Le uova erano già confezionate e pronte per essere distribuite in punti vendita ed esercizi commerciali, ma almeno sulla carta, sarebbero dovute essere deposte dalle galline il giorno dopo. Il paradosso è stato scoperto nel ragusano dal i Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare (R.A.C.) di Messina con il supporto dell’Arma territoriale hanno controllato numerose aziende del comparto avicolo poste sul territorio di competenza.
L’accertamento
Le uova sequestrate sono 5mila, e il meccanismo della presunta frode lo spiega al Salvagente il Tenente Colonnello Francesco Sclafani, Comandante del nucleo Tutela Agroalimentare di Messina: “Era stato apposto un lotto riferito al 13 di ottobre, quindi al giorno successivo del controllo, così come la data di scadenza riportata come ‘da consumare preferibilmente il’ considerava come data di deposizione delle uova il giorno dopo. Questo perché la data non può essere superiore ai 28 giorni dalla data di deposizione, e considerando invece il termine indicato sulla confezione partivamo dal 13 appunto”. I titolari sono stati denunciati per tentata frode in commercio. I nomi dell’azienda e dei titolari non sono stati divulgati, ma si tratterebbe di una ditta non familiare ma non tra le maggiori del territorio.
L’obiettivo
“L’accertamento è stato possibile perché siamo intervenuti quel giorno e abbiamo trovato il prodotto in deposito e non era stato ancora oggetto di distribuzione. Se fossimo intervenuti l’indomani, trovando lo stesso prodotto, non lo avremmo potuto accertare, perché sia il lotto che la data avrebbe fatto riferimento al giorno stesso dell’ispezione. Un espediente per prolungare la permanenza sullo scaffale, di 24 ore, vendendo le uova agli esercizi commerciali come freschissime, raccolte in giornata”.