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Antonio Ciappi è direttore generale di Qualità e servizi, azienda pubblica che serve ogni giorno qualcosa come 10mila pasti in diversi comuni del fiorentino. Ai microfoni del Salvagente non si mostra stupito del test che abbiamo condotto sui piatti delle mense di diverse città italiane. Né lo sorprende il fatto che il laboratorio abbia testimoniato la presenza di Pfas nelle stoviglie compostabili.
Il video dell’intervista integrale
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“Noi avevamo questo sospetto già a febbraio e abbiamo chiesto ai fornitori di assicurarci che nei piatti e nelle stoviglie che ci fornivano, in cellulosa, non ci fossero Pfas. E l’azienda ce lo aveva assicurato formalmente”.
Ciappi però non si è accontentato. “Noi siamo un’azienda pubblica, sensibile all’ambiente e ancora di più alla salute dei nostri piccoli utenti e per questo abbiamo deciso di far analizzare i piatti. Quello che abbiamo trovato – proprio qualche giorno fa – è stata la presenza di Pfas – leggera, non grandissima – nei nostri piatti”.
Quanto basta perché Ciappi prendesse immediatamente provvedimenti: “Stiamo ordinando piatti in poliproprilene, riciclabili non compostabili. Non quelli più economici in polistirolo che non si può smaltire, ma in materiale plastico che può essere riciclato ben 7 volte”.
Insomma un ritorno alla plastica, non è un passo indietro? Ciappi chiarisce: “Il passo successivo è quello di capire la migrazione dei Pfas sugli alimenti. Questo è molto importante e non mi risulta sia ancora stato fatto sulla polpa di cellulosa. Noi chiediamo un prodotto senza Pfas e faremo analisi sulla migrazione”.