A difendere il miele (e le api) ci devono pensare i produttori?

MIELE EITICHETTA

Mentre l’Europa non riesce ancora a vietare pesticidi tossici per le api come il sulfoxaflor e continua la mortalità anomala di questi preziosi insetti, c’è chi come Coop e Colussi lancia campagne di tutela e sensibilizzazione. E, in occasione della giornata mondiale delle api un sondaggio di Vita in campagna mostra come gli italiani siano divisi tra millefiori, acacia e castagno

Al posto dello zucchero, come alimento goloso sul pane o sul formaggio e come rimedio della nonna al mal di gola o alla tosse. Il miele è uno degli alimenti più amati dagli italiani, considerato giustamente naturale. Eppure, inaspettatamente, i nostri consumi  si attestano ancora a livelli lontani da quelli degli altri paesi europei. Ogni anno ci limitiamo a “far fuori” un barattolo da 500 grammi, mentre i consumatori tedeschi ne consumano il triplo

Ovviamente si tratta di una media “trilussiana” (avete presente quella dei due polli a testa?), e c’è da scommettere che molti italiani acquistino diversi vasetti l’anno mentre per altri il miele non faccia parte di quegli alimenti da tenere sempre in dispensa.

Come usano il miele gli italiani

Per gli appassionati, però, le occasioni per portare in tavola il prezioso prodotto zuccherino sono molte, come rivela un sondaggio della rivista mensile Vita in Campagna realizzato su un campione di 1300 hobby farmer di tutte le regioni italiane per il World Bee Day (Giornata Mondiale delle Api, 20 maggio). La maggior parte degli italiani utilizza il miele come dolcificante per bevande (59%) al posto dello zucchero; molti anche quelli che lo mangiano spalmato sul pane (52%), che lo impiegano per combattere i malanni stagionali (49%, con una preponderanza di rispondenti donne) e che lo utilizzano nelle preparazioni alimentari (34%).

Ancora di nicchia, invece, l’impiego in preparazioni estetiche come maschere e depilazione (1%).

Per quanto riguarda le diverse varietà, il miele millefiori – testimone della biodiversità – è stato eletto a tipologia preferita dal 27% dei rispondenti, seguito dal miele di acacia (24%) e da quello di castagno (22%). Seguono varietà più inconsuete ma pur sempre reperibili: il miele di tiglio (13%), il miele di agrumi (12%) e il miele di timo (2%).

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E dati interessanti emergono anche relativamente all’acquisto: oltre due rispondenti su tre acquista il miele dai produttori locali, mentre solo il 20% si rivolge a supermercati o negozi alimentari. Un segnale incoraggiante per il mondo dei piccoli produttori agricoli, e che rappresenta un legame virtuoso con il territorio e con le scelte a chilometro zero, Uuno dei pochi di cui gli apicoltori possono gioire, messi a dura prova dal forte calo delle produzioni e dalla troppo frequente moria di api per i cambiamenti climatici e l’abuso della chimica di sintesi in campo.

Il declino delle api

Dal 2006 a oggi, infatti, c’è stato un aumento di mortalità di api mellifere spesso superiore al 30% e senza api è a rischio il 75% delle colture alimentari mondiali.

Un segnale allarmante che  non sembra smuovere con la necessaria urgenza la Commissione europea. È dello scorso mese, tanto per fare solo l’ultimo esempio, la notizia dell’empasse sul sulfoxaflor. Per la seconda volta, gli Stati membri non hanno trovato un accordo sul divieto del  pesticida su cui pesa il sospetto di essere dannoso per le api.

Nel frattempo, però, a muoversi sono alcuni produttori e realtà della grande distribuzione italiana con azioni di sensibilizzazione e di difesa di questo patrimonio naturale.

Coop, per fare un esempio, già in passato si era impegnata incentivando le 7.500 aziende agricole coinvolte nelle sue filiere produttive di ortofrutta a riservare siepi e fiori alle api e agli altri impollinatori, coprendo circa il 3% della superficie agricola. Poi dal 2021 ha fatto partire la campagna “Ogni ape conta” con la quale – dichiara la catena di grande distribuzione – ha tutelato un miliardo e 200 milioni di insetti e istallato 140 nidi con 131mila bozzoli di api solitarie nelle Oasi urbane nei campi delle filiere ortofrutta Coop nel 2022. Ora la campagna “Ogni ape conta” riparte con l’Università di Bologna, Conapi, Lifegate la filiera Coop e quest’anno anche i soci e consumatori a cui Coop chiede di contribuire alla tutela delle api solitarie.

Le casette per le api nei supermercati Coop

Nei punti vendita Coop sono disponibili già da ora le casette per le api osmie – insetti solitari fondamentali per l’impollinazione e anche per la biodiversità delle specie vegetali presenti nel Paese  – e altri insetti impollinatori. Piccole costruzioni di legno che installate sul balcone o in giardino permettono a questi insetti di trovare dei luoghi sicuri in cui rifugiarsi. Coop ha scelto 17 giovani apicoltori della Coop Community, la rete di under 30 appassionati di ambiente che già nel 2021 avevano aiutato Coop con le oasi, li ha dotati di casetta e decalogo dell’amante degli insetti impollinatori e ha chiesto loro di realizzare il Diario dell’apicoltore domestico, per raccontare che non è così difficile ospitare questi nidi.

“Lavoriamo su questa campagna da tempo e grazie all’impegno nostro, dei nostri fornitori e degli altri partner che ci hanno seguito oltre che dei consumatori, siamo riusciti a tutelare circa un miliardo di api solo nel primo anno – osserva Maura Latini Amministratrice Delegata Coop Italia – Ora andiamo oltre per aiutare un insetto essenziale per la biodiversità e per l’agricoltura e chiediamo ai nostri soci e consumatori di adottare anche loro le api osmie. Questo potrebbe sembrare un piccolo gesto ma in realtà è grandissimo. Da questi insetti non dipende solo il miele ma l’intera catena alimentare”.

Coop, va ricordato, dal 2010 limita e in alcune casi vieta nelle proprie filiere l’uso dei neonicotinodi, molecole particolarmente tossiche per le api. Inoltre nella campagna Agricoltura ad alta sostenibilità Coop ha eliminato altre molecole chimiche tra cui anche il glifosato dannoso per le api. Ora il progetto si allarga anche ai consumatori.

Colussi punta sui bambini

Decisione simbolica anche quella di Colussi che per il rilancio del suo marchio ha presentatoLa casa dei fiori”, il nuovo progetto per l’ambiente grazie al quale saranno realizzati in tre città italiane – Milano, Roma e Bologna – altrettanti giardini per favorire delle esplosioni di biodiversità e il recupero di aree verdi. Con il coinvolgimento di trecento alunni e alunne di sette scuole primarie e secondarie di primo grado, accompagnati dai loro insegnanti, saranno create delle oasi con alberi, arbusti e piantine come ginestre, lavanda, corbezzolo e fillirea selezionate per attrarre e proteggere le diverse specie di insetti impollinatori come api, farfalle, bombi.

Inoltre ai bambini e alle bambine verranno donate 300 piantine e 300 sacchettini di semi di piante e fiori di campo specificatamente indicati per attrarre gli impollinatori e creare delle vere e proprie “oasi di biodiversità” da coltivare sui balconi e nei giardini. E ancora, a ogni scuola che partecipa all’iniziativa, verranno consegnati dei kit di giardinaggio per mettere in pratica quanto appreso durante la manifestazione.

“Nell’immaginario la tradizione gastronomica italiana ha innati i valori di cibo buono e sano prodotto da agricoltura di qualità, in armonia con l’ambiente e con il territorio – spiega Massimo Crippa, direttore Commerciale del Gruppo Colussi -. Concetti che ci parlano della storia del nostro Paese ma che sono anche quanto mai attuali e moderni perché naturalmente si declinano con scelte strategiche verso la sostenibilità”.