“Se confermata, sarebbe a dir poco sconcertante”. Federconsumatori non ci sta e tenta di bloccare sul nascere l’iniziativa di WindTre che vorrebbe legare all’inflazione le tariffe degli abbonamenti di rete mobile e fissa. “Una posizione del tutto assurda e inaccettabile, che dimostra come WindTre punti all’esclusiva massimizzazione dei profitti”
Federconsumatori ha definito inaccettabile la proposta avanzata di WindTre all’Autorità garante nelle comunicazioni di legare all’inflazione le tariffe degli abbonamenti di rete mobile e fissa. In altre parole, le tariffe, quelle che mensilmente paghiamo per usufruire dei servizi interne e voce, dovrebbero crescere all’aumentare dei prezzi nell’anno. “Una posizione del tutto assurda e inaccettabile, che dimostra come WindTre punti all’esclusiva massimizzazione dei profitti, senza tenere in alcuna considerazione le esigenze e soprattutto i diritti – in primis quello di recesso – della clientela” commenta Federconsumatori.
Addio al diritto di recesso
E in effetti le compagnie hanno già la possibilità di aumentare i prezzi: si chiamano modifiche unilaterali del contratto e possono essere attuate a atto che i consumatori abbiano tempo necessario (due mesi) per recedere dal contratto qualora siano in disaccordo con i nuovi aggiornamenti di listino.
Agganciando le tariffe all’inflazione, invece, le compagnie non sarebbe più obbligate a comunicare al consumatore la modifica (che in effetti non sarebbe una modifica unilaterale) e quindi avrebbero mano libera con buona pace dei diritti dei consumatori (che si credevano acquisiti). “In un momento in cui si assiste all’aumento esponenziale dei prezzi della maggior parte dei prodotti, con conseguenti rinunce e modifiche dei consumi, persino nell’ambito dei generi di prima necessità , come quelli alimentari ed energetici, WindTre pensa bene di aggiungere un ulteriore elemento di criticità , sentendosi per un non meglio precisato motivo al di sopra delle regole” sostiene sempre l’associazione a tutela dei consumatori.
Il (cattivo) esempio di Tim
Nella lettera che WindTre ha fatto recapitare al Garante, il gestore spiega che Tim applica un sistema analogo alle altre società interessate a noleggiare la sua rete ultra veloce. La tesi di Wind, dunque, è questa: se Tim può agganciare al carovita i listini che impone ad altri operatori (nell’ambito del cosiddetto “coinvestimento”); a cascata gli operatori andrebbero autorizzati a inglobare l’inflazione nelle tariffe per i loro clienti finali (come le famiglie). All’estero, tra gli operatori c’è chi già attua un sistema come quello che vorrebbe WindTre (in Austria dove l’operatore A1 Telekom ha rivisto le tariffe in base all’inflazione col benestare della Corte di giustizia dell’Ue).
Che farà il Garante?
Impossibile prevedere la decisione dell’Autorità . Molto probabilmente, vista la delicatezza dell’intervento, aprirà una consultazione pubblica proprio per sondare gli umori. Ma potrebbe anche defilarsi (con eleganza) e passare la palla al governo chiedendo alla maggioranza una legge per introdurre l’aggancio delle tariffe della telefonia al carovita.
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