Secondo gli scienziati, aggiungere piselli, lenticchie, fagioli e ceci alla propria dieta e coltivarne di più potrebbe portare a una produzione alimentare più nutriente ed efficace con grandi benefici ambientali. A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Sustainable Food Systems, coordinato dal dottor David Styles, docente di ingegneria ambientale presso l’Università di Limerick.
Lo studio
Come riporta il Guardian, i ricercatori hanno calcolato un’unità di “densità nutrizionale” per diversi tipi di colture. Hanno confrontato 10 sequenze di rotazione delle colture su intervalli di tempo da tre a cinque anni in vari climi europei, tra cui Italia, Romania e Scozia. Hanno calcolato la quantità di proteine, fibre ed energia prodotta quando le colture sono state ruotate con i legumi, rispetto a una resa normale. Hanno scoperto che lo scambio di cereali con piante leguminose nelle rotazioni colturali europee ha fornito prodotti più ricchi di nutrienti per il consumo sia animale che umano. Grazie al modo in cui crescono i legumi, ha anche ridotto l’uso di fertilizzanti sintetici e l’inquinamento.
Utile per la strategia Farm to fork
“La ricerca è tra le prime a fornire uno sguardo olistico a lungo termine sulla questione e i risultati possono aiutare a raggiungere alcuni degli obiettivi del piano Farm to Fork dell’UE, parte del Green Deal europeo del blocco, che mira a ridurre consumo di fertilizzanti del 20% e emissioni di gas serra del 50% prima del 2030” scrive il quotidiano inglese. “Le transizioni di una dieta sana possono aumentare la sostenibilità ambientale”, affermato il dottor David Styles. Mentre le colture europee tradizionali come l’avena, l’orzo, il grano e la colza richiedono fertilizzanti sintetici per ottenere l’azoto, un nutriente fondamentale per la crescita, le piante leguminose producono il proprio azoto dall’aria. Lasciano anche azoto nel terreno, pronto per essere utilizzato da future colture. Secondo Styles: “L’azoto fertilizzante sintetico domina l’impronta di carbonio per la coltivazione delle colture. Se riusciamo a ridurlo aumentando la produzione di legumi, ridurremo automaticamente in modo massiccio le emissioni di gas serra”. Secondo lo studio, l’introduzione dei legumi nelle rotazioni colturali tradizionali in Scozia ha ridotto l’uso di fertilizzanti sintetici fino al 50%.
Legumi ancora poco coltivati
Ma al momento queste coprono solo l’1% circa delle terre europee. Mentre in altri paesi, come il Canada, è più del 20%. Secondo il Guardian, l’Europa ottiene la maggior parte dei suoi raccolti ricchi di proteine importando semi di soia dal Sud America, un sistema che guida la deforestazione.
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