Il tema della privacy è recentemente tornato alla ribalta, specie in seguito alla campagna pubblicitaria lanciata da Apple su scala globale. Vediamo come ha reagito il principale competitor e cosa fare noi per limitare l’invadenza dei big
Con le sue ultime versioni del sistema operativo, Apple ha puntato in apparenza alla privacy dei suoi utenti. La risposta di Google non ha tardato ad arrivare: pare che anche questo secondo colosso tecnologico attuerà delle misure, entro due anni, per proteggere la riservatezza.
Privacy Apple vs Google: le differenze
Una ricerca pubblicata da Douglas Leith del Trinity College (Irlanda), che si focalizza esattamente su questa tematica, ha permesso di dare un’idea più chiara delle differenze tra Apple e Google rispetto alla privacy. Analizzando il flusso di dati che Android e iOS trasmettono alle case madri, è emerso che Android invia una quantità di dati circa 20 volte superiore a quella condivisa da iOs. L’analisi ha tenuto conto di tutti i dati trasmessi anche quanto i dispositivi sono in standby, quindi non solo quelli provenienti dalle applicazioni preinstallate.
Entrambi i sistemi sono comunque in costante collegamento con Apple e Google, fornendo informazioni anche quando l’utente ha bloccato la condivisione dei report. Tra queste troviamo dati relativi all’inserimento di una SIM o l’utilizzo delle impostazioni.
Un’altra importante differenza tra i due sistemi operativi riguarda il quantitativo di dati inviato. Se in media iOS condivide circa 42Kb di dati all’avvio e circa 52Kb ogni 12 ore, per Android si parla di 1MB in entrambi gli scenari. Rapportati al mercato statunitense, questi dati indicano che Google raccoglie oltre 1,3TB di dati ogni 12 ore, contro i 5,8GB di Apple.
La recente modifica di Apple al proprio sistema operativo ha contribuito a spazzare via più di 300 miliardi di dollari dal valore di mercato di Meta. Mossasi per limitare le pratiche di tracciamento sugli iPhone, Apple ha chiesto agli utenti di dare o meno il proprio consenso ad un’app perchè tracciasse i dati. Secondo il fornitore di analisi delle applicazioni mobili Flurry, gli utenti statunitensi hanno optato per il non tracciamento nel 96% dei casi. Google ha risposto prontamente: il rivale di Apple prevede di sviluppare sostituti più attenti alla privacy per gli identificatori alfanumerici associati ai singoli smartphone che alcune applicazioni utilizzano per raccogliere e condividere informazioni sugli utenti.
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Alcuni consigli utili per salvaguardarsi dal tracciamento dei dati
Uno dei principali ostacoli alla privacy è dato dagli identificatori (Idfa) legati ai dispositivi, serie di stringhe di lettere e numeri che “studiano” il comportamento degli utenti per renderlo bersaglio di pubblicità personalizzata. Google ha ammesso che gli identificatori continueranno a funzionare per almeno 2 anni, tempo durante il quale si premurerà di trovare soluzioni alternative allo sviluppo di nuovi sistemi. Nel frattempo, cosa è possibile fare per salvaguardarsi dal tracciamento dei dati?
- Cancellare cookies e cache: punto di partenza imprescindibile per evitare il tracking, necessario ma non sufficiente. Nel farlo, potrete trarre vantaggio dai sistemi di blocco dei cookie che si incontrano durante la navigazione in rete;
- disattivare la locazione del device: evita che app indesiderate utilizzino la posizione, ma anche il tracciamento e la memorizzazione dei dati GPS;
- scansione e rimozione di spyware: utilizzando una applicazione antivirus affidabile è possibile scansionare il device alla ricerca di malware e rimuoverli in modo sicuro;
- utilizzare un browser privato: i browser Internet più diffusi, come Google Chrome, utilizzano la posizione per eseguire varie operazioni. Per evitare questo tracciamento è possibile disattivare il rilevamento della posizione nelle impostazioni sulla privacy del browser o passare a un browser privato (come DuckDuckGo);
- rimuovere le applicazioni non familiari: applicazioni sconosciute o download non iniziati dall’utente potrebbero essere il segno della presenza di uno spyware;
- proteggere l’account Google: gli account Google registrano molti dati come la localizzazione, anche quando non sono in esecuzione app Google. Per mantenere l’account sicuro e proteggere le informazioni sulla posizione si consiglia di aggiornare regolarmente la password e le impostazioni sulla privacy;
- utilizzare una VPN: l’utilizzo di una VPN affidabile è uno dei modi migliori per impedire a chiunque di accedere all’indirizzo IP e alla posizione esatta. Una VPN funziona criptando i dati e reindirizzando il traffico online attraverso un server esterno;
- spegnere il telefono: se si teme un tracciamento, spegnere il telefono è la soluzione immediata per interrompere le comunicazioni con le reti e i dati GPS;
- evitare il Wi-Fi pubblico non protetto da password: gli hacker utilizzano comunemente il Wi-Fi pubblico per eseguire attacchi informatici;
- disattivare il tracciamento della posizione sui social media.