Garante Privacy: attenzione ai microfoni spia degli smartphone”. Ecco come disattivarli

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“Microfoni degli smartphone sempre accesi a carpire informazioni rivendute poi a società per fare proposte commerciali” secondo il Garante della Privacy è un fenomeno sempre più diffuso, causato anche dalle app che scarichiamo sui nostri cellullari. “Molte app, infatti- dice il garante –  tra le autorizzazioni di accesso che richiedono al momento del download, inseriscono anche l’utilizzazione del microfono. Una volta che si accetta, senza pensarci troppo e senza informarsi sull’uso che verrà fatto dei propri dati, il gioco è fatto”. Su questo illecito uso di dati che si sta facendo alle spalle di persone ignare, già all’attenzione dei suoi uffici, il Garante per la privacy ha avviato un’indagine dopo che un servizio televisivo e diversi utenti hanno segnalato come basterebbe pronunciare alcune parole sui loro gusti, progetti, viaggi o semplici desideri per vedersi arrivare sul cellulare la pubblicità di un’auto, di un’agenzia turistica, di un prodotto cosmetico.

L’autorità avvia istruttoria

L’Autorità ha avviato un’istruttoria, in collaborazione con il Nucleo speciale privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, che prevede l’esame di una serie di app tra le più scaricate e la verifica che l’informativa resa agli utenti sia chiara e trasparente e che sia stato correttamente acquisito il loro consenso. La nuova attività del Garante si affianca a quella già avviata sulla semplificazione delle informative, attraverso simboli ed immagini, affinché gli utenti e i consumatori siano messi in grado in maniera sintetica ed efficace di fare scelte libere e consapevoli.

Gli assistenti locali

Dei problemi della privacy legati ai microfoni degli smartphone, il Salvagente si era occupato nell’ottobre del 2018, spiegando che assistenti vocali sono sempre più diffusi su tutti gli strumenti digitali, non solo sugli smartphone, ma anche su computer fissi e sistemi di domotica, come Google Home, Amazon Echo ed Apple HomePod. Gli assistenti hanno spesso nomi singolari: Siri di Apple, Cortana di Windows e “Ok Google” di Android, Alexa di Amazon. La comodità di poter chiedere all’assistente di eseguire azioni al posto nostro, come fare una ricerca, aprire una pagina internet, chiamare o mandare un sms a qualcuno, accendere le luci o far partire la musica, ricordare un appuntamento. Per funzionare gli assistenti vocali devono essere pronti a rispondere a comando. Dunque sono sempre accesi. Secondo diverse segnalazioni, registrano parole chiave pronunciate in loro presenza per riportarle al reparto pubblicità. Non stupitevi se dopo aver parlato con un amico di un prodotto ve lo vediate spuntare su un banner di un social o di un sito. Conoscere le abitudini del consumatore, dicono le aziende, serve a capire meglio il suo profilo e adattare i servizi alle sue esigenze. Quello che però soprattutto le multinazionali del web preferiscono non dire è che non sempre i metodi per raccogliere i dati personali degli utenti sono chiari, se non addirittura leciti, tanto che le sanzioni e gli allerta si ripetono con una frequenza preoccupante.

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Non solo microfoni aperti…

A fine agosto 2018, Yahoo! è stata accusata dal Wall Street Journal di spiare le mail dei propri utenti per vendere dati agli inserzionisti pubblicitari. La Oath, l’azienda proprietaria di Yahoo! e divisione di Verizon Communications, ha infatti lanciato un servizio dedicato agli inserzionisti che analizza oltre 200 milioni di caselle di posta, cercando indizi su quali prodotti potrebbero comprare gli utenti. La scansione delle mail con il fine di profilare gli utenti è una pratica che per anni ha messo in pratica anche Gmail, il popolare gestore di posta di Google, che però assicura di aver smesso da un anno. Nell’agosto 2020 Google Chrome è stata accusata di aver spiato gli utenti nonostante questi stessero navigando on line con la modalità incognito. Tanto grave che negli Stati Uniti un gruppo di consumatori ha intentato una class action del valore di 5 miliardi di dollari

Google sotto accusa

Ma il gigante di Mountain View ha anche altre scelte da giustificare di fronte all’opinione pubblica: un accordo riservato tra Google e Mastercard, infatti, ha garantito agli inserzionisti  pubblicitari di verificare che gli spot diffusi dal motore di ricerca portassero effettivamente ad acquisti nei negozi tradizionali, tramite i report della famosa compagnia di carte di credito. Negli Usa, una famiglia che utilizza Echo, l’assistente in grado di rispondere come un “maggiordomo” ai comandi vocali tramite il software Alexa, hanno scoperto con imbarazzo che l’aggeggio aveva inviato la registrazione di una loro conversazione privata a un contatto della rubrica a caso. Solo tre dei tanti esempi possibili che rendono chiaro quanto il profilo delle abitudini di un consumatore non sia altro che merce. Detto questo, per ottenere questi preziosi dati personali, le compagnie offrono servizi che in molti casi migliorano la vita delle persone. La geolocalizzazione, per esempio, traccia gli spostamenti tramite il cellulare ma rende semplice e intuitivo utilizzare il navigatore per calcolare il percorso migliore fino a casa, o persino per ricordarci dove abbiamo parcheggiato la macchina. Così come i “cookie” permettono di recuperare un indirizzo web con il solo inserimento della lettera iniziale ma registrano i nostri movimenti sulle pagine che visitiamo.

 

Come proteggersi dai microfoni spioni

Per gestire o disattivare:

Ok Google – andare su support.google.com/assistant

Siri – andare su support.apple.com/it-it/HT207301

Cortana – Avviare Cortana > sezione Appunti > Informazioni personali >

Account Microsoft, > Cliccare nuovamente sull’Account Microsoft nella nuova finestra > Disconnetti

Alexa – Menù impostazioni della app, da qui è possibile cancellare l’archivio delle registrazioni e regolare le funzioni ; per il dispositivo Echo esiste un pulsante per disattivare il microfono

Come disattivare la geolocalizzazione

Google maps: su dispositivo mobile, andare su www.google.com/maps/timeline, e cancellare i singoli spostamenti  cliccando sul grafico dei giorni e poi sul bione della spazzatura. Cliccando sulla rotellina si può scegliere se eliminare o sospendere tutta la cronologia delle posizioni. Su Viamichelin.it, cliccate sul menù in alto a sinistra, poi su “regolazione di cookie e plotter” (disattivare i cookie). Per eliminare la cronologia: cliccate nel campo dell’indirizzo e fate scorrere la barra di scorrimento fino alla fine della lista, cliccate su “Elimina la cronologia”.