Iperal, Maiorana Maggiorino e Tuodì sono i supermercati oggetto della nuova campagna di informazione lanciata da Animal Equality per convincere le tre insegne a dire addio alle uova da galline in gabbia
Animal Equality lancia oggi una nuova campagna di informazione rivolta alle catene di supermercati Iperal, Maiorana Maggiorino e Tuodì chiedendo di adottare policy pubbliche cage-free a sostegno degli animali. A differenza di realtà che hanno già adottato e reso pubbliche le proprie policy cage-free come Coop, Carrefour ed Eurospin, le tre aziende a cui Animal Equality Italia rivolge il proprio appello non presentano invece sul proprio sito né una sezione relativa al benessere animale né un impegno pubblico ad abbandonare completamente l’approvvigionamento di uova e ovoprodotti provenienti da allevamenti di galline allevate in gabbia e da sistemi combinati.
Condizioni di vita insalubri
Questi animali, costretti a passare la loro breve vita stipati insieme ai loro compagni, hanno uno spazio a disposizione paragonabile ad un foglio A4. All’interno di queste gabbie le galline, animali molto intelligenti e sensibili, passano tutta la loro breve esistenza senza poter esprimere i propri comportamenti più naturali e incorrendo spesso in situazioni di stress, perdita di piumaggio e ferite alle ali o alle zampe causate dalle sbarre di metallo. Le loro condizioni di vita sono talmente insalubri e stressanti che molte di loro muoiono precocemente di stenti e malattie e quelle che sopravvivono a volte sono addirittura costrette a convivere insieme ai cadaveri di quegli animali che non ce l’hanno fatta.
Galline in gabbia, un sistema obsoleto e crudele
L’allevamento in gabbia è un sistema obsoleto e crudele, per questo Animal Equality chiede alle grandi aziende del settore alimentare di prendere una decisione semplice, ma fondamentale: prendere le distanze da questa crudeltà.
“Centinaia di aziende sia in Italia che all’estero hanno già reso pubblico il proprio impegno a non rifornirsi per le uova da allevamenti in gabbia, ma alcuni nomi mancano alla lista, tra cui anche Iperal, una catena di supermercati molto conosciuta e frequentata nel nord Italia. Queste aziende rischiano davvero di rimanere indietro nel rispetto del benessere degli animali allevati e nei confronti delle attuali tendenze di mercato, per questo abbiamo deciso di rivolgere un appello a Maiorana Maggiorino, a Tuodì e a Iperal” dichiara Ombretta Alessandrini, Campaign Coordinator di Animal Equality Italia.