Paracetamolo antinfiammatorio: quali sono le differenze con l’ibuprofene

paracetamolo

Gli italiani abusano con antidolorifici e oppiodi. Spesso si fa confusione tra paracetamolo e ibuprofene, che hanno funzioni differenti nei vari trattamenti. Facciamo chiarezza su questi prodotti simbolo dell’automedicazione.

Al Festival di Sanremo del 2021 fece scalpore un brano del cantautore Aiello. A margine della sua esibizione canora, spiegò: “Io mi curavo le ferite a letto, mettevo pezze sul cuore, ma non ho avuto il coraggio di restare, sono andato via invece che ripartire”. L’artista calabrese cantava l’amore tossico e liberatorio e, non a caso, il titolo della canzone era provocatoriamente “Sesso ibuprofene”.

Qualche anno prima, anche il brano d’autore di Calcutta aveva come protagonista il paracetamolo, che dava il titolo alla canzone. Il ritornello “Lo sai che la Tachiprina 500 se ne prendi due diventa 1000” diventò uno dei tormentoni del 2018, estratto dal disco Evergreen.

La musica e l’arte in generale, da sempre si ispirano ai farmaci come cura lenitiva per le ferite del cuore. Ma è solo un effetto sedativo e passeggero. Le cicatrici restano.

Sono questi gli effetti del paracetamolo antinfiammatorio, tuttavia da non confondere con l’ibuprofene, un principio attivo della famiglia dei farmaci antinfiammatori non steroidei. L’ibuprofene è dotato di proprietà analgesica, antinfiammatoria e antipiretica. Questa classe di farmaci rappresenta la categoria di più largo impiego nel trattamento delle malattie reumatiche, patologie caratterizzate dall’infiammazione di articolazioni, legamenti, tendini, ossa o muscoli.

 

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Le differenze tra paracetamolo e ibuprofene

Entrambi sono farmaci da banco acquistabili senza la prescrizione medica, dei quali però se ne fa largo uso e abuso. Sono due principi attivi analgesici usati nell’automedicazione: sia il paracetamolo (o acetaminofene) che l’ibuprofene sono assunti per lenire il dolore generico. Dal mal di testa, ai dolori mestruali a quelli articolari, si tratta di due fra i principi attivi più usati per questo scopo. Ma ci sono delle differenze, che la dottoressa Maria Fazio, responsabile della farmacia di Humanitas, illustra in sintesi.

Mentre il paracetamolo allevia il dolore e abbassa la febbre, l’ibuprofene ha anche un effetto antinfiammatorio. Il paracetamolo può essere usato a bassi dosaggi, anche in gravidanza (previo parere dello specialista o del proprio medico di base che valuterà il singolo caso e l’eventuale presenza di allergie), l’ibuprofene, invece, è sconsigliato alle donne incinte a causa della sua potenziale capacità di inibire la sintesi delle prostaglandine nel neonato.

“Di entrambi i farmaci – consiglia l’esperta – è bene non abusare, ma assumerli sono quando è davvero necessario”.

Quando assumerli?

Il paracetamolo è l’analgesico più indicato quando si è in presenza di febbre, dolori di intensità da lieve a moderata come il mal di denti, mal di ossa, dolore post-chirurgico e mal di testa da cefalea muscolotensiva (quindi, non derivante da emicrania), ma anche dolore muscolo-scheletrico associato a processi infettivi acuti, l’analgesico più raccomandato è il paracetamolo.

L’ibuprofene, invece, è indicato per il trattamento di artrite, artrosi e spondilite anchilosante (artrite della colonna vertebrale), l’infiammazione non reumatica e dolori mestruali. Se ne sconsiglia l’assunzione ai pazienti con problemi gastrici, insufficienza renale o epatica. L’ibuprofene è da evitare anche quando si assumono farmaci antipertensivi o anticoagulanti ad alto rischio di interazione.

Italiani sempre più dipendenti da antidolorifici

Il Ministero della salute ha più volte lanciato l’allarme a causa dell’abuso di antidolorifici, ma anche della confusione che si fa tra paracetamolo e ibuprofene. Sarebbero 350mila gli italiani dipendenti da oppioidi. Già nel 2014, stando al Rapporto OsMed, si registrava l’incremento nell’uso dei farmaci per il dolore, in particolare, tra gli antidolorifici ad azione centrale. Rilevanti aumenti del consumo degli alcaloidi naturali dell’oppio (morfina, idromorfone, oxicodone e codeina in associazione) e degli altri oppiacei (tramadolo e tapentadolo).

La Tachipirina è senz’altro il farmaco a base di paracetamolo più utilizzato: abusarne comporta il rischio di diventare resistenti al principio attivo. In ogni caso, questi farmaci ci rendono dei momenti della vita meno dolorosi. Ma, tornando alla musica, purtroppo ai problemi di cuore non c’è medicina che guairisca.