Terra dei fuochi, la conferma di procura e Iss: tumori legati allo smaltimento illegale di rifiuti

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I parenti delle vittime di tumore lo sapevano già, perché l’hanno vissuto sulla loro pelle, ma adesso arriva anche un rapporto scientifico a confermarlo: alcune patologie, come il cancro al seno, l’asma, varie forme di leucemie e le malformazioni congenite, nella “Terra dei Fuochi”, tra Napoli e Caserta, sono legate allo smaltimento illegale dei rifiuti. A dirlo è il report pubblicato grazie all’accordo stipulato nel giugno 2016 tra la Procura di Napoli Nord, che ha sede ad Aversa (Caserta) e l’Istituto Superiore di Sanità.

A presentarlo online, il procuratore Francesco Greco, il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro e dal procuratore generale di Napoli Luigi Riello. Per Brusaferro, riporta l’Ansa, “è necessario sviluppare un sistema di sorveglianza epidemiologica integrata con dati ambientali nell’intera Regione Campania e in particolare nelle province di Napoli e Caserta, così come nelle altre aree contaminate del nostro Paese, in modo da individuare appropriati interventi di sanità pubblica, a partire da azioni di bonifica ambientale”. Secondo il procuratore di Napoli Nord Greco proprio le bonifiche “devono partire immediatamente”, per contrastare “l’emergenza più importante per Caserta e Napoli dopo il Covid”.

Lo studio

Nel territorio dei 38 comuni studiato, in una superficie totale di 426 km2, sono stati registrati 2.767 siti di smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, anche pericolosi, in 653 dei quali risultano anche avere avuto luogo combustioni illegali. Nel rapporto si evidenzia che “nei comuni dell’area in esame si è stimato che 354.845 abitanti, pari al 37% della popolazione, risiedano entro 100 metri da almeno un sito, ma spesso da più di uno, e questo determini una molteplicità di fonti di esposizione pericolose.

Secondo il report, la mortalità e l’incidenza per tumore della mammella è significativamente maggiore tra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione a rifiuti rispetto ai comuni della prima classe, meno impattati dai rifiuti. L’ospedalizzazione per asma nella popolazione generale è significativamente più elevata, sia negli uomini che nelle donne, nei comuni maggiormente impattati dai rifiuti (terza e quarta classe dell’indicatore). La prevalenza dei nati pretermine è significativamente più elevata nei comuni della seconda, terza e quarta classe dell’indicatore, rispetto alla prima. La prevalenza di malformazioni congenite (MC), nel loro complesso, è significativamente più elevata nei comuni della classe 4 dell’indicatore rispetto alla prima. Nei comuni della classe 4 è maggiore anche la prevalenza delle MC dell’apparato urinario. Nella popolazione della classe di età tra 0 e 19 anni, l’incidenza di leucemie e i ricoverati per asma aumentano significativamente passando dai comuni della classe 1 a quelli delle classi successive, con il rischio maggiore nei comuni della classe 4. 

“Avevamo ragione. Ora a che servono le scuse?”

“Ci hanno accusato di essere delle madri visionarie che volevano attribuire il cancro all’inquinamento – Marzia, madre di Antonio, morto a 9 anni per un tumore al sistema nervoso, racconta al Gr1: “Io la notte non dormivo e faceva sempre delle ricerche e mi portavano sempre a un cancro che arriva sempre verso i 53-54 anni, mi chiedevo come mai mio figlio a soli 9 anni avesse contratto questo tipo di tumore. Chiediamo che ai nostri bambini vengano fatti esami per aiutarli a disintossicarsi”. Padre Maurizio Patriciello, una delle figure di spicco della protesta decennale contro la terra dei fuochi commenta con Casertanews: “Abbiamo sempre avuto ragione. Avremmo desiderato avere torto. Quante amarezze! Quante offese! Quante ironie! Fa niente. Non mi interessano le scuse di nessuno. A che servono? Mi viene solo da piangere”.

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Gli interventi urgenti

Una nota del Tribunale sottolinea infine l‘urgenza di specifici interventi: bloccare qualsiasi attività illecita e non controllata di smaltimento di rifiuti, bonificare i siti con rifiuti e le aree limitrofe che possono essere state interessate dai contaminanti rilasciati da questi siti, incentivare un ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti, attivare un piano di sorveglianza epidemiologica permanente delle popolazioni, implementare interventi di sanità pubblica in termini di prevenzione-diagnosi-terapia ed assistenza.

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