Mangiare fegato aumenta i livelli di Pfas nell’organismo

Il consumo di fegato di pecora o di manzo può contribuire considerevolmente all’assunzione totale di sostanze perfluoroalchiliche (i temibili PFAS). È il parere per nulla rassicurante (almeno per gli amanti del genere) della BfR, l’ente di sicurezza alimentare tedesco.

Le sostanze per e polifluoroalchiliche (PFAS) sono sostanze chimiche industriali utilizzate per decenni in diversi processi industriali e prodotti di consumo per le loro proprietà tecniche speciali. Tra queste la capacità antiaderente e isolante. Non sono facilmente degradabili e sono rilevabili ovunque: nell’ambiente, nella catena alimentare e nell’uomo. Una ricerca molto recente li ha trovati anche nei contenitori del fast food.

Il ministero dell’Alimentazione, dell’Agricoltura e della Protezione dei Consumatori della Bassa Sassonia ha compilato un rapporto sulle concentrazioni di PFAS nel fegato di pecora e di manzo sulla base delle analisi del Piano nazionale di controllo dei residui del 2019. Il BfR ha confrontato questi dati con le concentrazioni di PFAS in campioni di fegato di pecora e di manzo provenienti dai programmi di controllo alimentare di vari Stati federali tedeschi, che sono stati presi nel periodo 2007-2020 e ha concluso che le concentrazioni di PFAS in fegato di pecora e di manzo rilevato in Bassa Sassonia non differisce in modo significativo dalle concentrazioni note dalle indagini condotte dagli altri Stati federali.

Nel complesso, il BfR conclude che il fegato di pecora o di manzo con le concentrazioni identificate può contribuire in modo considerevole all’assunzione totale di PFAS negli individui che consumano questi alimenti.

I PFAS (sostanze per e polifluoroalchiliche) sono spesso chiamate “sostanze chimiche per sempre” perché sono molecole quasi indistruttibili. Ci sono quasi 5.000 tipi e la maggior parte non è stata studiata a fondo. Tra quelli oggetto di ricerche, però, molti sono stati collegati a effetti dannosi sulla salute, tra cui diminuzione della fertilità, cambiamenti ormonali, livelli elevati di colesterolo, risposta del sistema immunitario indebolito, aumento del rischio di alcuni tumori e basso peso alla nascita nei neonati.

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