Caro Salvagente, ho un grande problema con Wind Tre. Avevo fatto un contratto con loro a settembre 2017, poi ho inviato disdetta entro i 15 giorni previsti dalla legge. Per oltre 2 anni hanno continuato ad inviare fatture nonostante i call center che contattavo mi dicessero che la disdetta era arrivata ed era solo un problema dei loro sistemi.
Trascorsi due anni mi sono rivola ad Adiconsum, che ha poi raggiunto un accordo con Wind (concordato) ad ottobre 2019 rimborsandomi anche 100 euro. Nonostante ciò per altri tre mesi sono continuate ad arrivare delle fatture (fino a dicembre, poi finalmente mi hanno mandato delle fatture di storno delle vecchie fatture). Pensavo finalmente fosse finita lì ma mi sbagliavo. A luglio 2020 mi rimandano una fattura seguita da altre 3 (agosto settembre ottobre ) poi più nulla. Una pausa di quasi un anno e a aprile 2021 mi chiama una società recupero crediti dicendo che devo pagare le 4 fatture ultime (circa 130 euro); io gli invio copia del concordato firmato da Wind e Adiconsum ma non si riesce a venirne a capo. Ieri mi arriva un altro sollecito dicendo di pagare la cifra esatta senza le spese prima addebitatemi. Cosa devo fare? Rivolgermi ad un avvocato?
Paola Mancini
Cara Paola, la sua storia ha davvero dell’incredibile, ma di certo indica una gestione dei clienti da parte di WindTre che lascia davvero molto a desiderare.
Abbiamo chiesto aiuto a Valentina Masciari, responsabile utenze dell’asssociazione dei consumatori Konsumer Italia. Ecco quello che ci ha risposto.
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Una cosa è certa in questa strana situazione: la signora Paola non deve nulla a Wind relativamente a fatture emesse dopo la richiesta di cessazione e quindi, anzi soprattutto, nulla deve versare per quelle fatture emesse addirittura dopo una conciliazione il cui esito è stato favorevole a lei.
A confermare la confusione fatta in questa situazione, c’è anche il presunto credito che viene ceduto ad un recupero crediti che, come al solito, non conosce minimamente lo storico di quelle somme che va a richiedere.
La signora non deve però pagare le somme richieste e continuare a contestare alla società di recupero crediti, quanto sollecitato.
La comunicazione in questione, è sempre preferibile che venga fatta per iscritto, come credo la signora abbia già fatto, magari inviando una mail e nella stessa, oltre a contestare tali somme, dovrà comunque continuare ad allegare la copia del verbale di conciliazione e suggerire, alla società di recupero del credito, di verificare il tutto con Wind, diffidandoli dal continuare con tali pretese.
Non credo sia il caso di ricorrere ad un legale, perché sarebbe costretta a sostenere anche delle spese per dimostrare ciò che già le è stato riconosciuto, cioè che quelle fatture non sono dovute.
La signora Mancini, ha un verbale di conciliazione, che ha valore legale e quindi è assolutamente nel giusto e non potrà subire alcuna conseguenza.