La curcuma (curcumina) non è conosciuta solo come spezia o come additivo alimentare (E100): può essere l’ingrediente principale anche di alcuni integratori alimentari da sola sotto forma di estratti arricchiti di curcumina, o in combinazione con gli estratti di piperina che aumenta la biodisponibilità della curcumina in modo che la stessa possa essere assorbita meglio dall’organismo. In questo ultimo caso – afferma il Bfr, l’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio – si pone un problema relativo alla dose giornaliera accettabile, nel senso che non può sempre considerarsi valida quella stabilità dall’Efsa quando la curcuma viene usata, e quindi assunta, come additivo alimentare.
La Dga dell’Efsa
Nell’ambito della valutazione della curcumina come additivo alimentare (E100), l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha ricavato una dose giornaliera accettabile (Dga) per la curcumina di 3 mg/kg di peso corporeo al giorno. La Dga specifica la quantità di una sostanza che può essere consumata giornalmente per tutta la vita senza un rischio rilevabile per la salute.
Il Bfr ha utilizzato questo valore come base per la valutazione dei rischi per la salute derivanti dalla curcumina negli alimenti, in particolare dagli integratori alimentari arricchiti con curcumina. A lungo termine, l’assunzione totale di curcumina da tutte le fonti non dovrebbe superare i 3 mg/kg di peso corporeo al giorno: se questo valore viene superato per un periodo di tempo più lungo, anche di poco, possono verificarsi effetti negativi sulla salute. Ciò vale soprattutto per gli individui sensibili della popolazione.
Curcumina e piperina
In particolare, l’attenzione del BfR ha valutato i rischi per la salute che potrebbero essere associati al consumo di integratori alimentari contenenti curcumina a cui è stata aggiunta piperina per aumentare la biodisponibilità della curcumina. Poiché l’esatta composizione di tali prodotti può variare notevolmente, dal punto di vista dell’Istituto federale non è possibile una valutazione generale: occorre pertanto esaminare caso per caso se la Dga derivata possa garantire un livello di protezione sufficiente o se la Dga debba essere ridotta a causa di un aumento significativo della biodisponibilità. Ciò dipende dall’esatta composizione del rispettivo prodotto, nonché dalle condizioni di produzione e dalla formulazione.
“Diverse sono le proprietà benefiche che vengono attribuite alla piperina e che le valgono l’inserimento in diversi integratori, sebbene in parte ancora da confermare dal punto di vista scientifico – spiega Alberto Ritieni, docente all’Università Federico II di Napoli – Poiché le vengono attribuite proprietà termogeniche (la termogenesi è l’insieme dei processi fisiologici che determinano la produzione del calore corporeo e che di conseguenza favoriscono il dimagrimento), la piperina viene molto utilizzata negli integratori per dimagrire”. Tra i suoi effetti – aggiunge il professore – c’è anche quello di esaltare la curcumina: è questo il caso particolare valutato dal Bfr.
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Ma i consumatori – conclude il professore – hanno dalla loro l’etichetta che fornisce indicazioni sul contenuto dell’integratore e devono sapere che se c’è anche la piperina possono essere esposti al rischio di superare la dose giornaliera.
In questo contesto è fondamentale anche la ricerca sulla tossicità di preparati contenenti curcumina a biodisponibilità migliorata. Un aspetto qui è la questione di un possibile effetto dannoso per il fegato di questi prodotti, a cui non è ancora possibile dare una risposta adeguata. Effetti potenzialmente dannosi per il fegato sono già stati osservati con prodotti contenenti curcumina con una migliore biodisponibilità, spesso attraverso l’aggiunta di piperina. In alcuni casi, però, questi prodotti contenevano anche altri componenti che potrebbero anche essere (in parte) responsabili di ciò.
Dal punto di vista del BfR, quindi, sono necessarie ulteriori ricerche sulla tossicità dei preparati contenenti curcumina con biodisponibilità migliorata, anche per quanto riguarda la potenziale epatotossicità di questi preparati. In questo contesto, i produttori, tra gli altri, sono responsabili di testare la sicurezza dei loro prodotti mediante indagini appropriate.