La paura di maneggiare denaro ha spinto molti italiani, che pure resistevano per diffidenza, a utilizzare la funzionalità contactless delle carte di credito e dei bancomat che hanno nel portafoglio. E sta convincendo molti paesi ad aumentare il limite di spesa che si può effettuare senza dover neppure digitare il pin. Al momento, in Italia, se la spesa non supera i 25 euro basta sfiorare il pos con la carta e il gioco è fatto. In Francia, invece, da pochi giorni hanno aumentato il limite a 50 euro. Ma i motivi di diffidenza sono davvero tutti superati?
La banda del buco
Nonostante le chiamino carte di ultima generazione queste contactless sono potenzialmente vulnerabili. Carte a rischio come ha scoperto il Salvagente con un’inchiesta pubblicata nel 2015. Si trattava di cinque anni fa e le cose sono cambiate poco. Così come poco è cambiato dal 2013 quando i produttori hanno scoperto la vulnerabilità di queste carte.
Ecco cosa scrivevamo il primo ottobre 2015 in un’inchiesta firmata da Peter D’Angelo.
Pericolo Sniffing
In Italia ci sono circa 6 milioni di carte di credito e debito NFC, una nuova tecnologia che sta prendendo rapidamente piede dall’inizio del 2014. L’acronimo sta per Near Field Communication (comunicazioni ravvicinate) anche se comunemente vengono chiamate contactless e identificate dal simbolo del wi-fi. Queste carte vengono emesse da molte banche e da Poste Italiane. Il problema è che si possono sniffare, termine di gergo informatico che indica la possibilità di furto, in questo caso si tratterebbe di un attacco alla privacy, agli ultimi movimenti bancari con il rischio potenziale della sottrazione dei soldi. Un attacco indolore, e senza essere connessi a internet, è questa la nuova frontiera del cybercrimine: un “colpo” on-the-road: per subirlo potrebbe bastare essere a meno di un metro di distanza dall’“Hacker d’asfalto”, durante una passeggiata o in situazioni affollate.
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