Gli svizzeri hanno detto no al bando dei pesticidi dalla loro agricoltura. Circa 6 su 10 hanno bocciato la proposta referendaria di vietarli nei campi del loro paese e nei prodotti che arrivano da oltreconfine.
La maggioranza degli elvetici, dunque, guarderà con scarsa preoccupazione il test uscito proprio oggi su KTipp, mensile edito proprio in Svizzera, che denuncia l’uso di sostanze chimiche nella coltivazione dei meloni. 13 dei 20 frutti testati contenevano residui di almeno un pesticida, spiega dati alla mano la rivista e smentisce le sicurezze di molti: le sostanze possono penetrare nella buccia o entrare nella polpa, dunque c’è poco da stare tranquilli.
La maggior parte dei meloni proveniva dalla Spagna ma ce n’erano anche provenienti da Marocco, Italia, Costa Rica, Honduras e Guadalupa.
Il risultato: solo sette campioni sono risultati puliti, compresi i tre meloni biologici ma purtroppo tra loro non c’era quello italiano venduto dalla Coop svizzera, che ha fatto rilevare le tracce di due sostanze. Tutti gli altri avevano residui, in gran parte di molecole del gruppo dei fungicidi.
In particolare 9 meloni sono stati contaminati con acido fosfonico. La sostanza è molto efficace contro le malattie fungine come la peronospora. La maggior parte è stata trovata nel melone di Spar dal Costa Rica. Il fungicida raggiunge principalmente i frutti come componente di fertilizzanti o attraverso il pesticida Fosetyl. Sei prodotti sono stati contaminati con propamocarb. Il fungicida è classificato come neurotossico dal database dei pesticidi dell’Università dell’Hertfordshire e può alterare il sistema endocrino.
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Il laboratorio ha trovato carbendazim e benomil in tre meloni e tra questi in quello proveniente dall’Italia. Questi pesticidi antimuffa sono da tempo vietati in Europa e Svizzera. Possono modificare il corredo genetico e danneggiare la fertilità . Sono anche velenosi per api e uccelli e inquinano l’acqua. La Coop svizzera ha chiesto immediatamente chiarimenti al fornitore italiano.
I due meloni di Aldi originari dell’Honduras contenevano invece  Imazalil, il melone Charentais di Migros made in Marocco tiofanato metile. Secondo la l’Epa statunitense (l’Ente di protezione ambientale) entrambe le sostanze sono probabilmente cancerogene e molto tossiche per la vita acquatica.
I livelli massimi legali per i pesticidi non sono stati superati per nessun melone. Tuttavia, K-Tipp valuta deliberatamente i residui in modo rigoroso. Perché il regolamento federale conosce solo i valori massimi per le singole sostanze, ma non per una miscela di più sostanze (l’effetto cocktail) i cui effetti sulla salute sono sempre più studiati dagli scienziati.