“Fastidi alla schiena o al collo? Spesso è una questione di nervi!” è il claims che accompagnava la pubblicità dell’integratore Mavosten apparsa sulle pagine del quotidiano La Repubblica a maggio scorso. Secondo l’Istituto dell’Autodisciplina pubblicitaria si tratta di un messaggio suscettibile di indurre in errore i consumatori sulle caratteristiche e gli effetti del prodotto pubblicizzato.
Le perentorie ed enfatiche promesse vantate sono volte ad attribuire al prodotto, proprietà che trascendono la sua natura. Il messaggio – scrive lo Iap – infatti lascia intendere un’efficacia inverosimile del prodotto, accreditando nel pubblico l’erroneo convincimento che il solo utilizzo dello stesso consenta di ottenere in modo semplice e veloce un risultato certo in relazione a disturbi di collo e schiena.
Il messaggio, in particolare, accredita l’ipotesi che l’assunzione di vitamine e minerali cui possono essere attribuiti esclusivamente effetti di mantenimento di un normale funzionamento dei nervi (come riportato nel lato destro del messaggio stesso) possa essere di aiuto in condizioni francamente patologiche, chiaramente richiamate dalle figure riferite al collo ed alla schiena, quasi sempre indotte da compressioni dei tronchi nervosi da lesioni artrosiche, patologie del disco intervertebrale, contratture muscolari sui quali la miscela di vitamine e minerali contenuta nel prodotto in esame non può svolgere alcun effetto significativo.
L’Istituto ricorda, infine, che l’ingannevolezza del messaggio deve essere valutata non solo per il contenuto dello stesso, ma anche in considerazione del pubblico cui è destinato, costituito da persone particolarmente sensibili al tema della salute e per questo motivo portate ad una decodifica più allettante ed illusoria delle promesse del facile ottenimento di risultati particolarmente ambiti, con la conseguente amplificazione dei profili di ingannevolezza.