Sono sempre più diffusi gli integratori alimentari a base di riso rosso fermentato per controllare il livello di colesterolo nel sangue. Abbiamo sottoposto i principali prodotti al test di disaggregazione: e le sorprese non sono mancate
I risultati del test condotto per il Salvagente dalla professoressa Fabiana Quaglia – Università Federico II di Napoli – incentrato sul test di disaggregazione e pubblicati nel numero di maggio hanno svelato una preoccupante realtà. Il test di disaggregazione non è una prova obbligatoria (come per i farmaci) per gli integratori alimentari. Tuttavia per capire la biodisponibilità del principio attivo una volta ingerito abbiamo sottoposto i nostri campioni a questo test: quattro su quindici i campioni che non rispettano i tempi di disaggregazione previsti dalle regole della farmacopea europea.
A seguito della diffusione dei risultati dei nostri test sui prodotti anticolesterolo naturali, Guidotti del gruppo Menarini, ha confermato i risultati scegliendo di richiamare dal mercato sette lotti del LevelipDuo. Non solo i privati, ma anche il ministero della Salute ha successivamente sottolineato l’importanza di effettuare i test di disaggregazione, emanando una circolare a riguardo, in virtù dei risultati emersi dai nostri test.
Quanta monacolina K c’è?
Le analisi eseguite per Salvagente dall’Università Federico II di Napoli hanno fatto emergere ulteriori specifiche che vanno oltre le proprietà di disaggregazione degli elementi contenuti nei prodotti anticolesterolo naturali.
Sotto la lente, la concentrazione di monacolina K e il rapporto tra la quantità dichiarata e quella effettivamente contenuta. È emersa una differenza che va dal 14% al 24%. L’analisi è proseguita sulla presenza di citronina, micotossina nefrotossica, sempre risultata, in tutti e quindici i test, sempre inferiore ai limiti di rilevazione (100 microgrammi per chilo).
Rilevazione in conformità anche per quanto riguarda la monacolina K, deputata a contribuire alla riduzione del colesterolo, che non deve superare i 10 mg per dose. Presso i laboratori del professor Alberto Ritieni, docente di Chimica degli Alimenti presso la Federico II di Napoli, è stata valutata anche la bioccessibilità del principio attivo (persistenza dopo la digestione gastrica e del primo tratto intestinale), con risultati che possono definirsi ottimali (salvo nei casi di mancato rispetto dei tempi di disaggregazione).
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Troppi ingredienti sgraditi
Una sezione a parte va dedicata alla rilevazione degli ingredienti “sgraditi” presenti nei prodotti anticolesterolo naturali analizzati dai nostri test. Primo fra tutti è stato trovato il biossido di titanio o E171, uno sbiancante dichiarato non sicuro come additivo alimentare da Efsa e messo al bando dal 7 agosto scorso, seguito dal biossido di silicio, antiagglomerante con rischio emergente per la salute umana e dalla carbossimetilcellulosa o addensante E466.
Tra le sostanze sgradite si segnala inoltre l’idrossipropilmetilcellulosa, stabilizzante con potenziale rischio cancerogeno; la carragenina; la gommalacca, i fosfati di calcio, imputati di interferire con il processo di assorbimento del calcio e l’olio di cocco, un grasso vegetale dalla particolare ed elevata concentrazione di grassi saturi.