La scorsa primavera, in pieno lockdown, quando si poteva uscire solo per cause di estrema necessità, salute e lavoro la spesa era diventata una missione. Non impossibile, ma certamente faticosa. Poi i commercianti si sono organizzati, le app di acquisti online si sono aggiornate, i social sono diventati una vetrina per i negozianti. E chi non aveva mai venduto al dettaglio o guardava il consumatore come un acquirente residuo, ha iniziato a cambiare opinione. In molti all’origine si sono organizzati nella speranza che i consumatori potessero salvare il salvabile. E questo è accaduto in molti comparti merceologici, a partire da quello ittico che ha sperimentato il crollo delle domande dai ristoratori e in generale dal canale HoReCa (acronimo che sta per Hote, restaurant e cathering). Anche i consumatori si sono organizzati imparando a ordinare sul web la spesa del giorno o via telefono.
Un’opzione che può essere utile conoscere anche per le cene di fine anno, ma più in generale per accorciare la filiera dei nostri acquisti.
Pesce a domicilio fresco e a km0: possibile?
Tra le novità per il consumatore c’è stata la possibilità di acquistare tagliando in toto la filiera. Per il settore ittico, sono stati i pescatori a proporsi direttamente al consumatore. Un po’ come all’alba si attende il rientro del peschereccio per occhiare la migliore cassetta scambiando due chiacchere con il pescatore o litigando con la signora accanto per il migliore prodotto del giorno. Oggi ovviamente con le dovute differenze. Le nuove tecnologie forse possono far riscoprire che acquistare pesce può voler dire anche sostenere l’economia del proprio territorio, garantire l’ecosostenibilità delle acque, riprendere le tradizioni acquistando prodotti freschi di giornata.
A Santa Margherita Ligure la “pesca a richiesta”
A Santa Margherita Ligure le imbarcazioni di piccola pesca che lavorano sotto costa hanno attivato un servizio di vendita a domicilio per compensare il calo delle vendite legato alla chiusura serale dei ristoranti. Basta telefonare ed effettuare l’ordine scegliendo tra quello che offre il mare quotidianamente.
Ma pensare alla vendita a domicilio del pesce fresco come salvataggio per i pescatori in difficoltà o comodità per i consumatori è riduttivo. Benedetto Carpi, presidente della Cooperativa Armatori Motopescherecci Santa Margherita Ligure ci racconta del “forte rapporto di fiducia che si è creato tra il consumatore e il pescatore. Ognuno ha il suo, come dire. Il consumatore viene da noi perché è possibile risparmiare, perché si è più sicuri di comprare pesce fresco di giornata, a km0 e pescato poche ore prima!” D’altronde, sul fronte della freschezza non c’è competizione con qualsiasi altro tipo di canale di vendita.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente
Contro ogni spreco alimentare, che trova la propria origine non solo nelle case delle famiglie ma anche lungo la filiera, consumatori e pescatori hanno sviluppato un vero e proprio sistema di pesca a richiesta. Uno degli esempi è quello dei Pesci di Adriano. “In base a quello che richiedono i consumatori il pescatore può decidere la zona dove andare a pescare – continua Carpi – per i polpi da scoglio si sceglie quella cala piuttosto di un’altra, per le triglie o gli scampi quel promontorio o quella baia. Questa pesca mirata ha anche una sua valenza sostenibile ed economica perché per vendere bene i pesci è consigliabile eliminare le spese e prendere i pesci giusti. Poca quantità ma mirata rispetto alle richieste. Le tonnellate di pescato in più rischiano di essere invendute, rigettate ma più che altro svendute”. Alla faccia di chi pensa che rigettare in mare sia più conveniente.
La pesca passiva nel lago Trasimeno
Il tema dello spreco alimentare rientra nel concetto di sostenibilità della pesca come attività produttiva. E parlando di sostenibilità nel Lago Trasimeno si sperimenta oramai da decenni la pesca passiva. Gli attrezzi e le esche vengono posizionati nel lago e catturano passivamente l’animale, sfruttandone i movimenti o attirandolo con esche come le reti di posta o le nasse. I pescatori del Trasimeno specificano che nelle maglie delle loro reti il pesce di piccole dimensioni, riuscendo a passare tra un foro e l’altro, non rimane impigliato ma resta libero nel suo habitat incontaminato. “Non sono gli sconti a portare i consumatori da noi – precisa – Valter Sembolini, l’a.d. della Cooperativa pescatori del Trasimeno – perché facendo una scelta di pesca sostenibile è chiaro che non tutti i giorni abbiamo gli stessi prodotti. Credo che dovremmo tornare a pensare locale per poter affrontare la globalizzazione e consumare i prodotti dei nostri territori”. Probabilmente i consumatori concordano visto il successo che sta avendo lo shop online che la cooperativa ha attivato da inizio novembre Coop Pescatori (goodbarber.app).
A Viareggio torna il trabaccolo
Freschezza, km0, sostenibilità sono gli elementi del valore aggiunto che il pesce acquistato dal pescatore può portare ai consumatori. A questi c’è da aggiungere il territorio. Il pesce del proprio lago, della propria costa e delle generazioni che da decenni ci lavorano. Quella viareggina è una marineria molto legata alla nautica da diporto, se ci si sposta poco e i ristoranti vanno a scartamento ridotto, questo pesa negativamente sulla domanda di prodotti ittici. E così, Alessandra Malfatti, con altri produttori, ha affrontato il tema alla radice organizzandosi per consegnare a domicilio il prodotto ittico fondando il Trabaccolo Express: “La nostra attività principale è la lavorazione del prodotto ittico locale per le mense scolastiche. Ci siamo ritrovati dal giorno alla notte con i clienti chiusi e il magazzino pieno. La ‘riconversione’ è stata inevitabile per noi”. Grazie ai social (4) Trabaccolo Express | Facebook), i clienti si scambiano ricette e mandano foto dei piatti realizzati. Non più pesce per mense o ristoranti, ma prodotti ittici direttamente nelle case scorfani, cicale, gamberi. E la trabaccolara (perché nulla va sprecato) ovvero i piccoli pesci di rimanenza di fine giornata ottimi come base del sugo di pesce chiamato appunto “la trabbacolara”. Sul profilo facebook i “trabaccolari” possono scegliere e ordinare anche con un semplice commento o inviando un messaggio.
A Roma l’alleanza pescatori e consumatori
A Roma a giugno è partito il servizio DOL Fish. DOL Di Origine Laziale è una realtà romana che nasce nel 2005 da un’idea di Vincenzo Mancino al fine di favorire la conoscenza dei prodotti laziali e la tutela delle aziende tradizionali. Da giugno la consegna a domicilio del pesce che proviene dalle barche dei pescatori di Fiumicino è divenuta una realtà a sua volta affermata. “Chi acquista le nostre cassette fa una scelta con una valenza economica e sociale. Sceglie di far lavorare il proprio territorio, i pescatori della propria costa, di consumare pesce di ottima qualità onorando il mare della costa laziale – spiega Mancini – E noi supportiamo il consumatore in questa scelta fornendogli tutte le informazioni del caso, cercando anche di educarlo a consumare consapevolmente. Nelle cassette chi acquista trova in primis il nostro ringraziamento per la scelta e poi tutte le informazioni sul prodotto”. Il consumatore può acquistare e ricevere a casa (DOL Fish – Shop • Di Origine Laziale) una cassetta a un prezzo fisso (65 euro) di due chili e mezzo di pesce già pulito e confezionato pronto per l’uso o per la conservazione. Le specie di pesce indicate sono una dozzina ma nella cassetta si troverà il pesce di stagione e quello che i pescatori sono riusciti a prendere.