Nate negli anni ’30, le coppette mestruali stanno vivendo una seconda giovinezza: in Francia quasi una donna su dieci le utilizza motivo per cui la rivista 60 Millions de Consommateurs ne ha analizzate 4 alla ricerca di bisfenolo, ftalati e idrocarburi policiclici aromatici. la buona notizia è che in nessuna delle 4 coppette sono state trovate queste sostanze.
Dunque, oltre ad un vantaggio economico e ambientale, le coppette possono definirsi anche sicure sotto il profilo della possibile contaminazione. Un dato non trascurabile visto che il loro uso prevede che siano collocate all’interno della vagina e la presenza di uno degli interferenti endocrini sarebbe potuta essere molto rischiosa.
Per quanto riguarda la composizione, tutte e 4 le coppette dichiarano di essere fatte con silicone per uso medico. “Informazioni rassicuranti, ma insufficienti” secondo la rivista francese. Il silicone medico può essere catalizzato con perossido o platino. Quest’ultimo è il più sicuro: è riconosciuto come atossico e stabile e i batteri non crescono sulla sua superficie.
Se non ci sono raccomandazioni mediche ufficiali, i medici raccomandano otto ore o addirittura quattro ore, principalmente a causa del rischio di sindrome da shock tossico (TSS). Questa rara, ma talvolta fatale, infezione batterica ha maggiori probabilità di verificarsi mantenendo la protezione periodica interna (tampone o tazza) per troppo tempo. Ciò dovrebbe portare a cautela quando si indossa una tazza durante la notte, soprattutto perché potrebbe esserci il rischio di flusso nella direzione opposta quando si è sdraiati.
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