Il test svizzero sulle marmellate: solo la confettura bio Lidl non ha residui di pesticidi

15 pesticidi diversi in 16 barattoli. Questi i numeri che vengono fuori dai test di laboratorio commissionati dalla rivista dei consumatori svizzeri sulle marmellate più comuni.  Il K-Tipp ha testato un totale di 10 chili di marmellate di fragola e di albicocche, cercando 600 sostanze chimiche e misurando anche il contenuto di frutta. Analisi simili a quelle commissionate dal Salvagente e pubblicante nel numero di gennaio scorso.

Prodotti più cari con più pesticidi

Uno dei risultati più sorprendenti è che solo la marmellata di albicocche bio di Lidl non conteneva pesticidi. E il prodotto è più economico di molte marmellate non biologiche. Le due marmellate più costose nel test presentavano il maggior numero di residui con sei pesticidi: le “fragole Räber Amsel-Spitz” e le “fragole Globus”. Le confetture di fragole erano in media sei volte più contaminate delle marmellate di albicocche. “Ciò non sorprende”, spiega K-tipp, “le fragole vengono spesso irrorate pesantemente”.

“Pesticidi con potenziale di rischio”

Nell’attuale test K-Tipp, i barattoli contenevano un totale di 15 diversi prodotti chimici, soprattutto fungicidi. Ma molte di queste sostanze possono anche danneggiare gli esseri umani, gli animali e l’ambiente. 10 delle 15 sostanze sono sulla lista nera di Greenpeace, che registra le “sostanze più pericolose per gli utenti, l’ambiente e i consumatori”. L’Ufficio federale dell’agricoltura descrive tre dei pesticidi identificati come “pesticidi con un potenziale di rischio speciale”. C’erano residui di queste tre sostanze nella marmellata di albicocche di Bonne Maman (che era arrivata ultima anche nel test del Salvagente), nelle confetture di fragole di Migros Extra, Globus e Räber. Nella marmellata di albicocche dell’Ottiger con frutta proveniente dalla Grecia e dalla Serbia, gli esperti hanno scoperto 0,03 milligrammi di iprodione per chilogrammo. È più di quanto la legge consenta. Questa sostanza è stata vietata nell’Ue dal 2018 e in Svizzera dal 2020. Ora 1 chilo di frutta può contenere solo 0,01 milligrammi di iprodione. L’autorità alimentare europea Efsa ha già classificato la sostanza come “probabilmente cancerogena” nel 2016. A parte questo caso, tutti gli altri residui trovati erano entro i limiti di legge.

Acido fosfonico

15 delle 16 marmellate contengono acido fosfonico: nell’agricoltura convenzionale, questa sostanza viene spesso introdotta nei prodotti tramite il fertilizzante. È vietato nell’agricoltura biologica in Svizzera e nell’UE. Secondo l’Ufficio federale tedesco per la protezione dei consumatori, l’acido fosfonico è un rischio per uccelli, mammiferi e organismi acquatici. Questa sostanza non può più essere aggiunta ai fertilizzanti dell’Ue a partire da luglio 2022. In Svizzera, l’Ufficio federale dell’agricoltura “probabilmente” non vuole più rinnovare le autorizzazioni per l’uso dell’acido fosfonico.

Il contenuto di frutta

Il contenuto di frutta della maggior parte delle marmellate è stato correttamente dichiarato sulla confezione. Il laboratorio ha riscontrato la maggiore discrepanza nella marmellata di albicocche da Coop Prix Garantie. Il 45 percento è il dichiarato, ma solo il 41 percento è stato trovato. Nel prodotto Denner c’erano circa il 46% di fragole invece del 50%, nella Migros Sélection il 67% di albicocche vallesane invece del 70% promesso.

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Il test del Salvagente

Nel numero di gennaio 2021, il Salvagente ha deciso di portare in laboratorio una delle confetture che occupano un posto di rilievo tra le preferenze degli italiani: quella di fragole. 16 marchi messi sotto la lente d’ingrandimento, alla ricerca di centinaia di pesticidi, metalli pesanti, di tossine. Dai marchi proprietari delle catene di distribuzione, Coop, Conad, Esselunga, Lidl, Eurospin, Lidl, a quelli storici delle confetture, come Zuegg o Santa Rosa, passando per chi punta sul bio, da Alce Nero a Ecor, a Rigoni. Quello che viene fuori è un quadro rassicurante dal punto di vista dei limiti di legge per le sostanze pericolose, sempre rispettati, ma che allo stesso tempo ci spinge a farci delle domande serie sulla adeguatezza di alcuni di questi prodotti per il consumo da parte dei bambini.