Caro Salvagente, nel gennaio 2020 abbiamo versato la caparra (ben 2800 euro) per un viaggio studio in Irlanda durante il quarto anno di superiori di nostro figlio. Il periodo sarebbe stato da fine agosto a fine novembre. Poi è scoppiata la pandemia e a maggio vista l’impossibilità di garantire l’esperienza così come prenotata (poiché il ragazzo avrebbe dovuto fare 15 giorni di quarantena e didattica a distanza in Irlanda durante i 3 mesi di permanenza) abbiamo inviato la richiesta di rinunciare. Dopo molte discussioni, ci è stato rilasciato un voucher per l’intero importo. Però ad oggi non è stato possibile utilizzarlo Vista la durata della pandemia… Ora chiedendo la restituzione dei soldi ci viene detto che dovranno togliere molte spese… Ma quali? Non hanno fatto praticamente nulla… L’importo di un voucher non deve per legge essere restituito per intero?
Francesca Sesto
La pretesa di decurtazione di somme é del tutto illegittima in quanto deve essere rimborsata integralmente la somma corrisposta. La legge é chiara ed anzi si può dire che le somme dovevano già essere rimborsate prima.
Andiamo con ordine. In virtù del comma 8 dell’art 88 bis della legge del 24 Aprile 2020 n. 27, di conversione del decreto legge del 17 marzo 2020 n. 20, per i viaggi e le iniziative di istruzione il rimborso poteva essere effettuato dall’organizzatore anche mediante l’emissione di un voucher di pari importo in favore del proprio contraente, da utilizzare entro un anno dall’emissione. Cosa avvenuta nel caso della lettrice anche se, come la stessa scrive, il voucher é stato emesso con molte difficoltà.
Tuttavia dopo tre mesi é intervenuta la legge del 17 luglio 2020, n. 77, che ha inserito “… i soggiorni di studio degli alunni del quarto anno delle scuole secondarie di secondo grado nell’ambito dei programmi internazionali di mobilità studentesca riferiti agli anni scolastici 2019/2020 e 2020/2021”, come nel nostro caso, tra le ipotesi per le quali “E’ sempre corrisposto il rimborso con restituzione della somma versata, senza emissione di voucher”. Tale possibilità non era ammessa dalla precedente normativa che la limitava ai viaggi o iniziative di istruzione che riguardavano la scuola dell’infanzia o le classi terminali della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado.
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Quindi già a luglio del 2020 doveva essere annullato il voucher e rimborsata la somma, tutta la somma, in quanto la norma é chiara, “… restituzione della somma versata…”, e non fa nessun riferimento a possibili addebiti vari a qualsiasi titolo. E se la legge non ha previsto nessuna possibilità di decurtazione non sussiste nessun valido motivo perché possano essere pretese spese, peraltro in misura esagerata per come scrive la lettrice. Ed a conferma dell’illegittimità della pretesa la circostanza che queste spese vengono chieste genericamente senza nessuna specificazione della loro eventuale, ma comunque insussistente, causale.
Quindi possiamo dire che i consumatori hanno subito e stanno subendo una duplice beffa. Da un lato la circostanza che dal luglio 2020, in seguito alla modifica della legge non sono stati tempestivamente rimborsati, né informati di tale possibilità. Dall’altro che l’organizzatore, silente ed inadempiente per oltre un anno, adesso pretende addirittura di operare delle trattenute.
Ancora una volta quegli stessi soggetti che hanno invocato ed ottenuto una legislazione che consentisse loro di non pagare subito adesso che é arrivato il tempo di farlo ignorano quella stessa normativa da loro voluta.
E tale comportamento costituisce anche una pratica commerciale scorretta passibile di sanzione da parte dell’Antitrust.
Consiglierei alla lettrice di formulare per iscritto le predette contestazioni chiedendo il rimborso integrale della somma entro 14 giorni dalla richiesta come prevede la legge.