Sanificazione, se l’officina Nissan la fa pagare anche per l’auto di servizio…

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Si moltiplicano le storie di consumatori costretti a pagare la sanificazione dell’auto in officina, nonostante la stessa Confartigianato Autoriparazione abbia definito sbagliata questa pratica. Ma la storia che racconta la signora Roberta da Brescia ha quasi dell’incredibile per la combinazione di scorrettezze che ha subito: le hanno chiesto non solo il pagamento dell’igienizzazione per il tagliando della sua auto, ma anche per quella dell’auto di servizio prevista dal contratto che aveva stipulato due anni fa, in cui non c’era alcun riferimento ad altre spese.

Oltre al danno la beffa

Ma andiamo con ordine. “Ho portato l’auto a fare il secondo tagliando programmato, mi avevano già anticipato per telefono che mi avrebbero addebitato la sanificazione, sia per la mia auto sia per quella che mi daranno come auto sostitutiva intanto che il lavoro viene svolto, auto compresa dal patto firmato con la casa automobilistica nel momento dell’acquisto due anni fa”. La signora fa riferimento alla “Promessa Nissan”, un contratto che permette di pagare in anticipo i tagliandi e usufruire dell’auto di servizio.

61 euro per la doppia sanificazione

Roberta racconta: “L’officina chiede 25 euro più iva ad auto, quindi mi costerà in tutto 61 euro. Prima di tutto ho contattato la casa madre della concessionaria che ha confermato le procedure aziendali, infatti sulle clausole del nuovo “patto” è segnato che il concessionario potrà addebitare al cliente il costo della sanificazione (ma non in quello che ho firmato due anni fa), dopo di che ho chiamato le associazioni dei consumatori, loro mi hanno detto che è illegale, ma l’autofficina ha il coltello dalla parte del manico, può rifiutarsi di farmi il lavoro”. E in effetti, nella promessa Nissan pubblicata sul sito di Nissan Italia, c’è una clausola che dice: “Nel periodo di emergenza epidemiologica COVID-19, il concessionario Nissan potrà addebitare i costi relativi alla necessaria sanificazione del veicolo”. Ma Roberta ha firmato il contratto due anni fa, quando il Covid-19 neanche esisteva, dunque è quantomeno illecito far valere anche per lei una clausola inserita in precedenza.

Anche la Finanza le dà ragione

Roberta non si arrende: “Ho chiamato così il 117 e un gentile agente della finanza mi ha spiegato che non c’è nessuna legge che obblighi le autofficine a santificare l’auto è sufficiente che i loro dipendenti abbiano i presidi per evitare contagi e trasmissioni, ma soprattutto mi ha detto che, avendo io pagato, in fase di acquisto dell’auto, i primi tre tagliandi, loro non possono richiedermi nulla di più da quello pattuito“.

“Non potevo andare altrove”

Le proteste non bastano: “Scortesemente mi hanno invitato a non lasciare l’auto lì, peccato che, come ho riferito avendo con loro un’estensione di garanzia di 4 anni e già pagato al momento dell’acquisto 3 tagliandi, non posso fare altrimenti, se no la garanzia dell’auto decade. Sostengono che non posso sindacare su una decisione aziendale, potrei essere d’accordo se avessi avuto la possibilità di scegliere altro”.

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Igienizzante venduto caro

A fare arrabbiare Roberta anche il prezzo dell’operazione: “Oltretutto sanificano con un prodotto igienizzante da banco (mostratomi dal responsabile officina) che al cliente finale costa meno di 10 euro, all’ingrosso immagino costi meno ed è scaricabile dalle tasse”. “Resto convinta che non sia un discorso di tutela del cliente e dei loro operatori, ma di lucrare su un’emergenza, abito a Brescia, nella provincia più colpita dal covid-19, ho ben presente il dolore e i problemi che ha affrontato e sta affrontato la mia città, non sto sindacando la volontà dell’officina di prendere precauzioni anche più del dovuto, ma che le spese ricadano sul cliente in maniera del tutto sproporzionata non lo trovo un comportamento professionale ed idoneo al periodo”. Va evidenziato che il gruppo concorrente della città, sempre concessionaria Nissan, non obbliga il cliente alla sanificazione.