Dal prossimo anno i produttori saranno obbligati (a meno di un altro rinvio) a comunicare la destinazione finale degli imballaggi, informazioni che già oggi alcuni marchi forniscono in maniera volontaria
Ancora qualche mese e potremmo dire addio ai dubbi amletici davanti ad un imballaggio: dove lo butto? Il 2023, a meno di un ulteriore rinvio, diventerà obbligatorio l’etichetta ambientale ovvero i produttori dovranno comunicare ai consumatori la destinazione finale di una confezione e i materiali di cui è composta. A dir il vero già adesso su alcuni imballaggi troviamo le indicazioni relative allo smaltimento (talvolta imprecise, come raccontiamo qui) ma con il nuovo anno questo diventerà un obbligo.
Cosa contiene l’etichetta ambientale
L’etichetta ambientale deve contenere obbligatoriamente:
- il tipo di imballaggio (descrizione scritta per esteso o rappresentazione grafica);
- l’identificazione del materiale usato (con una codifica alfanumerica ai sensi della Decisione 97/129/CE), integrata eventualmente con l’icona prevista ai sensi della UNI EN ISO 1043-1:2002 (imballaggi in plastica), oppure ai sensi della CEN/CR 14311:2002 (imballaggi in acciaio, alluminio e plastica);
- la famiglia del materiale di riferimento e l’indicazione sul tipo di raccolta (se differenziata o indifferenziata)
oppure
indicazione sul tipo di raccolta (se differenziata o indifferenziata) e, nel caso si tratti di raccolta differenziata, indicazione del materiale di riferimento.
L’accordo Comieco-Federdistribuzione
E sempre in vista di questa importante scadenza Ace Italia (The Alliance for beverage cartons and the environment), Federdistribuzione e Comieco hanno da poco siglato un accordo triennale, finalizzato a promuovere un nuovo sistema di raccolta differenziata e di avvio al riciclo degli imballaggi compositi a prevalenza carta per liquidi alimentari (utilizzati per contenere il latte, l’acqua, succhi di frutta e bevande non gasate, ma anche altri alimenti), attraverso il posizionamento di ecocompattatori automatizzati presso punti vendita della distribuzione moderna. In questo modo si introduce un nuovo canale di raccolta vicino al consumatore, garantendo la tracciabilità dei materiali raccolti.
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