Tariffe basse ma mezzi vecchi e comunque in 15 anni costo dell’abbonamento mensile è salito del 22%. E ancora: rimborsi Covid-19 non attivate da un’azienda del Trasporto pubblico locale su 3. Sono questi i principali dati che emergono dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, realizzato nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal ministero dello Sviluppo economico.
L’indagine ha interessato le tariffe per il Trasporto pubblico locale urbano applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2020 (e confrontate con quelle applicate nel 2005, primo anno di indagine), e ha preso come riferimento i seguenti titoli di viaggio: il biglietto ordinario a tempo, l’abbonamento mensile ordinario personale e l’abbonamento annuale ordinario personale.
“Il quadro evidenziato dal nostro dossier è quello di un settore che deve essere rilanciato con forza, a partire dalla qualità del servizio, intesa anche e principalmente in termini di tutele e garanzie di partecipazione civica, purtroppo ancora troppo poche”, dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. “Tra l’altro, l’attuale situazione sanitaria impone un ripensamento nell’organizzazione del servizio, e ciò potrebbe rappresentare una grande occasione di rilancio. Pubblichiamo ora il nostro dossier, nel mezzo della Settimana europea della Mobilità, proprio per sottolineare quanto il trasporto pubblico locale rappresenti l’ambito dal quale partire per rilanciare davvero il tema della mobilità sostenibile”.
Costi bassi ma mezzi vecchi
Nel confronto con gran parte dei Paesi europei, del nostro trasporto pubblico locale vien fuori una immagine in chiaro-scuro. Se in media l’abbonamento annuale in Italia costa poco meno di 300€ rispetto agli oltre 500€ di Madrid e ai 750€ di Parigi, il parco mezzi del nostro Paese nel 2018 ha un’età media di 12,3 anni rispetto ai circa 7 anni della media europea.
Nei principali centri urbani si viaggia ad una velocità media di circa 15km orari (in linea con quella del 700, come ricorda Confcommercio) e nelle ore di punta si scende fino a 7-8 km/h. Non a caso sono ben 5 le città italiane nella classifica delle prime 25 al mondo per ore perse nel traffico: oltre a Roma (seconda dopo Bogotà, con 254 ore perse nel 2018 da ogni romano nel traffico), ci sono Milano (7ma in classifica), Firenze (14ma), Napoli (17ma) e Torino (23ma).
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Perugia e Alessandria le più care
Nel 2020 l’abbonamento ordinario mensile in Italia costa in media 33 euro (+22,2% rispetto al 2005). A spendere di più sono gli umbri con 47,50€ al mese (+30% vs al 2005), a spendere meno sono i molisani con 25,13€ mensili e nessuna variazione rispetto al 2005. L’incremento più elevato negli ultimi 15 anni si registra in Calabria (+82,2%), a seguire la Sardegna con +50,7%.
La spesa media per l’abbonamento annuale è invece di 297€ (+18,8% rispetto al 2005); la tariffa più elevata si registra in Liguria (374€, +37% vs 2005), quella più bassa in Campania(201€, -3,4%).
Fra i capoluoghi di provincia al vertice della top ten dei più cari troviamo Perugia con 55€ per l’abbonamento mensile e Alessandria con 473€ per quello annuale; i più economici sono invece Andria per l’abbonamento mensile (17,50€) e Vercelli per quello annuale (150€).
Poche Carte dei servizi, scarsi rimborsi
Cittadinanzattiva ha esaminato, fra giugno e luglio, le Carte dei servizi presenti sul sito internet del gestore del servizio. È stato possibile reperirle sul web nel 93% dei 110 capoluoghi di provincia esaminati. In quasi due casi su cinque le carte sono aggiornate all’ultimo biennio 2018-20.
Quasi 1 carta su 5 non riporta alcuna informazione sulla frequenza di pulizia dei mezzi; più di 1 su 4 non indica se i mezzi sono accessibili o meno alle persone diversamente abili o con mobilità ridotta; 1 su 4 non indica nulla, o ben poco, in merito all’impatto ambientale dei mezzi determinato dal tipo di alimentazione; in più di 1 su 3 manca il riferimento a rimborsi o indennizzi in caso di disservizi.
Nei restanti 2/3 delle Carte è previsto un rimborso o indennizzo nel caso di: cancellazione o sospensione del viaggio/tratta (68%), ritardo (67%), interruzione (42%), variazione (12%), perdita o danneggiamento della sedia a rotelle (11%).
In linea generale, per ottenere l’indennizzo/rimborso è quasi sempre necessario che il ritardo o interruzione del servizio sia stato superiore ai 30 minuti e in un caso su cinque ai 60 minuti. Solo in 2 delle Carte esaminate è previsto un indennizzo per ritardi inferiori ai 30 minuti (si tratta di Torino, che contempla anche ritardi sopra i 15′, e La Spezia, sopra i 20′).
Per quanto riguarda i diritti delle persone a mobilità ridotta, solo il 5% delle carte prevede un indennizzo nel caso in cui non venga effettuata la corsa prenotata e solo nell’11% è esplicitata la possibilità di avere un rimborso in caso di danneggiamento della sedia a rotelle”
Il 30% delle aziende non ha attivato i rimborsi Covid-19
Nel 92% dei casi è previsto il trasporto gratuito dei bambini accompagnati da un adulto. Tuttavia i criteri stabiliti nelle singole realtà sono variegati: per il 43,5% è previsto fino ai 100 cm di altezza, nel 16,5% fino al compimento dei 6 anni, nel 12% fino ai 14 anni, nel 10% fino ai 10 anni.
Nell’80% dei casi sono presenti riduzioni tariffarie per studenti (a volte intesi come studenti universitari, altre volte come studenti di medie e superiori, e in altri casi ancora ci si rivolge a tutte le categorie). In oltre la metà dei casi (55,5%) sono presenti agevolazioni per persone anziane e/o pensionate (in alcuni casi over 60, in altri over 65 e in altri ancora over 70).
Tra le tipologie di agevolazioni più diffuse si posizionano quelle previste per disabili e altre categorie protette (41%) e quelle per i nuclei familiari numerosi (33%)
Poco contemplate le agevolazioni per disoccupati, rifugiati e vittime di tratta di esseri umani, lavoratori dipendenti, giovani (non studenti) e situazioni di disagio economico generale.
Sebbene l’art. 215 del Decreto Rilancio (DL 34/2020) – convertito in Legge 77 del 17 luglio 2020 – abbia previsto misure per ”risarcire”, tramite estensione dell’abbonamento o voucher, i pendolari che, nel periodo di lockdown, non hanno utilizzato gli abbonamenti del trasporto pubblico locale, dalla rilevazione di Cittadinanzattiva emerge che ben il 30% dei gestori del servizio nei 110 capoluoghi di provincia non ha attivato la procedura per i rimborsi Covid: fra questi, la gran parte dei gestori nelle province calabresi, siciliane, sarde ed anche a Sondrio, Frosinone e Viterbo. La domanda, nelle città ove è attivata la procedura, può essere presentata con scadenza varia (dal 31 luglio al 31 dicembre), e in un 6,4% dei casi non è previsto nessun termine per fare richiesta.