Auto elettrica e ricarica: gli errori da non fare per evitare sovraccarichi pericolosi

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Le auto elettriche sono sempre più diffuse e c’è da aspettarsi che il trend non si interrompa, dato che il governo ha messo in cantiere incentivi per installare colonnine di ricarica. E proprio “riempire il serbatoio” di energia per poter rimettersi in strada è un’operazione da non fare con leggerezza. “Mentre è possibile, armandosi di pazienza, ricaricare la propria auto elettrica o ibrida a casa utilizzando una semplice presa domestica, è indispensabile prendere precauzioni per evitare una tragedia” scrive il magazine francese Que choisir, secondo cui a causa della mancanza di conoscenze o informazioni, molti utenti lasciano la prolunga arrotolata sul suo supporto, a rischio di provocare un incendio.

Sovraccarichi facili

Per coloro che non hanno un’installazione dedicata per caricare la propria auto ibrida elettrica o plug-in, è tecnicamente possibile utilizzare una presa domestica convenzionale, anche se i tempi sono molto lunghi, ed è quindi importante prendere un minimo di precauzioni. “In effetti, un circuito elettrico è progettato per resistere a una richiesta elettrica precisa e, se è sovraccarico (troppi dispositivi collegati contemporaneamente o durante una richiesta di corrente molto elevata) vi è il rischio di sovraccarico elettrico” scrive Que choisir, “Quest’ultimo provoca quindi il riscaldamento interno del circuito elettrico (effetto Joule) e può fondere la plastica a contatto e persino causare l’accensione di materiali combustibili nelle vicinanze. Ed è anche peggio quando si utilizza una prolunga lasciata sulla sua bobina. Quando il cavo rimane arrotolato, le spire interne non sono sufficientemente ventilate per essere raffreddate: l’isolamento perde la sua efficacia, accentuando così il fenomeno, per finire per sciogliersi e creare, nel peggiore dei casi, un cortocircuito o un fuoco”.

Le possibili soluzioni

Per avvertire il consumatore, le bobine, spesso quelle di primo prezzo, riportano una menzione sui massimi poteri ammissibili, liquidate e srotolate. Di solito a 230 V sono rispettivamente 1000 watt e 3000 o 3200 watt. I prodotti più sofisticati sono protetti dal surriscaldamento di un interruttore termico. In questo caso, viene indicata solo la massima potenza in modalità srotolata (anche la presenza di un interruttore termico). Nonostante tutto, gli incidenti non sono rari. Una possibilità per evitare rischi può essere l’installazione di un timer sull’alimentazione della presa che intendeva caricare il suo ibrido. O in alternativa programmare 15 minuti di ricarica, quindi 15 minuti di riposo.  Non solo il rischio di surriscaldamento dell’impianto elettrico è zero, ma la batteria è anche meglio conservata. Naturalmente, il principale svantaggio di questa soluzione è che impiega più tempo a caricarsi.