L’87% dei campioni di uva analizzata in Gran Bretagna presenta un multiresiduo di pesticidi. Tra i “positivi” a più di un principio attivo diversi sono stati coltivati in Italia e in un caso (sui 72 grappoli analizzati) di uva rossa senza semi la presenza di ethephon, un regolatore della crescita impiegato per favorire la maturazione della frutta, è risultata al di sopra dei limiti di legge. Tuttavia non siamo i soli a contribuire: il secondo frutto con più residui di pesticidi in Inghilterra sono risultate essere le arance (86% di quelle testate presenta multiresiduo) che in gran parte provengono dalla Spagna.
I dati emergono dall’ultimo Rapporto annuale 2020 del comitato di esperti del governo britannico sui residui di pesticidi negli alimenti (PRiF). In base ai risultati ottenuti la sezione britannica della Ong Pan, Pesticide action network, ha stilato la sporca dozzina, i primi 12 prodotti di frutta e verdura per presenza di più pesticidi. In un campione analizzato addirittura sono state trovate 25 tracce di trattamenti fitosanitari.
* Percentuale di campioni con multiresiduo di pesticidi: Uva 87,2% – Arance 86,7% – Frutta secca 81,9% – Erbe aromatiche 81,3% – Pere 73,6% – Piselli 51,6 – Fagioli freschi 34,7 – Okra 24,7% – Lattuga 23,6% – Fagioli secchi 19,4% – Carote 17,1% – Mango 15,1%.
L’elenco dei pesticidi rilevati include 47 principi attivi ritenuti cancerogeni, 15 “tossine riproduttive o dello sviluppo” che possono avere effetti negativi sull’apparato sessuale e sulla fertilità e 17 inibitori della colinesterasi che possono danneggiare il sistema respiratorio e causare confusione, mal di testa e debolezza. Un quarto dei pesticidi trovati sono sospetti interferenti endocrini che possono interferire con i sistemi ormonali, causando una serie di problemi di salute tra cui difetti alla nascita e disturbi dello sviluppo.
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Nick Mole di Pan UK ha dichiarato al quotidiano Guardian: “Queste cifre evidenziano l’ampia gamma di sostanze chimiche a cui siamo esposti quotidianamente attraverso la nostra dieta. Mentre i limiti di sicurezza continuano a essere fissati per un solo pesticida alla volta, stanno crescendo le prove che le sostanze chimiche possono combinarsi per essere più tossiche, un fenomeno noto come effetto cocktail“. Effetto cocktail che al momento due revisioni condotte dall’Efsa – e molto criticate – hanno scartato dal novero delle possibilità .