La pervasività dei Pfas, i compost chimici “per sempre”, diventa ogni giorni più evidente a gli occhi di tutti. Tanto che in Wisconsin, negli Usa, le autorità sanitaria hanno invitato i cittadini a consumare poco pesci di lago e fiume a causa della contaminazione da sostanze perfluoro alchiliche, che come il Salvagente ricorda anche nel numero di giugno dedicato alla loro presenza in piatti compostabili nelle mense scolastiche italiane, sono considerati interferenti endocrini e secondo alcuni studi anche potenziali cancerogeni.
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Una contaminazione importante
Nel Wisconsin, l’allarme è stato lanciato dal Dipartimento delle risorse naturali (Dnr) e da quello dei servizi sanitari (Dhs). Secondo un comunicato stampa del Wiscons, gli avvisi si basavano sui risultati del campionamento del pesce condotto nel 2020. Il comunicato ha affermato che livelli elevati di Pfos, un tipo di Pfas, sono stati trovati in diverse specie di pesci raccolti dai laghi Monona, Kegonsa e Waubesa. Secondo i funzionari, il rischio di problemi di salute aumenta con la quantità di pesce contaminato che una persona mangia. Per questo il Dnr e il Dhs raccomandano il consumo di un pasto al mese per alcune specie, tra cui persico trota, luccio e walley; e un pasto a settimana a base di persico. In Italia, la contaminazione ambientale da Pfas più grande ha colpito un’ampia area in Veneto, dove recentemente la Regione ha fornito i dati completi sulla rilevazione delle tracce su alimenti di 4 anni fa al comitato Mamme no Pfas e a Greenpeace, che li stanno elaborando.
Le nuove mosse dell’Epa per fermare il dilagare dei Pfas
Intanto, sempre negli Usa, l’Ufficio per la sicurezza chimica e la prevenzione dell’inquinamento dell’Agenzia per la protezione ambientale ha annunciato tre azioni per proteggere il pubblico dai Pfas. In primo luogo, l’agenzia ha emesso una regola per la raccolta dei dati prima della pubblicazione, come richiesto dal Congresso ai sensi del National Defense Authorization Act dell’anno fiscale 2020 (Ndaa). La norma proposta richiederebbe ai produttori e agli importatori di qualsiasi Pfas in qualsiasi anno dal 2011 di riportare informazioni relative all’identità chimica, categorie di utilizzo, volumi fabbricati e lavorati, sottoprodotti, effetti sull’ambiente e sulla salute, esposizione e smaltimento dei lavoratori. Anche in Italia, come il caso di Spinetta Marengo, in Piemonte, dimostra, capita che il tipo di Pfas prodotto in un polo chimico venga reso pubblico solo grazie alle pressioni dei comitati locali. In secondo luogo, l’Epa ha anche annullato delle linee guida che erano state emesse negli ultimi giorni dell’amministrazione Trump, e che indeboliva ulteriormente una regola Epa del luglio 2020 la quale vieta alle aziende di importare prodotti come tappeti e mobili che utilizzano i cosiddetti Pfas a catena lunga nei rivestimenti superficiali senza previa approvazione. La guida di Trump avrebbe notevolmente ristretto la definizione di “rivestimento superficiale”, limitando di fatto il numero di prodotti contenenti Pfas soggetti alla regola.
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La comunicazione obbligatorio dei Pfas utilizzati
Infine, l’Epa ha annunciato l’aggiunta di tre nuove sostanze chimiche Pfas all’inventario delle emissioni di sostanze tossiche, come richiesto dalla Nda. Questi tre Pfas si aggiungono alle 172 sostanze chimiche PFAS aggiunte nel 2020. A partire dal 2022, i produttori che utilizzano queste tre sostanze chimiche Pfas dovranno segnalare eventuali rilasci annuali superiori a 100 libbre. L’associazione ambientalista EWG ha applaudito alle azioni intrapresedall’ufficio dei prodotti chimici dell’Epa.