Ciwf Italia dopo la pubblicazione del video-choc si appella al Consorzio del Parmigiano Reggiano per impegnarsi pubblicamente a porre fine alla pratica di tenere le vacche legate e consentire loro l’accesso al pascolo.
Annamaria Pisapia, direttrice di Ciwf Italia Onlus, ha dichiarato: “Sono passati quattro anni da quando abbiamo denunciato le sofferenze delle vacche utilizzate per produrre il Parmigiano, eppure ben poco sembra essere cambiato. A migliaia di vacche viene ancora negato l’accesso al pascolo e all’aria fresca e molte di loro sono probabilmente legate, questa non è la vita degna di essere vissuta a cui ogni animale ha diritto.
“Chiediamo – ha proseguito – al Consorzio del Parmigiano di prendere un impegno pubblico e vincolante per porre fine alla sofferenza di questi animali. Non ci sono più scuse per non agire immediatamente. I consumatori di Parmigiano in tutto il mondo, compresi quelli italiani, si aspettavano che il Consorzio mettesse fine a queste pratiche crudeli in seguito alla nostra campagna e, dopo quattro anni, il tempo è davvero scaduto”.
Nel 2017, Ciwf ha lanciato un’indagine sulle condizioni crudeli in cui erano tenute le vacche in quattro allevamenti della Pianura Padana, che producono latte per il Parmigiano. L’indagine mostrava vacche sovrasfruttate, tenute in misere condizioni, costrette a vivere in stalle senza accesso al pascolo. In seguito alla campagna, il Consorzio ha aperto un dialogo con Ciwf, iniziando a monitorare il benessere degli animali nei suoi allevamenti e a mettere in atto azioni per sostenere il miglioramento delle condizioni crudeli del sistema. Tuttavia, a distanza di quattro anni, le vacche continuano a soffrire a causa della mancanza di accesso al pascolo, e molte di loro sono probabilmente legate. Circa 250.000 vacche, tutte allevate nella Pianura Padana, sostengono questa industria in piena espansione che vanta un giro d’affari al consumo di oltre due miliardi di euro.
“Se il Consorzio – conclude la Pisapia – ha a cuore il benessere degli animali, come sostiene, il momento di agire è ora. Le vacche del Parmigiano non possono più aspettare, e nemmeno i consumatori. Ecco perché chiediamo a tutti di inviare un’email al consorzio esortandoli a prendere subito impegni concreti“.
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