Le Marche vietano l’uso del glifosato (e altri 200 principi attivi) nelle aree adiacente alle “sorgenti” di acque potabili.
Via libera da parte del Consiglio regionale all’adeguamento della legge regionale n.9, approvata nel marzo scorso, in materia di divieto di utilizzo di prodotti fitosanitari (per lo più pesticidi) in prossimità delle aree dove siano presenti punti di captazione di acque superficiali o sotterranee destinate al consumo umano.
“Una legge molto importante – scrive in una nota il presidente della Commissione Ambiente, Andrea Biancani – che ancora una volta evidenzia l’attenzione della Regione alle tematiche ambientali e della salute pubblica. In questo particolare caso la legge regionale addirittura anticipa il recepimento da parte dello Stato della direttiva comunitaria in materia di fitosanitari, in attesa che venga definito un elenco dettagliato delle sostanze nocive vietate. Proprio in attesa di questo passaggio – prosegue Biancani – la norma approvata dal Consiglio regionale, di cui è primo firmatario il consigliere dei Verdi, Sandro Bisonni, contiene già una tabella con un primo elenco di principi attivi vietati (circa 200), tra cui il noto glifosato, tutte sostanze il cui utilizzo viene interdetto in prossimità delle aree di captazione di acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano. Per quel che concerne l’adeguamento oggi accolto – continua Biancani – si tratta di un passaggio necessario a rendere maggiormente efficace la legge, poiché, in sostanza, si invita la Regione a predisporre in tempi brevi il Piano di utilizzazione, come previsto dall’art.94 del d.lgs.152/2006, dove dovranno essere indicate nel dettaglio le aree di tutela e di rispetto, zone dove evidentemente siano presenti acque superficiali o sotterranee ad uso umano. Un fatto che pertanto rappresenta un elemento di maggior garanzia della concreta applicabilità della legge che va ad arricchire il già corposo elenco di norme regionali a tutela dell’ambiente e della salute pubblica dei marchigiani”.