Latte, guerra dei prezzi tra Coldiretti e Unioncamere: è aumentato o no?

Effetti contrastanti del lockdown sul prezzo del latte. A giudicare dalle rilevazioni Coldiretti – Filiera Italia, a fronte di un aumento generalizzato dei  prezzi dei generi alimentari intorno al 2,7% registrato dall’Istat, il prezzo del latte è rincarato del 5%. Se invece andiamo a vedere il report dei prezzi all’ingrosso di aprile 2020, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, di Bmti, la Borsa merci telematica italiana, società del Sistema camerale italiano – Unioncamere, i listini del latte sono addirittura calati dell’8,1%. Tra un picco e l’altro non ci ballano pochi decimi ma la bellezza di 13 punti percentuali e quindi la domanda sorge spontanea: in questa guerra di stime chi ha ragione?

Spiega Bmti-Unioncamere in una nota: “La chiusura del canale Horeca (bar, ristoranti, pasticcerie, etc.) – per effetto del lockdown, ndr – ha provocato flessioni per il latte spot (-8,1%) e per il burro (quasi il 20% rispetto al mese precedente). Rispetto allo scorso anno i listini italiani del burro hanno perso quasi il 40%”.

Altrettanto articolate le posizioni di Coldiretti-Filiera Italia, affidate a una nota stampa. “Un allarme generalizzato (sui prezzi agroalimentari, ndr), ma non tutti gli aumenti sono giustificati” dice Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia. “Se su frutta e verdura (la stima è un +8% per la frutta estiva) le ragioni sono oggettive e rintracciabili nel cambiamento delle condizioni meteorologiche che farà sì che ⅓ della produzione estiva di frutta andrà persa e – continua il consigliere – allo stesso modo concorre all’innalzamento dei prezzi dei prodotti agricoli  la mancanza di manodopera  nei campi”. Un problema gravissimo, avvertono da Filiera Italia, difficile da sanare se non aprendo le frontiere comunitarie e semplificando il lavoro attraverso i voucher. “Ingiustificabili, invece – prosegue Scordamaglia – gli aumenti sul latte che ha un calo del prezzo in stalla e un aumento al consumatore, segno evidente di comportamenti non lineari“.

A noi resta il dubbio: chi avrà ragione?