Perché gli allevamenti intensivi sono assenti dal dibattito politico sul clima?

ALLEVAMENTI INTENSIVI

Un flash mobili sonoro è quello che ha organizzato la Lav per evidenziare quanto e come nel dibattito della Pre-Cop 26 e anche alla Cop26, gli animali cosiddetti da reddito, gli allevamenti e i danni ambientali, climatici e sanitari che provocano, siano i grandi assenti.

“Con il flash mobili – spiega l’associazione – ci facciamo portavoce di mucche, galline, maiali e altri, chiedendo al Governo di considerare il ruolo degli allevamenti nell’emergenza climatica e mettendo ‘in piazza’ anche il rumore assordante in cui gli animali sono costretti a vivere, in un costante e letale sfruttamento che sta portando alla distruzione del Pianeta”.

Per favorire un cambiamento di paradigma, e facilitare un modello di produzione e di consumo sia sostenibile che etico, Lav ha già inviato al Ministero delle Finanze la richiesta di istituire un Fondo per la transizione alimentare, basato su un prelievo economico per ogni animale allevato. E ha inoltrato anche la proposta di effettuare l’opportuno abbassamento dell‘IVA al 4% per tutti gli alimenti di origine vegetale e il suo innalzamento al 22% per tutti i prodotti di origine animale o contenenti ingredienti di origine animale.

“Le misure che abbiamo proposto si pongono l’obiettivo di incentivare una graduale riconversione e riqualificazione delle aziende zootecniche in direzione delle produzioni vegetali, nonché di offrire una copertura, almeno parziale, degli ingenti costi ambientali e climatici attribuibili alla produzione zootecnica nel nostro Paese – aggiunge Gianluca Felicetti, Presidente Lav – Gli introiti potranno sostenere attività educative e di supporto più ampio ad una transizione alimentare decisa. Solo incentivando in modo concreto il consumo e la produzione di alimenti di origine vegetale, sarà possibile rispondere alle necessità climatiche ed ambientali che ci troviamo ad affrontare”.

Il Premier Draghi ha paragonato di recente il cambiamento climatico alla pandemia, dichiarando come il clima sia un’emergenza di uguale entità e perciò non si debba assolutamente ridurre la determinazione ad affrontarla, sottolineando anche il ruolo chiave che dovrà avere l’Italia, insieme all’Europa, in questa battaglia. Ciò nonostante, il grande focus del dibattito politico rimane quello della transizione energetica, indubbiamente fondamentale, ma insufficiente a raggiungere l’obiettivo di bloccare l’aumento della temperatura a 1.5°, fissato dagli accordi di Parigi del 2015 e che già appare pericolosamente a rischio.

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Si pensi che solo in Italia, le emissioni di gas serra associate all’intero ciclo della carne, dalla coltivazione del foraggio, all’allevamento e sino al consumo, assommano a 40 milionI di tonnellate l’anno.

“Chiediamo ai Ministri Cingolani e Patuanelli e al Governo di riconoscere pienamente e senza filtri il pesante contributo della zootecnia e dei consumi alimentari insostenibili al surriscaldamento del Pianeta, e di agire di conseguenza. Il cambiamento dell’assetto agroalimentare e l’orientamento verso l’alimentazione davvero sostenibile – con una presenza sempre più ampia di alimenti 100%vegetali – più che una scelta, è ormai una urgente necessità”, conclude Felicetti.