Un milione d’euro di sanzione per aver addebitato un costo dopo la fine del credito a disposizione nella prepagata, in violazione della normativa, e l’attivazione, in alcuni casi, dell’odioso piano base a pagamento. Con questa motivazione l’Autorità garante per le comunicazioni ha multato Wind, pubblicando un’ingiunzione di pagamento entro 60 giorni di 1 milione e 44mila euro.
L’addebito in violazione della normativa
Le ragioni le spiega la stessa Agcom, facendo riferimento a una variazione di contratto introdotta dall’azienda a partire dal 27 gennaio 2021, replicata poi dal 15 marzo 2021. “In caso di esaurimento del credito residuo – scrive l’Autorità – la società ha attivato, in aggiunta all’offerta di telefonia mobile prepagata sottoscritta dai clienti, una modalità di prosecuzione automatica del traffico voce, Sms e dati con relativo specifico addebito di euro 0,99 fino a tre giorni consecutivi. l’attivazione di tale modalità, limitatamente alla prosecuzione del traffico dati, si pone – continua la nota – in contrasto con quanto previsto dalla normativa vigente che sancisce l’obbligo di cessare il collegamento dati non appena il credito o il traffico disponibile residuo sia stato interamente esaurito senza ulteriori addebiti per il cliente e richiedendo un espresso consenso alla ripresa della connessione”.
Il trucco del piano base a pagamento
Inoltre, con l’attivazione del piano “Wind Tre Basic New”, in caso di disattivazione delle opzioni “All-In” e “Play”, la compagnia “non solo ha inteso sostituire gli originari piani base a consumo con un nuovo piano, ma in più tale piano prevede anche il pagamento di un costo mensile fisso (4 euro, ndr) di fatto stravolgendo la natura e la funzione dei piani a consumo medesimi, che si caratterizzano proprio dalla consapevolezza, da parte dei fruitori, di non essere tenuti a nessuna prestazione se non viene generato alcun traffico”. In generale, poi, le informative rese agli utenti risultano incomplete e poco trasparenti. La compagnia aveva comunicato la variazione relative all’addebito post esaurimento credito a partire dal 29 marzo 2021, ma è stato accertato che Wind ha reso agli utenti “informative poco e complete e trasparenti non permettendo loro di comprendere agevolmente l’oggetto della modifica così da decidere se esercitare o meno il previsto diritto di recesso senza costi”.