Le piogge acide sono sempre più diffuse: se è vero che ci sembra un fenomeno cn scarse conseguenze dirette sull’uomo, in realtà i suoi danni sono sotto gli occhi di tutti. Un esempio? Si manifestano sui monumenti più belli del nostro paese
Le piogge acide sono un fenomeno che colpisce soprattutto le aree industriali. Non tutti i fattori dipendono dall’azione dell’uomo. Infatti, alcuni dei gas che scatenano questa reazione provengono da eruzioni vulcaniche o da altri fenomeni naturali. L’apporto della natura può arrivare fino al 60 percento. L’uomo, però, contribuisce con il 40% rimanente, utilizzando il carbone, il petrolio, i motori a scoppio e le centrali termoelettriche. Quali sono le conseguenze delle piogge acide per l’ambiente e da dove cominciare per fermarle?
Perché si chiamano piogge acide? Si chiamano così proprio perché la loro acidità è alta. Infatti, i gas da soli non sono pericolosi. Lo diventano quando si amalgamano con le gocce di vapore acqueo. Quando la temperatura si abbassa, condensando l’acqua all’interno delle nuvole, ecco che arriva la pioggia acida.
Il diossido di zolfo e gli ossidi di azoto si trovano comunemente in Natura. Secondo una ricerca effettuata da Greenpeace 2019, il 60% delle emissioni di diossido di zolfo arrivano dalle eruzioni vulcaniche. L’uomo, invece, è la causa del 40% delle emissioni. Infatti, le piogge acide si concentrano soprattutto nelle zone industriali.
Invece, per quanto riguarda gli ossidi di azoto, questi sono causati per il 50% dalla natura e per una percentuale variabile tra il 20 e il 50 percento dall’uomo. Questi dati arrivano da un’altra ricerca, condotta da Greenpeace con il Crea, Centre for Research on Energy and Clean Air degli Stati Uniti.
Il centro di ricerca per l’energia e l’aria pulita ha così evidenziato anche quali sono i Paesi che hanno un’alta concentrazione di questo tipo di pioggia e perché.
Quando si formano le piogge acide
Le piogge acide sono un problema per monumenti nazionali e per la tenuta degli edifici. Infatti, questi eventi atmosferici generano a catena una serie di reazioni chimiche, tali da corrodere anche materiali considerati molto resistenti. Un esempio è il marmo. Quando entra a contatto con la pioggia acida, il marmo perde la sua brillantezza e lo strato superficiale.
Se si tratta di un marmo pregiato o lavorato per restare liscio, allora potrebbe perdere queste caratteristiche. Quindi, è necessario proteggere dalle intemperie le opere italiane di ogni tempo. Per questo, nelle grandi città, come Roma, Firenze, Pisa, ecc., le amministrazioni nel corso degli anni hanno scelto di mettere all’esterno delle riproduzioni e di mantenere all’interno i monumenti più preziosi.
Se questo si può fare per le statue, la soluzione è meno praticabile per i monumenti come il Colosseo. In quei casi, si procede direttamente al restauro da parte di esperti, anche se i monumenti restano in pericolo.
Senza dover pensare alle grandi opere del passato, anche i palazzi e i condomini subiscono i danni delle piogge acide. Infatti, può capitare che pezzi di intonaco si corrodano per via dell’acidità dell’acqua. In più, questi fenomeni sono difficili da prevedere. È vero, il meteo è in grado di prevedere le precipitazioni.
Purtroppo, però, per capire se si tratta di una pioggia acida si deve aspettare l’esito del laboratorio, oppure i danni già arrecati a monumenti, edifici e natura.