Pubbliredazionale a cura di Unioncamere
I sondaggi di Unioncamere condotti fra il 2016 e il 2018 confermano che il 36% degli italiani introduce regolarmente pesce nella propria dieta settimanale.
Questo, in un quadro dei consumi generali del paese, significa provvedere a un fabbisogno importante la cui soddisfazione è solo parzialmente ottenuta dal prodotto pescato interno.
Come spesso è stato evidenziato, la produzione di alimenti ittici italiana non è sufficiente a soddisfare la domanda, alla quale si sopperisce attraverso sostanzialmente due sistemi: l’importazione di pescato e l’acquacoltura. La prima non ha bisogno di ulteriori specifiche, mentre la seconda fa riferimento a quelli che comunemente vengono definiti “pesci d’allevamento”.
Questo termine molto spesso viene associato a pratiche opache o poco rispettose del benessere degli animali, preconcetto basato su motivi comprensibili alla luce delle scomode verità emerse negli approfondimenti legati a casi di impianti in paesi esteri: negli allevamenti, infatti, è stata rilevata una serie di anomalie e infrazioni che poco avevano a che fare con temi di sostenibilità, benessere ambientale, benessere animale e qualità del prodotto.
Esclusi tuttavia gli esempi poco edificanti per un settore in costante crescita e assoluta importanza come quello dell’acquacoltura, restano numerosissime realtà virtuose al cui interno è possibile rilevare precisione nel rispetto delle norme, qualità del prodotto finale, trattamento idoneo dell’animale e della sua crescita.
Il marchio “Acquacoltura sostenibile” rema esattamente in quella direzione, prefiggendosi lo scopo di premiare questo tipo di realtà e allo stesso tempo renderle note e riconoscibili agli occhi dei consumatori.
Per dare valore a questo obiettivo, Acquacoltura sostenibile basa l’attribuzione della sua certificazione sul Disciplinare di Produzione cui deve attenersi ogni allevamento che aspira a esibire il marchio sul prodotto finale. Il disciplinare è consultabile a questo link.
Ma in termini pratici quali sono i prodotti ittici interessati al Disciplinare e in che modo vengono ritenuti conformi?
I prodotti conformi al Disciplinare di Produzione Acquacoltura Sostenibile sono identificati dal relativo marchio e sono soggetti a controlli di un ente di certificazione nell’ambito del SQN (Sistema di Qualità Nazionale). Si fa riferimento a pesci e molluschi freschi, refrigerati confezionati in atmosfera modificata, sottovuoto, in retina, pastorizzati o affumicati in base a specie e tipologia.
Le specie ittiche interessate sono: trota iridea, salmerino, storione, sterletto, spigola, orata, ombrina e sarago pizzuto.
I molluschi, invece sono: cozza (o mitilo), ostrica e vongola verace.
Ogni specie allevata prevede una scheda riassuntiva dettaglia che riporta il nome commerciale della specie, il nome scientifico, una descrizione, le caratteristiche merceologiche e igienico-sanitarie, quelle organolettiche, i dettagli sulla gestione in allevamento (alimentazione, densità, qualità e parametri dell’acqua) nonché una tabella nutrizionale.
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Requisiti degli alimenti ittici per conformità al Disciplinare di Produzione
Dal punto di vista della conformità al Disciplinare, è bene ricordare che esso si avvale esclusivamente di requisiti valorizzanti in termini di qualità e sostenibilità. Tali requisiti sono aggiuntivi rispetto ai parametri di legge e questi ultimi vanno considerati esclusivamente come prerequisito minimo.
I requisiti valorizzanti sono:
Allevamento/Origine degli animali
Si intende paese di nascita, allevamento, macellazione e confezionamento. In ogni fase di processo il prodotto deve essere accompagnato da un’etichetta di origine, tanto nei documenti di trasporto quanto nei registri di allevamento. Sull’etichetta di origine viene riportata la denominazione commerciale del prodotto, la specie, il paese di allevamento, l’impresa produttrice, il paese di nascita, di macellazione e di confezionamento.
Pratiche e gestione dell’allevamento
In termini di gestione dell’allevamento è importante che i fornitori siano qualificati e possano garantire indicazione di origine e tecnologia di incubazione delle uova, nonché allevamento adeguato per larve, postlarve e avannotti. In questo senso giocano un ruolo importante le imprese, che sono invitate a mappare i propri fornitori.
In allevamento va inoltre assicurata l’assenza di organismi geneticamente modificati, grazie a una dichiarazione del fornitore ed è altresì prevista l’accettazione di molluschi bivalvi (es. cozze, vongole e ostriche) secondo specifici parametri e solo da fornitori qualificati.
L’allevamento deve adottare misure adeguate per ridurre al minimo il rischio di fughe degli animali allevati e per verificare costantemente i parametri ambientali (ossigeno, salinità, temperatura e pH) per gli impianti a terra.
Controlli sugli animali
Il benessere degli animali va controllato quotidianamente attraverso monitoraggi registrati in termini di stato di salute, vitalità, assenza di pigmentazioni anomale o abrasioni. Anche la massa delle specie ittiche viene rilevata quotidianamente per verificarne la crescita idonea e corretta.
Alimentazione
Come è noto, l’alimentazione delle specie ittiche è uno dei pilastri fondamentali non solo del benessere degli animali stessi, ma anche della qualità del prodotto finale acquistato dal consumatore. Da questo punto di vista il Disciplinare Acquacoltura Sostenibile prevede per gli allevamenti idonei un piano alimentare adeguato e tarato sulla taglia degli animali, sulla densità di stoccaggio e su tutti i parametri atti a soddisfare i requisiti nutrizionali delle varie specie.
Gli stessi mangimi devono essere a base di farina di pesce, proteine animali, vegetali e integratori di varia natura.
Ogni farina deve essere del tutto priva di Ogm e certificata da organismi terzi accreditati. I mangimi inoltre devono essere registrati e riportati nella tabella nutrizionale di ogni specie. Gli alimenti che compongono la dieta degli animali devono inoltre essere ottimizzati in termini di utilizzo, evitando sprechi che andrebbero a incidere sull’inquinamento dell’acqua.
Specifiche e dettagli previsti dal Disciplinare determinano l’idoneità del prodotto finale distribuito al dettaglio e proposto al consumatore, in modo che quest’ultimo possa contare su un’offerta salubre e sostenibile per le proprie esigenze.
Maggiori informazioni su www.hellofish.it