In un mercato libero, ma fortemente concorrenziale, mosso dalle spinte inflazionistiche e dalle speculazioni ingiustificate, soprattutto sul campo delle energie e dei servizi offerti alle compagnie telefoniche, ai consumatori chi ci pensa?
Il Codice del consumo in Italia, imposto da una chiara direttiva dell’Unione europea del 1999 per la protezione del consumatore, è entrato in vigore nel 2005. Inoltre, l’articolo 137 del Codice ha istituito l’elenco delle associazioni dei consumatori e degli utenti, perché, nell’era del bombardamento di informazioni cui siamo sottoposti quotidianamente, non è affatto semplice distinguere tra associazioni organizzate in modo professionale, con obiettivi chiari, e organismi di tutela che sventolano come bandiere di partito. Questa battaglia, spesso tra Davide (il consumatore) contro Golia (i colossi industriali) si vince sul campo dell’informazione, tutelandosi da fake news e strumentalizzazioni che non hanno certo come fine la tutela dei diritti dei consumatori e dei venditori.
Il Mise (Ministero dello sviluppo economico) mette pubblicamente a disposizione la lista di associazioni dei consumatori riconosciute.
L’inflazione non giustifica sempre alcuni aumenti
Ci siamo lasciati alle spalle un mese di giugno segnato dal termometro dell’inflazione, in Italia salito a + 8%. Gli aumenti, e il conseguente carovita, sono spesso ingiustificati o dettati da logiche più speculative, che legate agli eventi dell’attualità: pandemia, guerra tra Russia e Ucraina, siccità e cambiamento climatico, esplosione demografica e immigrazione. Per questo è importante informarsi e vigilare sempre sui colossi. In tal senso, ha fatto scuola il recente caso di WindTre che prova a legare all’inflazione le tariffe degli abbonati di rete mobile e fissa. L’associazione Federconsumatori non ci sta e tenta di bloccare sul nascere l’iniziativa. “Una posizione del tutto assurda e inaccettabile, che dimostra come WindTre punti all’esclusiva massimizzazione dei profitti”, commenta l’associazione di categoria. Una mossa, quella delle compagnie telefoniche, che metterebbe in pericolo il diritto di recesso. Anche disdire un servizio diventa peggio che andar di notte.
Che fine ha fatto Mister Prezzi?
Rispetto ai numerosi aumenti dei prezzi non giustificati, di natura più speculativa, l’impressione è che le autorità preposte stiano passando il cerino in mano al governo (tra l’altro caduto e vacante, in attesa di nuove elezioni anticipate). I rincari speculativi possono essere segnalati a Mister Prezzi, la figura del Garante per la sorveglianza dei prezzi istituita per la prima volta nel 2007, ma che per lungo tempo è stata dimenticata, soprattutto in questa fase delicata che stiamo vivendo per i consumatori e i produttori di beni e servizi.
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Attualmente questo ruolo è ricoperto da Benedetto Mineo, segretario generale del Ministero dello sviluppo economico. Da un punto di vista operativo, Mister Prezzi è coadiuvato dalla Guardia di Finanza e collabora anche per il Ministero della transizione ecologica e l’Autorità di Regolazione per energia, reti e ambiente (Arera). Inoltre, il Mise agevola l’operato del garante mettendo a disposizione del consumatore l’Osservatorio dei Prezzi, ovvero un servizio di informazione, trasparenza e orientamento degli utenti e degli per gli operatori economici, per documentarsi sull’andamento dei prezzi dei beni e dei servizi di largo consumo, sulla loro variabilità e sulle dinamiche inflazionistiche.
Proprio ora che serve, Mister Prezzi sembra più un personaggio mitologico dei fumetti in bianco e nero, che una certezza.
Chi tutela e difende i consumatori?
L’altra possibilità è quella di segnalare i casi allo sportello dell’autorità Antitrust sul sito Agcm, che proprio in questi giorni ha presentato il rapporto sull’attività 2021, aggiornato fino al giugno 2022. In un anno e mezzo, 100 milioni di euro di sanzioni e 23 milioni restituiti ai consumatori.
Tuttavia, le condotte anticoncorrenziali nel mercato libero (e speso anarchico) non accennano a diminuire. In queste settimane la Procura di Milano ha concluso le indagini per una presunta truffa da 99 milioni ai danni di clienti di compagnie telefoniche che dal 2017 al 2020 si sono visti attivare servizi a pagamento non richiesti.
Stop al telemarketing molesto
Dal 27 luglio, con il nuovo Registro pubblico delle opposizioni, si potranno bloccare anche le telefonate moleste (telemarketing) di venditori di compagnie telefoniche e energetiche, ma anche di trading online. L’utente potrà iscrivere qualsiasi numero di telefono (fisso e mobile) nel nuovo Registro delle opposizioni collegandosi al sito o chiamando il numero verde 800 265 265 e seguendo la procedura in automatico, con la dettatura di alcuni dati personali come il codice fiscale o la partita Iva.