Pfas nei pesticidi: il mix tossico presente in 7 insetticidi su 10. Lo studio

PFAS PESTICIDI

Uno studio condotto dalla Texas Tech University negli Stati Uniti rivela la presenza ricorrente di Pfas nei pesticidi usati nelle coltivazioni di cotone e in quelle agroalimentari. Il motivo? Ne amplificano la diffusione sul terreno

I ricercatori della Texas Tech University hanno analizzati 10 insetticidi impiegati comunemente nella coltivazione del cotone, ma anche in colture alimentari, e scoperto che 7 di essi contenevano Pfas, i contaminanti definiti “inquinanti per sempre” i cui effetti sulla salute umana sono sempre più sospetti. Tanto che le autorità di controllo, statunitensi ed europee, lavorano alla messa al bando di queste sostanze.

Lo studio peer-reviewed, pubblicato sul Journal of Hazardous Materials Letters, come ha scritto il quotidiano The Guardian,  ha trovato “Pfas in sette di questi insetticidi ‘ampiamente usati’, ha detto il tossicologo ambientale e autore principale Steve Lasee, che era alla Texas Tech University al momento dello studio”.

I test hanno rivelato presenza di Pfos a un livello fino a 19 milioni di parti per trilione (ppt) in un insetticida. L’Epa, l’Autorità statunitense di regolamentazione ambientale, non ha fissato limiti per i Pfas nei pesticidi, ma “a giugno ha abbassato il limite di concentrazione di queste sostanze nell’acqua potabile a 0,02 ppt, un livello così basso – prosegue il Guardian – da suggerire che nessuna quantità di esposizione al composto è sicura”.

Non è chiaro a quale scopo possano servire i Pfas negli insetticidi, ma il dottor Lasee ha affermato “che potrebbero essere usati come agenti disperdenti, per aiutare il pesticida a diffondersi uniformemente sul terreno”.