Glifosato nel letame di gallina. E ora invece di concimare minaccia le colture

Il glifosato? Tanto presente nel letame di gallina di sconsigliarne l’uso come fertilizzante. È il risultato di un articolo pubblicato sulla rivista Science of The Total Environment dai ricercatori dell’Università di Turku in Finlandia che hanno rivelato come il letame di questo tipo, da sempre considerato come un ottimo nutrimento naturale per i vegetali proprio a causa della presenza del pesticida potrebbe avere l’effetto opposto.

La lettiera avicola, come viene chiamato il letame, viene spesso utilizzata come fertilizzante, anche nell’agricoltura biologica, perché considerata ricca di nutrienti essenziali. Mentre l’uso è in crescita, i “possibili rischi associati all’accumulo di prodotti agrochimici nel letame di pollame sono ancora ampiamente ignorati”, hanno avvertito i ricercatori finlandesi.

Un rischio anche per il biologico

Gli agricoltori biologici sono sempre più preoccupati per le tracce di glifosato nel fertilizzante per letame consentito nella produzione biologica, ma molti nell’industria sono riluttanti a pubblicizzare la questione.

Ma da dove arriva questa contaminazione che non sembra più risparmiare nulla e nessuno? Semplice: nell’agricoltura convenzionale si spruzza il glifosato direttamente su colture come soia, mais, cotone, colza e altre colture geneticamente modificate. In più, in casi come grano e avena, viene cosparso prima del raccolto per essiccare i raccolti.

Che finisca nei mangimi animali, dunque, è inevitabile, anche se a fare impressione sono le quantità nel letame e la stessa quantità di lettiera utilizzata in agricoltura. Tanto da far dichiarare a uno degli autori di studio, Anne Muola, che “dobbiamo assolutamente essere consapevoli che esiste questo tipo di rischio”.

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“Nessuno sembra molto ansioso di parlarne a voce troppo alta.” Ha osservato Muola.

Glifosato, un pesticida onnipresente

L’uso massiccio di erbicidi a base di glifosato direttamente sulle colture alimentari è stato promosso dalla Monsanto – ora un’unità della Bayer AG – sin dagli anni ’90, e l’uso di glifosato è così onnipresente che i residui si trovano comunemente nei campioni di cibo, acqua e persino aria.

Poiché nel cibo umano e animale sono presenti residui di glifosato, i livelli di glifosato rilevabili si trovano comunemente nell’urina umana e nel letame animale.

Questi residui di glifosato nei fertilizzanti sono un problema per i coltivatori per molte ragioni, secondo i ricercatori finlandesi.

Letame contaminato

“Abbiamo scoperto che il letame di pollame può accumulare alti residui di (erbicidi a base di glifosato), diminuire la crescita e la riproduzione delle piante e quindi inibire gli effetti di promozione della crescita quando applicato come fertilizzante”, afferma il documento. “Questi risultati dimostrano che i residui passano attraverso il processo digestivo degli uccelli e, cosa più importante, persistono nel concime del letame per lunghi periodi”.

I ricercatori hanno affermato che i residui di glifosato possono persistere nei sistemi ecologici, colpendo diversi organismi non bersaglio per molti anni.

“L’impatto dei residui di glifosato che si sono accumulati negli escrementi di pollame è un’area di ricerca ampiamente trascurata”, ha affermato a Us Right to Know, Ong ecologista da sempre attenta a queste tematiche, il dottor Yichao Rui, scienziato del suolo del Rodale Institute. “Ma le ricerche che esistono hanno dimostrato che quei residui possono avere un effetto negativo sulle colture, quando il letame di pollame è usato come fertilizzante. È stato dimostrato che i residui di glifosato nei fertilizzanti hanno effetti negativi su piante, microbiomi del suolo e microbi associati a piante e animali, compresi gli esseri umani, attraverso la catena alimentare. Quando questa contaminazione si diffonde involontariamente attraverso i fertilizzanti, mette a dura prova la biodiversità e le funzioni e i servizi dell’ecosistema “.