Medicina scolastica, una risorsa caduta in disgrazia e che potrebbe tornare utile

medicina scolastica

In seguito alla crisi vissuta dalla didattica italiana a causa dell’emergenza pandemica, è tornato alla ribalta il concetto di “medicina scolastica”. Quali sono i diritti degli studenti 

La medicina scolastica nasce in Italia con il D.P.R. 264 del 11 Febbraio 1961 (Titolo III Servizi di medicina scolastica artt. 9 e successivi), con oggetto la tutela della salute le scuole e gli alunni che le frequentano nonché il personale stesso delle scuole, per quanto attiene alla difesa contro le malattie infettive, la prevenzione delle patologie evolutive e la loro diagnosi precoce.

Medicina scolastica: cosa prevede la normativa

La normativa, che ha avuto il suo pieno sviluppo appunto negli anni ’60, ha visto nel tempo, purtroppo, un lento declino. Ma cosa prevedeva? L’attività di Medicina scolastica era prevista si svolgesse principalmente all’interno degli edifici scolastici e/o nei poliambulatori e consisteva in una serie di attività di screening, tra cui:

  • Auxologico per il controllo della crescita statuto-ponderale del bambino e dello sviluppo puberale e sessuale dell’adolescente;
  • Deficit oculo-visivo e controllo del visus;
  • Ortopedico, nella ricerca, prevenzione e identificazione precoce di scoliosi, cifosi e malattie dell’appartato scheletrico;
  • Paramorfismi/dismorfismi della colonna vertebrale;
  • Odontoiatrico, igiene orale e prevenzione delle carie;
  • Otorinolaringoiatrica -O.R.L. (adenoidismo e patologie tonsillari);
  • Cardiologica;
  • Parassitosi cutanee (pediculosi, scabbia).

Nella normativa era previsto che, all’espletamento dei servizi medico-scolastici provvedessero i Comuni a mezzo di:

a) medici scolastici generici e medici scolastici specialistici;

b) personale sanitario, costituito da assistenti sanitarie visitatrici, infermiere professionali, vigilatrici dell’infanzia, in numero adeguato alle esigenze locali.

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Riportiamo, a fine esplicativo, alcuni passaggi dei primi articoli:

“Il servizio di medicina scolastica comprende la profilassi, la medicina preventiva, la vigilanza igienica, il controllo dello stato di salute di ogni scolaro e si avvale della collaborazione della scuola nell’educazione igienico-sanitaria.”

Per la tutela della salute dell’igiene nelle scuole o negli istituti di educazione e di istruzione il medico scolastico provvede a:

  • sottoporre a visita medica preliminare all’inizio dell’anno scolastico, tutti i soggetti, allo scopo di accertare gli eventuali impedimenti ad una normale frequenza scolastica; selezionare gli alunni che abbisognino di più approfonditi accertamenti;
  • visitare accuratamente almeno una volta nel corso dell’anno gli alunni frequentanti, allo scopo di controllarne lo sviluppo psico-fisico;
  • eseguire le reazioni tubercoliniche registrandone l’esito e far eseguire l’indagine schermografica, di norma al primo ed al quarto anno della scuola elementare, ed al terzo anno della scuola media;
  • eseguire visite straordinarie o periodiche ai soggetti che richiedono speciale osservazione ed a quelli che lasciano la scuola definitivamente o che passano ad altre scuole ed istituti;
  • È altresì compito del medico scolastico, nell’ambito delle sue attribuzioni, di collaborare con i dirigenti scolastici, con gli insegnanti, con le famiglie e con i centri medico-psico-pedagogici, al fine sia di ottenere il miglior rendimento scolastico degli alunni, sia di evitare loro o limitare le cause di affaticamento mentale.

Sinteticamente, potremmo dire che il concetto di medicina scolastica coniuga due costrutti fondamentali: il diritto allo studio e il diritto alla salute.

La medicina scolastica oggi

In seguito alla riforma del Sistema Sanitario Nazionale, l’interesse per la medicina scolastica è gradualmente scemato, fino a non rientrare più negli interessi delle Regioni. Le attività preventive sono di fatto state assorbite dalla medicina extrascolastica territoriale. Recentemente, in seguito all’emergenza legata alla diffusione della malattia da SARS-COv2, che ha inevitabilmente avuto un impatto sul sistema scolastico, diverse Regioni e forze politiche hanno considerato la reintroduzione della “profilassi sanitaria a scuola”. 

Una delle prime regioni ad accogliere il reintegro della medicina scolastica, seppur in via temporanea, è stata la regione Toscana. La regione, in un’Ordinanza del 26/08/20 ha previsto, per quanto in fase emergenziale, “la attivazione, da parte delle aziende USL della Regione Toscana, delle procedure per la ricerca di professionalità mediche da dedicare alle attività sanitarie previste dai protocolli del Ministero della Salute per l’avvio delle attività scolastiche in tempo di COVID, da acquisire attraverso la stipula di specifici contratti libero professionali”.