Pfas a mensa, il sottosegretario Floridia: “Abbandoniamo l’usa e getta”

PFAS COMPOSTABILE

Dopo la nostra inchiesta sui piatti compostabili usati nelle mense scolastiche, dove sono stati trovati sottoprodotti dei PFAS (per-fluoro-alchili) tossici, IlSalvagente.it ha chiesto conto al ministero dell’Istruzione. Il problema sollevato è evidentemente di quelli che non possono essere ignorati, merita un’attenzione e una risoluzione immediata altrimenti il rischio è che da settembre si torni a pranzare a scuola con gli stessi piatti più che sospetti, ovvero con i lunch box e i compostabili usa e getta.

“L’obiettivo ora è quello di alzare gli standard sanitari e ridurre l’impatto ambientale”, a rispondere alle nostre domande è il Sottosegretario all’Istruzione Barbara Floridia, che ammette come “la pandemia abbia influito negativamente sulle mense, incrementando l’utilizzo di piatti e stoviglie monouso”. La nostra inchiesta è stata segnalata e seguita al ministero dell’Istruzione, a cui è stata rivolta anche un’interrogazione parlamentare da parte del senatore Andrea Cangini, e di tutti il suo gruppo. Il ministero è consapevole ora di questa criticità, “lavoriamo per invertire la rotta e abbandonare i piatti e stoviglie usa e getta, come in generale tutti i prodotti monouso, già dal prossimo anno scolastico si vedranno i frutti di questa impostazione” garantisce il sottosegretario. Gli studenti, soprattutto i più piccoli, stanno pagando le conseguenze dirette e indirette della gestione di questa pandemia e per un anno i loro pranzi sono stati termosigillati con materiali usa e getta. Eppure, il CTS (il Comitato tecnico scientifico) del governo aveva rilasciato disposizioni di utilizzo “residuale” (in extrema ratio) di questi pranzi nei lunch box monouso. Le Regioni si sono spaccate, alcune hanno concesso l’uso di alternative ai pranzi monouso: piatti in ceramica (Emilia Romagna), altre  invece hanno “obbligato” le scuole all’uso di piatti “usa e getta” (Lazio). In molte grandi città come Roma, Milano, Torino e non solo, sono stati usati in modo massiccio i pranzi in piatti “usa e getta” con pietanze a contatto spesso bollenti.

La normativa che disciplina queste stoviglie, però, non definisce alcun limite né test riguardo la presenza dei PFAS. Insomma, la norma è insufficiente nel garantire l’assenza di questi elementi dannosi. E su questo dovrebbe intervenire il ministero della Salute, almeno per fissare un limite di presenza di fluoro a 100 ppm come già avviene per chi certifica il compostabile, ma non per chi non lo fa (gran parte del mercato e delle forniture alle mense scolastiche italiane).

Dal canto suo la sottosegretaria all’Istruzione ci assicura che “il piano rigenerazione scuola che ho presentato pochi giorni fa prevede iniziative importanti sul fronte delle mense e in generale sull’intera filiera della nutrizione scolastica, prevedo  misure sia sulla fruizione dei pasti sia sulla qualità degli alimenti”. L’obiettivo  ha però un arco temporale “l’obiettivo è avere scuole senza plastica in pochi anni”. Speriamo che, nell’interesse della salute dei minori, non si permetta più l’uso di materiali da contatto potenzialmente tossici, dannosi o cancerogeni.contatto potenzialmente tossici, dannosi o cancerogeni.