Fontina con escherichia: il mistero del richiamo scomparso

FONTINA

Un giallo, un rebus che abbiamo impiegato più di un giorno a dipanare ma che lascia ancora troppi punti interrogativi. Alcuni dei quali inquietanti per la salute dei consumatori.

Partiamo con ordine, dal richiamo, pubblicato sul sito del ministero della Salute giovedì 12 novembre, di tre marchi di fontina con la stessa origine. Si tratta di uno stesso lotto (il C280, con scadenza l’8 dicembre 2020) marchiato Italiamo (Lidl), Iper e, naturalmente, quello Etichetta Rossa della Cooperativa Produttori Latte e Fontina Soc. Coop. a r.l., l’azienda che ha prodotto anche i campioni di Lidl e Iper.

Il motivo del richiamo è serio:  la presenza di Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC), un ceppo batterico in grado di produrre tossine pericolose per la salute umana, inducendo una grave forma di diarrea emorragica. L’infezione, spiega l’Istituto zooprofilattico del Lazio e della Toscana si trasmette all’uomo tramite il consumo di alimenti e tramite acque contaminate da materiale fecale proveniente da animali portatori, ma anche il contatto diretto con animali infetti, ad esempio negli allevamenti, può rappresentare un momento di rischio per un’eventuale trasmissione del batterio.

Gli alimenti maggiormente imputati sono :

  • carne cruda e preparazioni a base di carne di bovino (esempio hamburger) poco cotte, in questo caso il momento della contaminazione è rappresentato maggiormente dalla fase di macellazione;
  • latte crudo non pastorizzato;
  • prodotti lattiero-caseari, qualora preparati con latte non pastorizzato;
  • vegetali non sottoposti a cottura (es. germogli)

Il precedente della fontina reso noto da Hong Kong

In redazione, di fronte a questa segnalazione torna subito in mente la notizia che il Salvagente aveva dato pochi giorni prima, per l’esattezza il 9 novembre. Un richiamo che coinvolgeva per la stessa ragione la stessa Cooperativa produttori segnalata alle autorità di Hong Kong dal Rasff, il portale di allerta rapido della comunità Europea. Un richiamo internazionale, partito dall’Italia e destinato a diversi paesi membri (e non solo) dove era stato distribuito il formaggio che però riportava un lotto e una scadenza diversa: numero C261 con scadenza 19 novembre 2020. Un allerta, come si può vedere dall’immagine, comunicato il 28 ottobre 2020, ossia 15 giorni prima di quello comparso sul sito del ministero della Salute.

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rasff FONTINA

Di quel richiamo, però nessuno ha dato informazione nel nostro paese. Possibile?

Il produttore: del primo caso non sapevamo nulla

Il Salvagente a questo punto decide di contattare la Cooperativa Produttori Latte e Fontina Soc. Coop. a r.l.. E la direzione della cooperativa ci spiega che del primo allerta non ha avuto alcuna notizia; ha ricevuto la comunicazione dall’Azienda sanitaria milanese che ha fatto le analisi del lotto C280 e ha immediatamente comunicato al ministero della Salute il richiamo.

L’Azienda per la Salute: ma i richiami sono due

Il nostro passo successivo, inevitabilmente, è quello di contattare l’Ats (l’agenzia per la tutela della Salute) di Milano. E il servizio veterinario dell’Azienda ci risponde immediatamente.

Spiegando che “in data 26/10/2020 è stato aperto dalla ATS, un procedimento di allerta su prodotto Fontina Dop – Stambecco,  LOTTO C261a seguito di campionamento ufficiale effettuato in data 14/10/2020 in esercizio di vendita al dettaglio (notifica RASFF 2020.4600);

– in data 11/11/2020 è stato aperto dalla scrivente ATS un procedimento di allerta su Fontina Dop”, LOTTO C 280, a seguito di campionamento ufficiale effettuato in data 28/10/2020 in Punto Vendita di GDO (Grande Distribuzione Organizzata) (notifica RASFF # 449665)”.

Il mistero del richiamo “scomparso”

Si tratta quindi di due campionamenti distinti che hanno dato origine a due distinte notifiche in Rasff e aa altrettanti richiami ma “hanno in comune la ditta produttrice della fontina, la Cooperativa Produttori Latte e Fontina Scarl”.

Peccato che uno dei due richiami, quello della Fontina Dop – Stambecco,  LOTTO C261 si sia perso nelle nebbie dei passaggi tra un ufficio e l’altro e non sia mai stato segnalato dal produttore al sito del ministero, né tantomeno – almeno a giudicare da quanto ci ha riferito la Cooperativa produttori fontina, richiamato dagli scaffali dei nostri negozi, con tutto il rischio che questo può aver comportato per i consumatori.