Nessuna informazione a imprese e consumatori sulla tempistica per avere accesso alle misure di sostegno previste dal governo per superare l’emergenza CoVid 19; poco chiare le indicazioni sugli oneri derivanti dalla sospensione del rimborso dei finanziamenti concessi alle imprese, in termini di aumento degli interessi complessivi rispetto al totale originariamente dovuto quale effetto dell’allungamento dei piani di ammortamento. Sono questi i motivi che hanno spinto l’Antitrust ad avviare 4 istruttoria nei confronti di altrettanti banche e finanziarie (Unicredit, IntesaSanPaolo, Banca Sella e Findomestic). L’Autorità ha ricevuto, infatti, diverse segnalazioni su una difficoltà dei consumatori e delle imprese ad avere accesso effettivo alle misure del governo.
Ma non solo. Le stesse banche – sempre a getta dell’Antitrust – avrebbero applicato anche altri “trucchetti” per complicare la vita ai richiedenti. Ad esempio, avrebbero chiesto l’apertura di un conto corrente o il possesso di specifici requisiti non previsti dalla normativa, oppure avrebbero cercato di dirottare i richiedenti verso forme di accesso al credito diverse e potenzialmente più onerose rispetto a quelle di cui al DL Liquidità. Il condizionale è ovviamente d’obbligo perché l’azione dell’Antitrust è alle battute iniziale e in fase di procedimento le banche avranno il tempo di far valere le proprie ragioni.
Altre 12 banche, invece, sono oggetto di una attività di moral suasion avendo riscontrato le medesime carenze di tipo informativo sulla tempistica di risposta e sulle effettive condizioni economiche di accesso alla sospensione dei rimborsi dei finanziamenti. Si tratta di BNL, Banco BPM, UBI Banca, Crédit Agricole, Credem, MPS, Banco Popolare di Sondrio, Creval, BCC Pisa, Agos Ducato, Compass e Fiditalia.
L’Autorità, quindi, riscontrando una serie di criticità, da parte dell’utenza, ad ottenere il dilazionamento delle esposizioni debitorie rispetto alle banche e alle società finanziarie, e per avere accesso alla liquidità e al credito, (come sarebbe invece previsto dai decreti Cura Italia e Liquidità) ha ritenuto di dover intervenire nella convinzione che solo condotte trasparenti, con informazioni complete e chiare, e prive di ostacoli ingiustificati, possono assicurare ai consumatori e imprese il sostegno economico indispensabile per affrontare l’attuale emergenza.
La nota di Findomestic
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“Noi eroghiamo in via quasi esclusiva credito ai privati ma non mutui immobiliari. I finanziamenti alle PMI, oggetto dell’istruttoria, sono una parte residuale delle nostre attività. In ogni caso abbiamo subito recepito in toto le indicazioni del DL “Cura Italia” del 17 marzo. Abbiamo accolto, senza alcun costo accessorio, il 99% delle richieste di sospensione del finanziamento pervenute dalle PMI, il restante 1% non aveva i requisiti previsti dal decreto”.