Il periodo migliore per essere invasi dalle famose “farfalle” della pasta nelle nostre dispense è appena passato eppure questo problema/non problema suscita interesse e giustamente preoccupazione in noi tutti.
Ospiti sgraditi
Il nemico più diffuso si chiama P. interpunctella è la più comune tignola delle derrate con oltre il 90% di frequenza, le sue larve mangiano farine e semole, pasta secca, riso, cereali, semi, spezie, frutta secca, vegetali essiccati, etc.
La femmina depone 150-400 uova che in 3-14 giorni a seconda della temperatura danno le larve che vivono da 3 settimane a 10 mesi per poi dare crisalidi e farfalline. Quindi il rischio di invasione è serio e duraturo perché in un anno possiamo avere fino a 3-4 generazioni e non ci sarebbero trappole che tengano per cui è bene prevenire.
Questi insetti cosiddetti “commensali” ovvero che sono alla nostra tavola anche se non invitati, sono dei lepidotteri ovvero delle farfalle vere e proprie che prendono anche il nome di tarme alimentari o anche tignole in taluni casi. Come tutti i lepidotteri hanno un ciclo vitale che comprende uova, larve, crisalidi e adulti e che completano in parte negli alimenti secchi per cui dalle invisibili uova di solito vediamo direttamente le farfalle adulte.
Ci sono presenti le uova nel prodotto finito altrimenti vorrebbe significare che compriamo della pasta secca con farfalline o larve visibili a occhio nudo; queste uova con la giusta umidità e temperatura possono in tempi rapidi anche di poche settimane “sfarfallare” nel pacco rendendolo visibilmente contaminato.
Rischio sanitario?
La presenza delle farfalle adulte e anche delle uova non è indice di pericolo sanitario perché non sono considerati dei parassiti dell’uomo e non producono sostanze pericolose per la nostra salute. Il danno è essenzialmente sensoriale, una pasta con la presenza di farfalline non è ben vista dal consumatore che tende a buttarla sia perché i costi lo consentono sia perché è difficile risanarle dall’infestazione da farfalline.
Possono verificarsi dei danni ulteriori perché i residui di insetti o le crisalidi possono sia pure raramente dare effetti allergizzanti, ma le quantità e la frequenza di questo fenomeno ci lascia abbastanza al sicuro. Le farfalle le ritroviamo nel periodo caldo dell’anno perché lo sfarfallamento naturale è tipico del maggio-giugno, ma se le condizioni sono ottimali allora abbiamo anche la possibilità di avere più generazioni di farfalle perché le femmine depositano le uova e si riparte con una nuova “sfornata di farfalline” che continuano a invaderci anche in mesi più freddi perché di solito la cucina è uno dei locali più caldi umidi della casa e ne favorisce lo sviluppo.
Le uova si possono vedere?
Il nostro occhio non vede le uova perché piccole e perché sono nella massa del prodotto, ma si accorge solo delle farfalline, anche le larve e i bozzoli con le crisalidi sono difficili da individuare per cui queste farfalline della pasta sembrano un frutto “partenogenetico” ovvero sembrano create dal nulla.
Un pacco integro e ben chiuso è a prescindere una buona difesa dalla infestazione, ma le larve sono degli ottimi masticatori, pensate ai bruchi e ai danni che possono fare alle foglie, per cui se anche non ci fossero dei “fori di entrata” le larve sono capaci di penetrare nel pacco integro.
Occorre prevenire e questo si può fare evitando di smezzare troppo i pacchi di pasta, occorre evitare di fare scorte apocalittiche in previsioni di imminenti carestie, di tenere insieme nello stesso posto riso, farine, granaglie, semi etc. che di solito si consumano in parte e che offrono rifugio alle larve che poi possono contaminare la pasta secca presente.
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L’essiccazione non uccide gli insetti?
Le aziende di trasformazione della pasta secca non possono spingere oltre la temperatura di essiccazione, che ora arriva fino a 75°C, per bonificare il prodotto perché perderebbero parte del valore nutrizionale, una pasta troppo stressata non è la migliore scelta per le proteine presenti e per gli stessi carboidrati, e anche per la parte sensoriale perché sarebbe quasi simile a una pasta precotta.
Quindi per le aziende è importante applicare il migliore sistema di conservazione del frumento, la gestione delle infestazioni, il controllo dell’umidità, il controllo dei prodotti attraverso ad esempio un FILTH Test che cerca tutte le contaminazioni di tipo solido come parti d’insetto, peli, frammenti di plastica etc. per evitare di avere rischi per i consumatori. Non ultimo, come argine alle infestazione da insetti, è anche da porre la scelta di materie prime di eccellente qualità per ridurre i rischi di presenza di uova.
Come difendersi nella dispensa
Il consumatore può partecipare attivamente alla prevenzione quando il prodotto arriva a casa perché è parte della filiera alimentare e soprattutto perché è quello che mangerà ciò che ha conservato bene o male nella sua dispensa.
Quindi si richiede che le dispense siano ordinate, per cui riso e pasta separati fra loro e dai pacchi di farine, siano pulite, si utilizzino dei contenitori richiudibili per la pasta così da non lasciare le “Porte Scee di Troia” aperte alle invasioni, si riducano le quantità evitando gli eccessi che portano inevitabilmente allo spreco di cibo e a un maggiore impatto ambientale.
Il consiglio è anche di fare un consumo ragionato dei prodotti ovvero non tenere aperti sei diversi formati di pasta ma cercare di usarne uno completamente anche in più volte, prima di aprirne un terzo o un quarto formato diverso.
Osservare e vedere se ci sono delle tracce che annunciano le farfalline, ad esempio negli angoli delle dispense si possono trovare i bozzoli con le crisalidi, intravedere dei filamenti tipo seta nei pacchi già aperti, etc. e questo evita di dovere poi combattere con delle “sfarfallanti” farfalline che colonizzano altri ambienti e alimenti.
Le trappole a ferormoni
Si possono per questo adottare le trappole a ferormoni, che sono adatte all’uso alimentare, che non liberano sostanze tossiche ma delle molecole che attraggono le farfalline, specie i giovani esuberanti maschi, promettendo loro incontri galanti e lasciandoli incollate su fredde superfici adesive.
Le trappole funzionano bene specie per alcuni insetti perché catturando i maschi giovani interrompono il ciclo vitale, hanno però un certo costo e più che disinfestare svolgono per noi il ruolo di campanello di allarme.
Quando fare la bonifica
Una volta che vediamo le trappole piene si deve partire con un piano di disinfestazione della dispensa. Quindi si cercano nelle confezioni aperte le tracce di larve vive, si buttano via i prodotti a rischio, s’inizia la bonifica della dispensa e degli spazi dove potrebbero trovarsi bozzoli, larve o farfalline già mature.
Nel caso siamo certi o quasi di un’infestazione, di notte le farfalline sono più individuabili, allora controlliamo tutto nella dispensa, esaminiamo la stessa in lungo e largo, verifichiamo i contenitori e i loro coperchi sia in plastica che in vetro e in questo caso la lavastoviglie ci può aiutare non poco, puliamo la dispensa a fondo comprese le mensole specialmente nella loro parte inferiore che di solito trascuriamo affidandoci erroneamente alla gravità che per gli insetti è relativa, osserviamo maniglie, le pareti e gli angoli e tutte quelle aree che abbiamo quasi dimenticato di avere perché magari non ad altezza dei nostri occhi.
Gli alimenti infestati vanno buttati e quelli integri messi in contenitori puliti, asciutti e sicuri possibilmente di vetro che aiuta a individuare prima eventuali problemi. Le tarme non amano e scappano da alcuni odori forti come l’aceto, o gli oli essenziali di agrumi o di menta, del resto questo approccio naturale delle molecole aromatiche come ad esempio per la citronella che è accettata per difendersi dalle fastidiose zanzare.
Possiamo mettere le trappole adesive nei vari punti della dispensa così da aiutarci nell’osservazione, ma ricordiamo che durano circa due mesi, poi i loro ferormoni si esauriscono e i giovani maschi non sono più attratti e cercano altri lidi.
La dispensa è uno dei punti più importanti della casa e della filiera alimentare, la qualità nutrizionale, sensoriale e la sicurezza degli alimenti è affidata alla gestione corretta della dispensa. Curare la dispensa non ha meno importanza dell’armadio dei nostri vestiti, della libreria dello studio o della pulizia della nostra macchina per cui l’approccio deve essere per la dispensa di gestirla al meglio come fosse un “Sancta Sanctorum” della casa.