Conservare i cosmetici troppo a lungo non fa bene alla nostra pelle. Un team di scienziati franco-americani ha rivelato la comparsa, dopo qualche tempo, di una sostanza sospettata di essere cancerogena in alcune creme solari e antietà . Si tratta del benzofenone: sebbene il filtro UV, su cui pesano anche i sospetti di essere un interferente endocrino, non sia presente nell’Inci del cosmetico, questo risulta essere prodotto dalla trasformazione di un filtro solare, l’octocrylene, che si trova in molti cosmetici (creme idratanti, autoabbronzanti, shampoo, ecc.).
Per dimostrarlo, gli scienziati hanno analizzato circa quindici creme solari e antietà acquistate in Francia e negli Stati Uniti. Tra i marchi incriminati ci sono Garnier, Bioderma, Uriage, La Roche-Posay e L’Oréal. Il loro lavoro è stato pubblicato lunedì 8 marzo su Chemical Research in Toxicology, una rivista specializzata dell’American Society of Chemistry. E sulla base dei risultati che hanno ottenuto, i ricercatori chiedono di vietare l’octocrylene dai prodotti per la cura personale.
Non è la prima volta che l’octocrylene finisce sotto la lente d’ingrandimento per i suoi possibili effetti collaterali: lo scorso anno la Food and drug administration ha concluso che questo e altri filtri solari vengono assorbiti dalla pelle fino ad arrivare al flusso sanguigno. Non solo. L’octocrylene è anche accusato di essere dannoso per la vita marina, in particolare  per i coralli. “Alcuni produttori l’hanno ritirato dai loro filtri solari per motivi ambientali”, osserva Philippe Lebaron, biologo del laboratorio di biodiversità e biotecnologie microbiche dell’Osservatorio oceanologico di Banyuls-sur-Mer (Sorbonne University-CNRS), coautore dello studio . Allo stesso modo, i territori con barriere coralline, come le Isole Vergini americane o la Repubblica delle Isole Marshall, l’hanno vietato nei prodotti per la protezione solare, notano anche i ricercatori.
Il benzofenone è classificato nel gruppo 2B dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), vale a dire considerato come “possibilmente cancerogeno per l’uomo”. Negli animali, l’esposizione al benzofenone induce cancro al fegato e linfomi, notano i ricercatori, che sottolineano anche problemi della pelle.
I prodotti acquistati hanno subito un processo di invecchiamento accelerato validato negli Stati Uniti ed equivalente a un anno trascorso a temperatura ambiente. Sono stati quindi analizzati utilizzando uno spettrometro di massa ad alte prestazioni, riferisce il professor Lebaron. “Inizialmente, nei prodotti c’è pochissimo benzofenone. Ma gradualmente, con l’invecchiamento del prodotto, c’è sempre più benzofenone”, ha detto ad Agence France-Presse.
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“Si sono così osservati aumenti del benzofenone che superano il 100% e addirittura raggiungono il 200%”, aggiunge il biologo. Questa è la prima volta che viene dimostrata questa degradazione dell’octocrylene in benzofenone. Sottolineando che questa sostanza viene facilmente assorbita attraverso la pelle, i ricercatori ritengono che i prodotti a base di octocrylene, e quindi contaminati dal benzofenone, possano rappresentare una minaccia per la salute oltre che per l’ambiente. Questo è il motivo per cui ne sostengono il divieto dei cosmetici.