti su strada.

Nello specifico, l’articolo 172 del Codice della strada sancisce che il conducente e i passeggeri dei veicoli della categoria L6e dotati di carrozzeria chiusa e delle categorie M1, M2, M3, N1, N2 e N3 sono tenuti a rispettare l’utilizzo obbligatorio delle cinture di sicurezza, ogni qualvolta ci si trovi in una situazione di marcia.

Andando più a fondo nella classificazione delle categorie di veicoli, andrà considerato che con L6e si intendono i quadricicli leggeri che hanno una massa a vuoto inferiore o pari a 350 kg, una velocità massima 45 km/h e una cilindrata massima 50 cm³.

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Con la sigla M1, vengono classificate le tradizionali automobili che possono arrivare fino a nove posti, oltre i quali si entra nei veicoli di categoria M2 e M3 (es. gli autobus). Rientrano infine nella categoria N1, N2 e N3, tutti quei veicoli  che sono invece destinati al trasporto di merci.

Ma tra i passeggeri vengono fatte delle distinzioni tra bambini e adulti? La risposta è sì. I bambini (considerati tali se con statura inferiore al metro e mezzo) non potranno utilizzare la cintura di sicurezza, perché non regolabile in base al corpo del bambino. La soluzione è quella di adottare un sistema specifico per mantenere la sicurezza dei bambini in auto che sia adeguatamente proporzionata.

Misure sanzionatorie per chi non indossa la cintura di sicurezza

Non indossare la cintura di sicurezza significa andare incontro a due tipologie di sanzioni: una di tipo pecuniario e una legata all’autorizzazione principale alla guida, ossia alla patente che viene decurtata dei suoi punti totali.

Si passa infatti dalla possibilità di incorrere in una multa a quella di vedersi scalare, se non cancellare, i punti della patente, ma entriamo nel dettaglio. Non indossare le cinture di sicurezza può portare a dover pagare una multa che può oscillare da un minimo di 83 euro fino a un massimo di 332 euro.

Attenzione al numero di punti decurtati, pari a cinque punti nel caso del mancato rispetto dell’obbligo di legge. La responsabilità di guida senza le cinture di sicurezza ricade sul conducente anche qualora alla guida vi sia un minore, poiché quest’ultimo resta sotto la sorveglianza del genitore.

Ma cosa accade qualora il conducente sia recidivo, ossia, nel termine dei due anni successivi alla prima violazione venga trovato di nuovo “colto sul fatto?”. In quest’ultimo caso viene applicata la cosiddetta sanzione amministrativa accessoria che comporta la sospensione della patente da un giorno a ben due mesi.

La normativa tuttavia non si ferma al solo conducente o passeggero, ma si riferisce anche a tutti coloro che, ove presenti, sono responsabili di alterare e ostacolare quello che è considerato quale normale e miglior funzionamento delle cinture di sicurezza

Anche in questo caso viene applicata una sanzione di tipo pecuniario, ma di misura inferiore rispetto a quella precedentemente descritta. Si tratta di un importo minimo di 41 euro fino a 177 euro, a cui vanno aggiunti i soliti 5 punti sottratti dal totale dei punti patente.

Guai non solo per chi deve rispettare l’obbligo di indossare le cinture di sicurezza e non lo fa in maniera corretta, ma anche per coloro che sono addetti sia alla commercializzazione che alla produzione delle cinture, che devono rispondere a precisi criteri di omologazione.

Per chi non rispetta le norme di produzione, la multa è decisamente più salata: il minimo consiste infatti in ottocentosessantasei euro fino all’importo massimo che può arrivare fino a 3.464 euro, a cui bisogna aggiungere il sequestro delle cinture non omologate.

La co-responsabilità del conducente

Per quanto possa sembrare strano o eccessivo, il conducente risponde dell’uso improprio o dell’assenza di utilizzo della cintura di sicurezza da parte dei propri passeggeri.

É quindi responsabilità del conducente accertarsi che tutti i passeggeri indossino la cintura di sicurezza. Qualora si verifichino conseguenze più o meno gravi rispetto al mancato utilizzo della cintura di sicurezza, il conducente potrebbe dover rispondere addirittura di un vero e proprio reato.

Parliamo del reato di lesioni stradali gravi, e, se non peggio, di concorso in omicidio stradale. Ma cosa può fare il conducente per “costringere” i propri passeggeri a indossare correttamente la cintura di sicurezza? Può ad esempio evitare di riprendere la marcia o tenere la macchina spenta fino a quando non verrà assunto un comportamento adeguato rispetto all’obbligo di indossare le cinture di sicurezza.

Controlli certosini vengono svolti anche da diverse compagnie assicurative. Queste ultime, a seconda dell’esito della rilevazione a riprova o a discapito del conducente, possono non procedere con il risarcimento delle cifre pattuite dalla polizza in maniera totale, mentre, in alcuni casi, possono accordarsi, sempre previe condizioni verificabili dalla stessa compagnia assicuratrice.

Case automobilistiche e cinture di sicurezza: cosa è cambiato

Durante le procedure di adeguamento delle normative sull’obbligo di indossare le cinture di sicurezza, le case automobilistiche hanno giocato un ruolo fondamentale, non restando a guardare, ma procedendo in una direzione che fosse a tutela della salute del conducente e dei suoi passeggeri, salute sia fisica che economica.

Ma qual è stata la tecnologia che, in maniera determinante, ha cambiato il nostro modo di percepire l’obbligo di indossare le cinture di sicurezza? Basta tornare indietro nel tempo per ricordare che nelle vecchie auto non era presente alcun insistente bip o segnalazione spia nel caso di violazione.

Oggi invece, quasi tutte le auto in circolazione e le relative case automobilistiche si sono adeguate, inserendo tra i comandi della vettura sia un avviso sonoro del mancato utilizzo delle cinture di sicurezza o un alert visivo che si accende sul quadro di comando ogni qualvolta non venga portata la cintura allacciata o non venga fatta allacciare la cintura di sicurezza degli altri passeggeri.

No a cinture di sicurezza allacciate a metà, solo con la parte superiore o con la parte inferiore. Indossarle in maniera non corretta, ma indossarle, non esula dalla sanzione.

Cinture di sicurezza e eccezioni

Esistono dei casi secondo cui, laddove ci si trovi davanti a una categoria esonerata per legge, l’obbligo di indossare la cintura di sicurezza quando il veicolo è in marcia decade.

Tali categorie sono individuate dal Codice della strada e sono quelle relative ai dipendenti delle forze di polizia; ai dipendenti dei corpi di polizia municipale e provinciale durante il verificarsi di un servizio emergenziale; seguono coloro che si trovano alla guida di un veicolo del servizio sia antincendio che sanitario, sempre in condizione di emergenza.

Sono esenti dall’obbligo di portare le cinture di sicurezza anche i conducenti di veicoli per la raccolta di alcune categorie di rifiuti, naturalmente solo se operanti all’interno dei centri abitati, comprensivi di zone definite artigianali o industriali. Inclusi nell’elenco degli esentati anche i dipendenti dei servizi di vigilanza privata impiegati nelle scorte; gli istruttori di guida durante l’accompagnamento dello studente, e, infine, tutti coloro che, secondo specifico certificato medico, risultino impossibilitati a indossare la cinture di sicurezza per la sussistenza di precise patologie.

Tale certificazione dovrà essere completa sia della durata di inizio che della fine della validità della certificazione stessa, così da poter fornire ulteriori elementi in caso di posto di blocco. Sono esonerate anche tutte le donne in stato di gravidanza che, sempre accompagnate da documentazione medica comprovata, dimostrino che le cinture di sicurezza possono essere nocive per lo stato di gestante e quello del bambino.

Occorre precisare che non dovranno sottostare all’obbligo di indossare la cintura di sicurezza tutti quei passeggeri che si trovano a bordo di veicoli come gli autobus (M2/M3), in particolare se in zona locale e urbana.