Di cosa si tratta? Di una pallina di plastica verde con all’interno pezzetti di ceramica, a vederla sembra un giocattolo ma promette di rivoluzionare il nostro modo di fare il bucato. Pulito impeccabile senza più detersivi e con acqua a meno di 50 gradi. Questi gli effetti della sua “magia”, che sarebbe basata su una reazione chimico-fisica, la ionizzazione, che la ceramica, senza l’ausilio di alcun tipo di detergente chimico, produrrebbe con l’acqua alterandone le caratteristiche tanto da renderla capace di sciogliere lo sporco.
Stando a quello che dichiara il produttore, con la Biowashball nei tre anni corrispondenti alla vita di una pallina si risparmierebbero circa 1.000 euro in detersivo, una cifra sufficiente a far investire volentieri tra i 25 e i 35 euro nell’innovativo prodotto. Anche perché al risparmio per le tasche va aggiunto quello per l’ambiente, che si ottiene evitando di riversare migliaia di litri di detersivo ogni anno con gli scarichi della nostra lavatrice. E in più ci si mette al riparo da molte controindicazioni dei detersivi, che spesso non sono proprio amici della pelle.
Magia svelata
Settimana dopo settimana nei blog e nei forum su internet crescono le discussioni e l’interesse sulla pallina per lavare senza detersivo. Ci sono gli entusiasti che organizzano ordini di massa dal produttore svizzero e gli scettici che ne mettono in dubbio l’efficacia. Non mancano nemmeno le testimonianze di chi l’ha provata: quelle di chi è totalmente soddisfatto, e quelle di chi, invece, spiega che, sì, lava, ma con lo sporco più impegnativo non ce la fa.
Se la pallina magica funziona o meno è una questione che ha subito appassionato anche il Salvagente, sempre attento a soluzioni che possano far bene all’ambiente e al consumatore, come a smascherare eventuali bufale. Abbiamo deciso così di tagliare la testa al toro commissionando un test di laboratorio per dire con certezza se Biowashball lava veramente.
I tecnici hanno messo in funzione tre lavatrici: una con la dose consigliata del detersivo in polvere leader di mercato (40 grammi di Dash in polvere), una con la Biowashball e la terza solo con acqua. In questo modo è stato eseguito il test standard con cui viene normalmente valutata l’efficacia di detersivi e altri prodotti per il bucato. Vale a dire che, alla stessa temperatura e con lo stesso carico e ripetendo la prova diverse volte, sono state lavate macchie standard (su pezzuole di cotone macchiate in laboratorio da istituti certificatori in modo da avere, per le diverse sostanze, tre serie di macchie assolutamente identiche tra loro) successivamente esaminate allo spettrofotometro, lo strumento che misura il grado di rimozione dello sporco, e contrassegnate con un valore da 1 a 100 (dove 100 è la rimozione completa).
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Le macchie standard sono quelle indicate dalle linee guida europee per questo tipo di test: 23 macchie corrispondenti ai tipi di sporco più comuni, dall’olio di motore all’erba, dal vino rosso al make up e così via.
Il risultato? Purtroppo per chi sperava nel miracolo Biowashball lava, ma esattamente quanto l’acqua da sola. Mentre il detersivo ha prestazioni notevolmente superiori.
Se la differenza visibile a occhio nudo dei valori sulla scala da 1 a 100 è di circa 2 unità, il prodotto chimico su quasi tutte le macchie ha ottenuto dai 10 ai 25 punti in più. La differenza tra Biowashball e acqua è invece risultata praticamente nulla.
Effetto placebo
Possibile che dietro alla pallina magica ci sia un imbroglio tanto grande? Non sarà che i risultati superiori del detersivo possono essere in qualche modo falsati dagli sbiancanti ottici, quei prodotti ad azione fluorescente che fanno sembrare il pulito del detersivo migliore di quello che è in realtà? “Niente da fare”, ci spiega il chimico Luigi Sedea, “gli sbiancanti ottici incidono sul grado di bianco e non su quello di pulito, e nelle prove standard di laboratorio si valuta il grado di pulizia”.
La Biowashball dunque non regge il confronto col detersivo, e quel che è peggio non si distingue neanche dalle prestazioni della lavatrice caricata con sola acqua: neppure l’azione meccanica è andata a vantaggio della pallina che, ci spiegano i tecnici di laboratorio, “è troppo leggera e non riesce a sbattere le pezzuole ma resta intrappolata”.
Biowashball, insomma, non funziona affatto. E a poco valgono le promesse in evidenza sulla confezione e nella pubblicità, e cioè che permette di rinunciare ai detersivi. Uno sprazzo di sincerità, per la verità, i produttori sembrano averlo, se, ma solo in piccolo, nelle istruzioni scrivono che in caso di sporco ostinato un po’ di detersivo è il caso di aggiungerlo al bucato. E le testimonianze di chi l’ha provata ed è stato soddisfatto?
Molto probabilmente sono sincere, anche se ingenue: le macchie del test infatti sono particolari perché concepite appositamente in modo che nessun detersivo le elimini completamente, per poter valutare quale tra i prodotti comparati lascia meno sporco. Viceversa, molte macchie “normali” che combattiamo quotidianamente vengono eliminate anche solo dall’acqua calda: con questo sporco blando la Biowashball dà l’illusione di funzionare.
Chi è rimasto soddisfatto delle prestazioni della pallina verde, insomma, è stato vittima di una sorta di effetto placebo del bucato, che magari gli ha fatto evitare di usare detersivo inutile, ma gli è comunque costato 25 euro.
Il nostro test
Tipo di macchia Biowashball Dash solo Acqua
Bianco 84,2 85,5 84,1
Dessert 39,3 56,9 42,0
Particolato di Torba 59,0 67,1 58,5
Particolato di Argilla 62,1 66,2 62,4
Olio Motore Esausto 51,7 59,3 52,4
Make Up 30,4 45,4 31,1
Grasso Animale
con Colorante 30,2 46,8 30,8
Burro 67,3 82,2 68,2
Salsa Spaghetti 70,3 83,5 71,8
Cibo per Bambini 69,9 80,8 70,6
Erba 67,5 85,2 67,6
Tè 52,5 78,8 53,1
Sangue 68,3 84,5 70,5
Vino Rosso 57,3 75,1 56,8
Curry 54,1 77,0 54,1
Beta Carotene 81,2 85,3 81,4